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MAGANZA, Giovan Battista

di Giuseppe PAVANELLO - Adolfo CALLEGARI - - Enciclopedia Italiana (1934)
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MAGANZA, Giovan Battista

Giuseppe PAVANELLO
Adolfo CALLEGARI

Pittore e poeta, nato intorno al 1510 a Calaone, villaggio presso Este, morto a Vicenza il 25 agosto 1586. Trasferitosi a Vicenza col padre, nominato connestabile di Porta Padovana nel 1540, trascorse ivi tutto il resto di sua vita amato e aiutato da G.G. Trissino, da A. Palladio, da S. Speroni, da L. da Porto e da tutti i membri dell'Accademia olimpica, dalla quale per qualche tempo fu stipendiato. Il Palladio era il decoratore, il M. il poeta delle cerimonie e delle feste vicentine. Solo una breve dimora fece col Trissino e col Palladio a Roma (1545-47) e una alquanto più lunga a Padova, dove lo trasse speranza di studî e di guadagni maggiori, intorno al 1582. Anche a Venezia contava amici preziosi, come il Tiziano, Luigi Cornaro e Giacomo Contarini. Nella pittura, C. Ridolfi lo dice discepolo del Tiziano, ed è lodato specialmente per i ritratti, ma quasi niente resta della sua attività pittorica, talché non si può dare giudizio del suo valore, forse esagerato dai contemporanei; anche villa Repetta da lui affrescata è scomparsa. Nel Museo civico di Vicenza esiste un suo ritratto di Ippolito Porto, ben tagliato, di vivace gamma coloristica. Nello stesso museo gli sono attribuiti una Presentazione al Tempio, dove si mostrerebbe più amante dei colori che del colore, e il ritratto incompiuto di un vecchio, che non deve appartenergli. A Este nella basilica delle Grazie si dà come suo un Crocifisso, minore del naturale, nerastro e ridipinto nel fondo; ma probabilmente è del suo nipote omonimo, col quale il M. andò anche di recente confuso. Come poeta, scrisse, col soprannome di Magagnò, molti e vivaci componimenti nel dialetto pavano, accostandosi al Ruzzante, di cui si professa discepolo; ma senza il realismo e la vigorosa originalità del padovano, giacché il M. per lo più riprende e traveste nel suo vernacolo motivi e forme della lirica d'arte nazionale. Satireggiò, secondo l'uso cinquecentesco, le trappole degli avvocati, la vacuità dei pedanti, l'avarizia dei ricchi. Praticò anche l'alchimia, più per soccorrere i bisognosi che per arricchire la famiglia, la quale si accollò devotamente i suoi debiti, come attesta il figlio Alessandro.

Questi (nato nel 1556 a Vicenza, morto nel 1630) fu egli pure poeta rustico e pittore abbastanza dotato, ma privo di originalità e troppo fecondo. Scolaro del padre, poi di G.A. Fasolo, s'ispirò talora nelle composizioni e in certe figure femminili al Veronese, talora gonfiò le forme alla maniera di B. Zelotti, risentendo nei panneggiamenti l'influsso dei Bassano. Si conosce di lui anche un'incisione. Nei suoi quadri ebbe spesso l'aiuto dei figli. Il Vicentino fu il principale campo della sua operosità, ma s'incontrano di frequente i suoi lavori altrove nel Veneto, e a Brescia, Cremona, Mantova, Milano, Pavia. Le migliori sue cose sono: a Vicenza nella cappella del Santissimo in duomo e a S. Pietro, a Padova a S. Gaetano. Ebbe tre figli pittori anch'essi, che gli premorirono. Il migliore fu G. Battista (1577-1617).

Bibl.: Vedova, Biogr. di scritt. pad., Padova 1832; C. Ridolfi, Meraviglie dell'arte, ed. da v. Hadeln, II, Berlino 1924; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929. Inoltre: Longo e Martini, Notizie intorno ai M., Vicenza 1878; D. Bortolan, G. M. seniore, Bassano 1883; G. Pasqualigo, La lingua rustica padovana nei due poeti G. B. M. e D. Pittarini, 2ª ed., Verona 1908; F. Franceschetti, La famiglia e la patria del pittore e poeta rustico G. B. M., ecc., in Arch. ven., II (1927); R. Viola Muzolon, La poesia di G. B. M. detto il Magagnò, in La Cultura, XII (1933), pp. 49-67; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, vii, Milano 1934, pp. 110-130.

Vedi anche
Francesco Maffèi Maffèi, Francesco. - Pittore (Vicenza 1600 circa - Padova 1660). Da Tiziano, dal Veronese, da Rubens, a Venezia, dai vivi esempî di D. Fetti, di J. Lys e di B. Strozzi, derivò gli elementi che formarono il suo stile caratterizzato da una pennellata nervosa e rapida, e dalle dissonanze di colore e di ... Domenico Campagnòla Campagnòla, Domenico. - Pittore e incisore (Venezia 1500 - Padova 1564). Allevato da Giulio Campagnola che, adottandolo, gli trasmise il cognome, coltivò inizialmente l'incisione, usando una tecnica ora aspra ora morbida: il gruppo di xilografie (di soggetto religioso) e di incisioni su rame (anche di ... Andrea di Pietro della Gondola detto Pallàdio Pallàdio, Andrea di Pietro della Gondola detto. - Architetto (Padova 1508 - Vicenza 1580). Lavorò prima a Padova, come tagliatore di pietra, nella bottega di B. Cavazza da Sossano (1521), e poi (dal 1524) a Vicenza, nella bottega in Pedemuro dell'architetto e scultore Palladio, Andrea di Pietro della ... Vicenza Comune del Veneto (80,6 km2 con 114.108 ab. nel 2008, detti Vicentini), capoluogo di provincia. La città è situata nella pianura veneta, allo sbocco del corridoio alluvionale interposto tra i Monti Berici e i Lessini e alla confluenza del Retrone con il Bacchiglione. ● L’abitato di origine preromana, ...
Altri risultati per MAGANZA, Giovan Battista
  • MAGANZA, Alessandro
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)
    Alessandro Serafini Figlio del poeta e pittore Giovanni Battista e, probabilmente, di Thia Dal Bianco, nacque a Vicenza nel quartiere di S. Pietro prima del 1556. Avviato dal padre alla pratica della pittura, il M. iniziò poi un secondo tirocinio nella bottega di Giovanni Antonio Fasolo, tramite il ...
Vocabolario
battista¹
battista1 battista1 (ant. batista) s. m. [dal lat. tardo baptista, gr. βαπτιστής, der. di βαπτίζω «battezzare»] (pl. -i). – 1. Propr., chi battezza, battezzatore; in partic., il sacerdote che ha l’incarico di battezzare in vece del parroco....
quota-giovani
quota-giovani (quota giovani), loc. s.le f. Proposta di istituire una percentuale di posti di lavoro da riservare ai giovani. ◆ Che cosa possono fare i giovani? «Stanno già facendo molto. Questa gran voglia di fare, di creare che ha contagiato...
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