CREVATIN, Giovan Battista
Nacque a Trieste il 10 ag. 1837 da Francesco e Anna Marchesetti. Si impose sin da giovane come ritrattista e paesaggista, esprimendo, in questo secondo genere, meno felicemente la sua personalità artistica.
La formazione del C., acquisita nelle scuole della città natale, è prettamente locale, basata su modelli accademici e legata alla tradizione pittorica ottocentesca triestina. Una certa importanza riveste la sua attività di maestro delle giovani leve - fra cui spicca Guido Grimani - che ricorrevano a lui, nel suo studio, anche per il suo carattere preciso e attento e la disponibilità all'insegnamento.
Il C., che nel 1878 aveva sposato Pia Tarabochia, discretamente inserito nella vita artistica di Trieste, prese parte alle frequenti riunioni, nei caffè cittadini, di pittori e scultori che nel decennio 1870-1880 contribuirono al risveglio culturale locale e che portarono alla fondazione del Circolo artistico triestino, di cui il C. fu uno dei componenti del primo direttivo.
Notevole successo ottenne come ritrattista - specie di teste femminili - e ancor oggi sono conservate in collezioni private numerose opere di questo genere. In esse si possono notare la puntuale attenzione ai particolari d'ambiente, l'accentuata ripresa oggettiva dei caratteri individuali in una resa quasi fotografica della realtà.
Il C. ritiene il disegno elemento base del dipingere relegando in secondo piano il colore particolare interesse riveste la sua tendenza alla trasposizione in modi pittorici della ripresa fotografica.
Nel 1895, in occasione di un'esposizione organizzata dal Circolo artistico triestino, presentò una tela di vastissime proporzioni, Diana sorpresa da Atteone - oggi perduta, ma di cui si conserva in una collezione privata il bozzetto -, la quale si stacca dalla produzione precedente per il tentativo, forse non molto riuscito, di inserire figure umane, di impostazione accademica, in uno scenario naturale. Opera, questa, non proprio aderente al gusto del momento, ma che ricevette il secondo premio della giuria attribuitole più per la mole e il tempo impiegato nella sua composizione che per i reali meriti artistici.
Il C. morì a Trieste il 2 ag. 1910.
Tra le sue opere, oltre alla pala d'altare della chiesa di Umago, si ricordano i ritratti di L. Alimonda (coll. priv.), M. Clescovich (coll. priv.), A. Jardis (Trieste, Civici Musei di storia e arte) e, nella Camera di commercio di Trieste, quelli di A. Vicco, C. de Reyer, E. de Morpurgo.
Fonti e Bibl.: Necrol., in Il Piccolo, 2 agosto e 3 ag. 1910 L'Illustrazione ital., 21 ag. 1910, p. 196 L. Franellich, Catal. dei quadri antichi e moderni e d. oggetti d'arte di proprietà di L. Franellich, Trieste 1885, p. 82 Il Piccolo, 20 dic. 1897 Catal. d. Esposiz. internaz. maggio-giugno 1904, Trieste 1904 S. Sibilia, Pittori e scultori di Trieste, Milano 1922, p. 129 Catal. d. Mostra del ritratto femminile, Trieste 1933, nn. 236, 299 Il Piccolo, 15 marzo 1933 C. Wostry, Storia del Circolo artistico di Trieste, Udine 1934, pp. 28, 31, 62, 64, 109, 114, 117 Rassegna di pittura e scultura dell'800 a Trieste…, Trieste 1937 L. Froglia, Il pittore triestino G. Grimani, Trieste 1971, pp. 7, 13, 44 ss. Il palazzo della Borsa Vecchia 1800-1980. Arte e storia, Trieste 1981, pp. 130 s. U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon..., VIII, p. 105.