NELLI, Giovan Battista
NELLI, Giovan Battista. – Nacque a Firenze il 3 maggio 1661, unigenito di Agostino, matematico e allievo di Evangelista Torricelli, e di Costanza Ruoti.
Stante a quanto scrive Giovan Battista Clemente Nelli (1753), suo figlio e biografo, la famiglia Nelli, anticamente detta degli Ughetti o Sinibaldi da Montecuccoli, ebbe origine da un ser Nello Ughetto di Sinibaldo, notaio della Signoria nel 1348. Un Francesco fu gonfaloniere di Giustizia nel 1361. Un altro membro della famiglia, anch’egli di nome Francesco, fu uno dei Priori di libertà nel 1501, avvocato e lettore nello Studio fiorentino dal 1495 al 1504. Battista fu giureconsulto e pubblico lettore a Pisa attorno al 1480. Bartolomea (1441-96), consorte di Bernardo Machiavelli e madre di Niccolò, fu autrice di laudi. Agostino, padre di Giovan Battista, lavorò alla seconda edizione del vocabolario della Crusca e, sempre stando alle informazioni di Giovan Battista Clemente, fu autore di un trattato di matematica e di uno di trigonometria sferica; scrisse, inoltre, un discorso di meccanica, uno di pirotecnica, uno di gnomonica e uno di fortificazioni (Nelli, 1753).
Nel 1673 studiò retorica presso i padri delle Scuole pie con il padre Sigismondo Coccapani e filosofia a Pisa nel 1676 con Alessandro Marchetti, ma non concluse il corso regolare di quattro anni. Proseguì con gli studi di matematica, avendo come guida Vincenzo Viviani, che sostituì, quando il grande matematico ne era impedito, nell’attività di ingegnere. Allo stesso tempo si applicò nel disegno e nell’architettura con Giovan Battista Foggini. Il 31 gennaio 1695 [1696 stile comune] fu eletto provveditore dell’Opera di S. Maria del Fiore, dopo la scomparsa di Luigi Alessandrini, e mantenne l’incarico fino all’anno della morte. Nel 1712 ebbe il titolo di operaio di S. Maria del Fiore e fu nominato provveditore del Magistrato di Parte guelfa, sovrintendendo alle strade di Firenze, ai ponti e ai fiumi della Toscana. Il 4 agosto 1718 fu elevato alla dignità di senatore. Sposò Vittoria Cecchini dalla quale ebbe due figli: Agostino (che morì nel 1731) e Giovan Battista Clemente (1725-93), che nacque appena due mesi dopo la morte del padre.
Fu iscritto all’Accademia delle arti del disegno, all’Accademia della Crusca, all’Accademia fiorentina e alla Società botanica. Furono suoi protetti gli architetti Giovan Battista Bettini e Michele Magni (attivo prima a Roma e poi a Venezia: corrispondenza con Giovan Battista Nelli, dal 4 gennaio 1697 [1698] al 24 marzo 1724 [1725], ancora inedita, in Firenze, Biblioteca nazionale, II_23), l’ingegnere Ignazio Rossi e lo scultore Lorenzo Merlini (attivo soprattutto a Roma; Di Teodoro, 2007).
Fra le prime occupazioni di Nelli, ancora legate a un percorso formativo comune a molti architetti del XVII secolo, si collocano i rilievi delle architetture di Michelangelo nel complesso fiorentino di S. Lorenzo (Baldinucci, 1681-1728; Nelli, 1753, pp. 10 s.), donati al gran principe Ferdinando di Toscana. E ancora, nel corso di un soggiorno a Roma nel 1689, il rilievo della basilica Vaticana, del complesso del Campidoglio, di palazzo Farnese e di altre architetture sia di Michelangelo sia di Pietro da Cortona.
Abile disegnatore egli stesso, collezionò disegni di grandi maestri e di suoi contemporanei, collezione incrementata dal figlio e successivamente confluita nelle raccolte degli Uffizi (Kieven, 2001).
Al suo disegno Giovan Battista Clemente Nelli (1753, 1793) attribuisce l’esecuzione della facciata del fiorentino palazzo Viviani detto ‘dei cartelloni’, attribuzione, però, priva di evidenze documentarie. È verosimile ritenere che il progetto sia da ascrivere allo stesso Viviani o alla sua collaborazione con Nelli. Tale facciata, iniziata a costruire nel 1686 e portata a compimento nel 1772 da Giovan Battista Clemente Nelli, che sin dal 1733 era subentrato nella proprietà, unificava alcuni edifici acquistati da Viviani nel 1684 e nel 1686. Alla «direzione e sopraintendenza, e giudizio» di Nelli, a ogni buon conto, Viviani affidò il completamento dell’opera nel redigere il proprio testamento (Condello, 2010, p. 170). A Giovan Battista Foggini, invece, si possono attribuire i cartelloni plasticamente srotolati di fianco al portale centrale dell’edificio tripartito e quello dietro il busto di Galileo Galilei che sormonta il portale stesso, ‘bizzarria’ cui è dovuta la notorietà del palazzo.
D’altro canto l’attività di Nelli non fu propriamente architettonica, ma decisamente improntata al restauro statico e legata a interventi di carattere peritale.
Fu di questo genere l’incarico di riparare ai dissesti statici, dovuti a cause idrogeologiche, della chiesa fiorentina di S. Francesco al Monte (o S. Salvatore dell’Osservanza), già oggetto di intervento all’inizio del Cinquecento, quando si misero in pratica i suggerimenti di Leonardo da Vinci (Di Teodoro, 1991, pp. 160-162). Dopo la relazione peritale del 7 giugno 1697 il consolidamento previsto da Nelli fu attuato e concluso nel 1699 (Firenze, Biblioteca nazionale, II_20, cc. 26r-29r; Di Teodoro, 1991, p. 170).
Della medesima natura fu l’incarico del 1716 inerente alla rimessa in piombo della balaustra della loggia dei Lanzi eseguita nel mese di marzo di quell’anno e non nel maggio come afferma Giovan Battista Clemente Nelli (1753, pp. 20 s.). In tale occasione il progetto di Nelli sembrò superiore, anche per quanto riguardava il preventivo di spesa, a quelli presentati da Foggini e da Antonio Ferri (Di Teodoro, 1988).
Infine, un consolidamento fu l’ultimo incarico che Nelli ricevette nel 1725 (passato a Giovan Battista Bettini dopo la sua morte), riguardante il restauro del cupolino del vestibolo della Madonna dell’Umiltà di Pistoia (Nelli, 1753, p. 22. Documenti peritali del 17 e 18 maggio 1725 in Arch. di Stato di Pistoia, Umiltà, 551, accompagnati da disegni, di cui rende conto Belluzzi, 1993, pp. 98-100 e, ancora inediti, accompagnati da lettere, in Firenze, Biblioteca nazionale, II_20, n. 3, cc. 35r, 77r-79v, 86r-87v).
La natura degli scritti di Nelli, pubblicati postumi dal figlio nel 1753, è legata agli incarichi ufficiali che ebbe. Il Discorso del fabbricarsi i ponti sui fiumi della Toscana (Nelli, 1753, pp. 27-49) si accompagnò certamente alla nomina di provveditore del Magistrato di Parte guelfa. Pur sottolineando come le maggiori notizie sull’edificazione dei ponti si dovessero a Leon Battista Alberti e Vincenzo Scamozzi, Nelli partì dalla constatazione che ben altre fossero le informazioni da dare. Tuttavia, sebbene il testo rinvii alle ricerche di Benedetto Castelli e di Famiano Michelini, oltre che all’attività ingegneristisca di Viviani, le norme che detta si discostano poco dalla normale pratica di cantiere. Suggerisce che gli archi debbano essere ribassati o «ovali», che la loro freccia debba variare da 1/10 a 1/8 della luce e che si debba tener conto della velocità della corrente. Il Discorso, inoltre, è infarcito di notizie sui crolli dovuti a imperizia (il più noto esempio proposto è quello del ponte di Mezzo a Pisa: progettato arditamente a un solo arco dall’ingegner Alessandro Bortolotti, crollò dopo soli otto giorni dal disarmo).
Alla funzione di provveditore dell’Opera di S. Maria del Fiore si connette il Ragionamento sopra la maniera di voltar le cupole senza adoperarvi le centine, anch’esso pubblicato nel 1753 (pp. 51-74) da Giovan Battista Clemente. L’opera, significativamente, si occupa di «Tutto quello, che si deve preparare, e le regole da tenersi dagli architetti nella costruzione di una gran cupola, voltandola senza adoperarvi le centine, e senza cerchiature di ferro, mentre son queste di pregiudizio alla struttura delle cupole» (p. 53). Stupisce, tanto da far fortemente dubitare che Nelli sia realmente l’autore dello scritto, l’opinione contraria alle cerchiature, quando proprio a lui si deve la maggiore responsabilità della decisione granducale di incatenare la cupola di S. Maria del Fiore con quattro catene di ferro (presidio non attuato) dopo l’osservazione del peggioramento del quadro fessurativo delle otto vele e del tamburo, nel 1695 (Poleni, 1743; Guasti, 1857; Galluzzi, 1977; Saalman, 1980; Barbi - Di Teodoro, 1983, 1989; Di Teodoro, 1989, 2005-06, 2007, 2011). Con Viviani, Foggini, Filippo Sengher e Giovanni Guerrino Guerrini, Nelli fece parte della commissione granducale di indagine sulle lesioni della cupola fiorentina. Redasse una prima relazione il 4 gennaio 1695 e, con gli altri commissari, una definitiva il 6 dicembre di quello stesso anno. Nel febbraio 1696 il granduca approvò la relazione, ma già il 20 giugno 1695 era stato deciso di fabbricare le catene, mentre l’ordine fu dato al marchese Fabio Feroni, sovrintendente della Magona del ferro di Livorno, il 23 settembre 1695. Il 5 gennaio 1697 la prima catena era stata realizzata, ma non venne mai messa in opera (Di Teodoro, 2011). Non è stato mai rintracciato un documento ufficiale inerente l’abbandono dell’impresa.
All’incarico riguardante le questioni statiche della cupola brunelleschiana è certamente da riferire l’impegnativo rilievo della struttura, risalente, perciò, al 1695-98 (Barbi - Di Teodoro, 1989) e non al 1688 (Nelli, 1753, p. 11). I disegni che ne sortirono dettero luogo all’opera più celebre di Nelli, dal momento che furono incisi da Bernardo Sansone Sgrilli e pubblicati nel 1733, accompagnati da una descrizione dovuta a Gerolamo Ticciati: Descrizione e studi dell’insigne fabbrica di S. Maria del Fiore metropolitana fiorentina in varie carte intagliati da Bernardo Sansone Sgrilli (Firenze 1733). L’opera è così composta: dedicatoria di Bernardo Sansone Sgrilli, datata 18 agosto 1733; avviso ai lettori (pp. I s.); ritratto di Giovan Battista Nelli; descrizione della fabbrica di S. Maria del Fiore a opera di Gerolamo Ticciati (pp. III-XXXVIII); due sonetti di «Un pastore arcade»; 17 tavole inerenti a: complesso cattedrale e battistero (fig. I); intera cattedrale in pianta, sezione e prospetto (figg. II-VI); pianta del tamburo (fig. VII); emisezione in pianta con l’andamento della catena di castagno (fig. VIII); sezione del complesso cupola-lanterna (fig. IX); pianta, sezione e prospetto della lanterna (fig. X); pianta e sezione della “pergamena” della lanterna (fig. XI); «Dimostrazione esterna, et interna, della cupola» (fig. XII); prospetto dell’ottavo di loggia del tamburo e sezione parziale delle navate della cattedrale (fig. XIII); facciata del duomo (tav. XIII ½); quarta parte del coro in pianta e alzato (fig. XIV); prospetto e pianta dell’altare e del coro (fig. XV); piante, sezione e prospetto del campanile del duomo (fig. XVI); pianta e prospetto-sezione del battistero di S. Giovanni (fig. XVII). L’opera venne ristampata circa vent’anni dopo, sostituendo alla descrizione di Ticciati quella firmata da Giovan Battista Clemente Nelli (ma verosimilmente scritta dal padre: Nelli, 1753, pp. 11 s.) con il titolo: Piante ed alzati interiori ed esterni dell’insigne chiesa di S. Maria del Fiore, metropolitana fiorentina… misurati e delineati dal senatore Gio. Batista Nelli ed in diversi rami intagliati dal sig. Bernardo Sansone Sgrilli con la spiegazione de’ medesimi composta da Gio. Batista Clemente Nelli, in Scelta di architetture antiche e moderne della città di Firenze, opera già data in luce, misurata, disegnata, ed intagliata dal celebre Ferdinando Ruggieri, Firenze 1755 (tavola di concordanze fra le figure delle due edizioni, 1733 e 1755, in Barbi - Di Teodoro, 1989, pp. 109-111).
Le figure intagliate da Sgrilli rivelano una grande attenzione da parte di Nelli non solo per quel che attiene all’architettura della possente cupola realizzata da Brunelleschi, ma anche ai problemi di tracciamento (Di Pasquale, 1986). Stranamente – ma in conformità ai modi della rappresentazione del tempo – nulla si mostra relativamente alle tecniche costruttive. Eppure Nelli fu il primo a rilevare l’inclinazione dei letti di posa dei mattoni sulla superficie delle vele (Barbi - Di Teodoro, 1989, pp. 73 s., figg. 9, 24).
Morì a Firenze, il 7 settembre 1725.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, II_19; II_20; II_21; II_22; II_23; II_26; II_30; II_31; II_37; II_173; II_279; II_282; II_291;F. Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua (1681-1728), a cura di F. Ranalli, II, Firenze 1846, pp. 409 s.; G. Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio Vaticano, Padova 1743, coll. 101 s.; G.B.C. N., Discorsi di architettura del senatore G.B. Nelli … e due ragionamenti sopra le cupole di Alessandro Cecchini architetto, Firenze 1753; L. Ximenes, Del vecchio e nuovo gnomone fiorentino e delle osservazioni astronomiche fisiche ed architettoniche fatte nel verificarne la costruzione, Firenze 1757; G.B.C. Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, II, Losanna 1793, p. 854; C. Guasti, La cupola di S. Maria del Fiore, illustrata con i documenti dell’archivio dell’Opera secolare, Firenze 1857, pp. 177-184 e passim; P. Galluzzi, Le colonne «fesse» degli Uffizi e gli «screpoli» della cupola. Il contributo di Vincenzo Viviani al dibattito sulla stabilità della cupola del Brunelleschi (1694-1697), in Annali dell’Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, II (1977), pp. 77-111; H. Saalman, Filippo Brunelleschi. The cupola of S. Maria del Fiore, London 1980, pp. 213-218, 230-236; L. Barbi - F.P. Di Teodoro, Le lesioni della cupola di S. Maria del Fiore: una proposta di datazione, in Boll. degli ingegneri, 1983, n. 9, pp. 13-18; S. Di Pasquale, Filippo Brunelleschi dal mito al mistero, in Paolo Monti fotografo di Brunelleschi, Casalecchio di Reno 1986, pp. 9-58; F.P. Di Teodoro, Un restauro di G.B. N. alla loggia dei Lanzi, in Boll. degli ingegneri,1988, n. 12, pp. 16-21; Id., Cracks and chains. Unpublished documents for a history of the projected restorations of the cupola of S. Maria del Fiore. In appendix : Leonardo and the cracks in Brunelleschi’s dome, in Structural repair and maintenance of historical buildings.Proceedings of the international congress, a cura di C. Brebbia, Southampton-Boston-Basel-Berlin 1989, pp. 33-44; L. Barbi - F.P. Di Teodoro, 1695-1698: i rilievi di G.B. N. per la cupola di S. Maria del Fiore, in Rivista d’arte, s. 4, XLI (1989), pp. 57-111; J. Ploder, Ein Kuppelgerüst für S. Maria del Fiore? Revision einer wiederentdeckten Zeichnung, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XXXIII (1989), pp. 229-236; F.P. Di Teodoro, Le ‘rotture de’ muri’: cause, rimedi, prevenzione, in Achademia Leonardi Vinci, IV (1991), pp. 158-170; A. Belluzzi, Giuliano da Sangallo e la chiesa della Madonna a Pistoia, Firenze 1993, pp. 98-100; F. Gurrieri et al., La cattedrale di S. Maria del Fiore a Firenze, I, Firenze 1994; G.B. Nelli, Sopra la maniera di voltare le cupole senza adoperarvi le centine, in Toscana granducale, a cura di L. Sebregondi - R.M. Zaccaria, Roma 1996, pp. 174-176; E. Kieven, Notizien zur Geschichte der Sammlungen von Architekturzeichnungen: die Sammlung Nelli in den Uffizien, in Opere e giorni, Venezia 2001, pp. 667-672; F.P. Di Teodoro, «Di casa 4 gennaio1694 ab. Inc.» (4 gennaio 1695): la prima, inedita, relazione di G.B. N. sulle lesioni della cupola di S. Maria del Fiore, in Quaderni del dipartimento PAU, XV-XVI (2005-06), pp. 75-78; M. Condello, Palazzo Viviani «dei cartelloni», in Atlante del barocco in Italia, Firenze e il Granducato, a cura di M. Bevilacqua - G.C. Romby, Roma 2007, pp. 425 s.; F.P. Di Teodoro, Per la storia della stabilità della cupola di S. Maria del Fiore: quattro lettere inedite di Lorenzo Merlini a G.B. N. (27 agosto - 24 dicembre 1695), in Il patrimonio architettonico e ambientale. Scritti per Micaela Viglino Davico, a cura di C. Roggero - E. Dellapiana - G. Montanari, Torino 2007, pp. 72-77; M. Condello, Eredità galileiane: Viviani, N., Foggini e la costruzione del palazzo ‘dei cartelloni’, in Architetti e costruttori del barocco in Toscana, opere, tecniche, materiali, a cura di M. Bevilacqua, Roma 2010, pp. 159-183; F.P. Di Teodoro, Giovanni Poleni, Domenico Maria Manni e le catene per la cupola di S. Maria del Fiore: per la storia delle fratture e dei previsti risarcimenti alla «grande macchina» di Filippo Brunelleschi, in Annali di architettura, XXIII (2011), pp. 151-176.