ORSINI, Giovan Battista
ORSINI, Giovan Battista (Jean-Baptiste des Ursins). – Figlio illegittimo di Francesco di Giovanni Orsini, duca di Gravina, conte di Campagna, Conversano, Nerola e Terlizzi, nacque nel 1400 circa. Spesso viene confuso con l’omonimo cardinale, il quale era invece discendente degli Orsini di Monterotondo.
In giovane età aderì, come cavaliere, all’Ordine di s. Giovanni dove, grazie al favore del re d’Aragona Alfonso il Magnanimo, all’influenza della sua famiglia e alle proprie capacità fece una carriera esemplare. Nel 1420 era commendatore giovannita di Castel Araldo, nei pressi di Viterbo, sottoposto al priorato di Pisa, commenda che egli stesso aveva recuperato all'Ordine. Per molti anni si servì delle risorse di Castel Araldo per finanziare le proprie attività e assicurarsi l'ascesa ai vertici giovanniti, com'era prassi nel XV secolo.
Nel giugno 1434 sostituì il siciliano Roberto Diana nell’amministrazione del priorato romano, ottenendo intorno al 1440 ufficialmente il titolo di priore di Roma, un incarico di grandissimo prestigio che nel corso dei due decenni successivi completò con quelli di priore di Capua e di baiulo capitolare della Ss. Trinità di Venosa. In questo modo poté disporre di una gran parte delle notevoli risorse economiche prodotte nei possedimenti meridionali dei giovanniti e accrescere ancor più la propria influenza.
Dopo la morte di Ramon Zacosta, nel febbraio 1467, Orsini gli subentrò come 39° gran maestro dell’Ordine, confermato nel suo incarico il 4 marzo. La sua elezione fu senza dubbio favorita dalla sede romana di quel capitolo generale e dal sostegno esplicito del pontefice, Paolo II; non dovette tuttavia essere facile, dal momento che superò di un solo voto (nove contro otto) il suo principale concorrente, il priore di St-Gilles Raymond Ricardi.
Durante i poco più di nove anni del magistero, si dimostrò amministratore energico, accentratore e incline al nepotismo. La sua principale preoccupazione fu la difesa della sede centrale giovannita a Rodi contro l’avanzata degli ottomani, che allora si affermavano sul Negroponte. Nell'isola avviò nuove opere di fortificazione, facendo ripristinare la vecchia fortezza di Feraklos, sulla costa orientale.
Per due volte, nel novembre 1471 e nel dicembre 1475, convocò il capitolo generale dell’Ordine, nel quale si discusse anche della riorganizzazione e delle finanze. Non esitò a sostituire i superiori locali, come il precettore di Cambrai Jean Perrini, che si erano dimostrati cattivi amministratori, con uomini da lui scelti e contestualmente prese misure più rigide contro gli amministratori locali nell’Occidente che non avessero inviato a Rodi le somme dovute. Sotto di lui fu instaurato un controllo più stretto sulle nomine dei singoli ufficiali, fu riorganizzata la cancelleria e furono proclamati nuovi statuti quanto alle cure mediche. A queste misure si contrappose il sostegno incondizionato dato al nipote o cugino Cincio Orsini, priore di Roma e siniscalco dell’Ordine, poi priore di Capua e luogotenente del gran maestro in Italia.
Morì a Rodi, in conseguenza di una grave e non meglio specificata malattia, l’8 giugno 1473. La sua tomba si trova nel Museo di Cluny a Parigi.
Fonti e Bibl.: La Valletta, National Library of Malta, Archives of the Order of St. John of Jerusalem, of Rhodes and of Malta, 384; G. Bosio, Dell’istoria della Sacra Religione et illustrissima militia di San Giovanni Gierosolomitano, II, Roma 1629; A. Luttrell, The hospitaller state on Rhodes and its western provinces, 1306-1462, Aldershot 1999; J. Sarnowsky, Macht und Herrschaft im Johanniterorden des 15. Jahrhunderts. Verfassung und Verwaltung der Johanniter auf Rhodos (1421-1522), Münster 2001; J. Sarnowski, G.B. O., in Prier et combattre. Dictionnaire européen des ordres militaires au Moyen Âge, a cura di N. Bériou - P. Josserand, Paris 2009, p. 390.