STROZZI, Giovan Battista
Due furono i personaggi di questo nome, e tutti e due fiorentini, e tutti e due poeti, anzi madrigalisti; e poiché i loro componimenti sono sparsi in più codici, e in buona parte ancora inediti, talvolta la paternità di quelli si confuse, e pur oggi riesce difficile sceverare le opere dell'uno da quelle dell'altro.
Quegli che visse cronologicamente per primo (1505-1571), nato da Lorenzo di Filippo, viene contraddistinto col nome di G. B. Str. il Vecchio, e a lui appartengono certo le rime stampate nel 1593 a Firenze a opera dei figli. Si deve peraltro notare che questa raccolta non comprende se non una parte dei madrigali da lui composti; sui più, che sono inediti, cade appunto l'ambiguità. Certo lo Str. ha il merito di aver ravvivato questa minore forma della lirica, di averla sciolta dalla stretta imitazione petrarchesca e di averle infuso una certa grazia agile e armoniosa, per cui s'inizia la grande poesia melica. Al Vecchio appartiene fra altro l'epigramma per la Notte di Michelangelo, cui Michelangelo fece la notissima risposta.
L'altro Str., contraddistinto col nome di Giovane, visse fra il 1551 e il 1634, sicché per un ventennio la vita dei due è comune. Quest'ultimo fu mecenate e gran signore della Firenze granducale, socio dell'Accademia fiorentina, e tra i fondatori di quella degli Alterati, che nacque e si spense con lui. Ma più che per le sue disputazioni accademiche è anch'egli noto come poeta; e più che per i sonetti e le epistole, anch'egli per i madrigali in cui, pur battendo la via segnata dal suo omonimo e consanguineo, seppe vincerlo in leggiadria e musicalità.
Bibl.: A. S. Barbi, Un accademico mecenate e poeta, Firenze 1900.