NELLI, Giovan Battista Clemente
NELLI, Giovan Battista Clemente. – Nacque a Firenze il 7 settembre 1725 da Giovan Battista, noto accademico, e da Vittoria Cecchini.
Per volere della famiglia studiò presso le Università di Pisa e Bologna, dove si applicò al diritto pubblico e all’economia. Ricoprì cariche di prestigio all’interno del Granducato di Toscana, tra le quali quella di amministratore dei Monti pubblici, cavaliere dell’Ordine di S. Stefano e successivamente senatore, titolo già conquistato da Giovan Battista.
Si dilettava di poesia latina e italiana con scarso esito, mentre riusciva meglio nella musica. Nella prima parte della sua vita studiò con assiduità l’architettura, sulla scia degli interessi del padre, profondendo particolare impegno nel raccogliere gli scritti e nel dare alle stampe le opere di tema architettonico lasciate inedite da questo, apprezzato studioso di matematica e architettura, interpellato a più riprese per risolvere problemi statici o estetici di alcuni tra i più famosi monumenti toscani. La prima opera a stampa di Nelli furono infatti i Discorsi di architettura (Firenze 1753), che accoglievano tre lunghi saggi di Giovan Battista (due sull’analisi della cupola di S. Maria del Fiore, il terzo sulla costruzione dei ponti in Toscana), ai quali premise una particolareggiata biografia. Legata sempre alla produzione del padre è l’opera Piante ed alzati interiori ed esterni dell’insigne chiesa di S. Maria del Fiore metropolitana fiorentina (Firenze 1755), che comprendeva non solo il lavoro grafico paterno, ma anche un’accurata ricostruzione storica con l’aggiunta di alcune altre piante e alzati, e commenti. Grazie a tali testi Nelli acquisì una fama piuttosto vasta, specie nell’ambito degli studi di architettura, tale che Lorenzo Ginori volle richiedere il suo parere riguardo alle innovazioni che aveva apportato alla fabbrica di porcellane di famiglia dopo la morte del padre Carlo nel 1747.
La prima opera prodotta da Nelli in maniera completamente autonoma rispetto al lavoro del padre è il Saggio di storia fiorentina del secolo XVII (Lucca 1759), che si distingue per la minuzia dei profili biografici, ai quali fece riferimento anche Girolamo Tiraboschi, talvolta per precisarne qualche punto.
La pubblicazione riaccese l’aspra controversia sorta fra Nelli e Francesco Marchetti già all’epoca dei Discorsi di architettura, nei quali Nelli aveva definito il padre di Francesco, Alessandro, allievo di Giovanni Alfonso Borelli, nonché docente di filosofia presso il prestigioso ateneo pisano, «più poeta e verseggiatore che matematico e fisico» (p. 9) e aveva dato per certa (e comprovabile alla luce di documenti in suo possesso) la notizia secondo cui il De resistentia solidorum (Firenze 1669), considerato il capolavoro di Marchetti, sarebbe stato scritto per lui dallo stesso Borelli al fine di arginare la fama di Vincenzo Viviani, maestro di Giovan Battista Nelli e intrinseco dell’intera famiglia. La decisa e tempestiva replica di Francesco Marchetti (Vita e poesie d’Alessandro Marchetti, Venezia 1755) non era servita a placare l’animo di Nelli, il quale rincarò la dose nel testo sulla storia fiorentina, suscitando una nuova replica di Marchetti (Risposta apologetica…, Lucca 1762). Le aspre polemiche tra i due letterati ebbero un seguito anche nelle Novelle letterarie, periodico fiorentino centrale per la diffusione della cultura antiquaria italiana nella seconda metà del Settecento: il direttore Giovanni Bianchi, che per altro lo conosceva personalmente, segnalando in un articolo il testo di Marchetti (10 dicembre 1762, n. 50, pp. 809 s.), usò nei confronti di Nelli espressioni così pesanti da essere costretto a pubbliche scuse, apparse sullo stesso giornale(4 febbraio 1763, n. 5, pp. 72-74).
Accanito bibliofilo e antiquario, Nelli riuscì a mettere insieme un’interessante raccolta di arte e di antichità nonché una biblioteca ragguardevole per numero e qualità dei volumi. Il nucleo iniziale della collezione fu legato alla ricezione, tramite Giovan Battista, dell’eredità di Vincenzo Viviani, allievo di Galilei e possessore della più vasta raccolta di sue opere manoscritte. Per prendere possesso del lascito di Viviani nel 1733, Nelli dovette adempiere la condizione testamentaria di far erigere un monumento a Galilei in S. Croce, cosa che in effetti fece nel 1737.
A tale fortunata e prestigiosa eredità è legata la fatica che valse a Nelli la maggior parte della sua fama di letterato: l’opera Vita e commercio letterario di Galileo, edita nel 1793 a Firenze, ma con la falsa indicazione di Losanna, per timore delle autorità ecclesiastiche.
Divisa in sei parti, l’opera ricostruisce le vicende biografiche del grande scienziato fiorentino dalla gioventù attraverso l’analisi rigorosa di un numero considerevole di lettere, molte delle quali relative alla pubblicazione del Sidereus nuncius e al processo inquisitoriale. Le difficoltà incontrate nella pubblicazione emergono in tre delle nove lettere – conservate presso l’Archivio di Stato di Lucca – che Nelli indirizzò a Giovanni Attilio Arnolfini, fisico, matematico ed esperto di studi economici, con il quale era in contatto dal 1789. Dalle epistole si evince come nel settembre 1790 la biografia di Galilei fosse quasi al termine e Nelli avesse pensato a Lucca piuttosto che a Firenze per la stampa, per ragioni non solo legate ai costi (troppo alti nel capoluogo toscano): chiedeva infatti esplicitamente ad Arnolfini se la censura a Lucca fosse particolarmente rigorosa e se sarebbe stata più permissiva nel caso in cui sul frontespizio fosse stato indicato un luogo falso. Le ragioni delle precauzioni risiedevano nel fatto che «nel libro vi è scritta l’istoria genuina delle persecuzioni le quali il Galileo sofferse al Sant’Uffizio» (cit. in Arrighi, 1962, p. 43). La corrispondenza con Arnolfini fu interrotta dalla sua morte nel novembre 1791 e fu questo forse il motivo per cui Nelli si rassegnò a pubblicare la Vita di Galileo, presso Moucke, a Firenze, mantenendo però il proposito di apporre un luogo di pubblicazione fasullo.
La particolare precisione e dovizia di particolari del voluminoso testo di Nelli è legata alla vasta mole di materiale documentario in suo possesso, costituito dal nucleo proveniente dall’eredità Viviani e, in ancor più larga parte, da successive acquisizioni di manoscritti di Galilei e di altri scienziati dell’Accademia dei Lincei o del Cimento.
La scoperta di un lotto di documenti, particolarmente significativa rispetto al numero di carte, sarebbe avvenuta del tutto casualmente secondo la versione datane, tra gli altri, da Giovanni Targioni Tozzetti (1780): avendo acquistato della mortadella, Nelli notò che l’involto era costituito da un prezioso autografo del grande fiorentino e, messosi sulle tracce della provenienza di quella carta, rintracciò le altre, abbandonate, acquistandole per una cifra irrisoria e salvandole così dalla distruzione.
Avrebbe voluto allargare le ricerche anche ad altri esponenti del mondo scientifico del XVII secolo, applicandosi in particolare a redigere una storia dell’Accademia dei Lincei e una serie di biografie dei suoi componenti, ma non riuscì nell’impresa, a testimonianza della quale restano alcune pagine manoscritte con una sintetica biografia di Federico Cesi.
Morì a Firenze il 23 dicembre 1793.
Nelle sue intenzioni vi era anche il progetto di una seconda edizione ampliata della biografia di Galilei; il suo lavoro fu ripreso da Giovan Battista Venturi che nelle Memorie e lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei (Firenze 1818-21) stampò gli stessi documenti, conservati presso la Biblioteca Palatina (attuale Biblioteca nazionale di Firenze), dove erano approdati nel 1818. Infatti Nelli aveva disposto che, in caso di alienazione, il granduca regnante esercitasse il diritto di prelazione sull’intero patrimonio documentario relativo a Galilei e agli scienziati a lui legati. Pare che i suoi eredi volessero disattendere le condizioni testamentarie del defunto (cfr. Biagetti, 1982, p. V n. 1), ragione per la quale i documenti furono posti sotto sequestro dal 1805 al 1809 e poterono essere acquisiti dallo Stato toscano solo dopo anni di trattative.
Fonti e Bibl.: G. Targioni Tozzetti, Notizie degli aggrandimenti delle scienze fisiche accaduti in Toscana nel corso di anni 60 del secolo 17…, I, Firenze 1780, p. 134; G. Gamba, N. (G.C. De), in E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti,III, Venezia 1844, pp. 96-99; F. Inghirami, Storia della Toscana. Monumenti, s.l. 1844, pp. 456 s.; A. Favaro, Intorno ad alcuni documenti galileani recentemente scoperti nella Biblioteca nazionale di Firenze, in Bollettino di bibliografia e di storia delle scienze fisiche e matematiche e fisiche, XIX (1886), V.G. Arrighi, La mancata edizione lucchese della‘Vita e commercio letterario di Galileo Galilei’. Tre lettere di G.B. N. a G.A. Arnolfini, in La provincia di Lucca, II (1962), pp. 42-46; Note completive al Federico di Federico Cesi romano di G.B.C. N., a cura di R. Rosselli, Spoleto 1982, passim; A. Biagetti, Prefazione, ibid., pp. V-VII).