CAMPORESI, Giovan Battista
Nacque a Bologna intorno al 1728 (Giordani), e qui iniziò la sua attività di stuccatore intorno al 1745 (Oretti). Tra le prime opere del C., la cui attribuzione è convalidata dalle testimonianze contemporanee (Oretti; Malvasia), va ricordato l'altare dell'Angelo Custode (il secondo a destra) nella chiesa di S. Maria Maggiore a Bologna, eretto probabilmente durante i lavori di ristrutturazione dell'altare condotti nel 1752 (G. Roversi, in La basilica parrocchiale di S. Maria Maggiore in Bologna, Bologna 1966, pp. 33-81, 55 s.; per il dipinto di E. Graziani, raffigurante l'Angelo Custode, vedi L. Crespi, Felsina pittrice, Roma 1769, p. 112).
Successivamente il nome del C. ricorre in occasione dei restauri compiuti nella sistemazione degli interni di diversi palazzi e case private di Bologna; tra l'altro sappiamo che nella allora casa Lambertini (già palazzo Vizzani, oggi Sanguinetti, in via S. Stefano, n. 43) curò la decorazione a stucco di due ambienti con caminetti e porte ornate, e che lavorò inoltre in casa Legnani del Senatore (è questo un palazzo tardocinquecentesco, diventato più tardi palazzo Pizzardi, oggi sede delle Ferrovie dello Stato, in via Massimo d'Azeglio, n. 38, angolo via Farini, dove presenta una facciata ottocentesca). In seguito a San Giovanni in Persiceto, in territorio bolognese, in collaborazione con Gaetano Raimondi, curò la decorazione a stucco della chiesa dei padri conventuali di S. Francesco, le cui strutture architettoniche, come la sala dell'annesso monastero (oggi sede della scuola media statale "B. Croce"), sono opera del Torreggiani, che vi terminava i lavori intorno al 1752. Più tardi il C. eseguì l'altare e la cornice in stucco intorno alla tela raffigurante L'Annunziata, opera di Marco Antonio Franceschini (Oretti) nella cappella Aldrovandi-Marescotti (Thieme-Becker), della quattrocentesca chiesa del Corpus Domini (o La Santa).
Tutta la fabbrica è stata fortemente danneggiata durante l'ultimo conflitto mondiale; lo stesso altare del C., tutto basato sul gioco cromatico tra ocra e bianco, con motivi vegetali e festoni, secondo il gusto dell'epoca, ha subito notevoli lesioni e la parte superiore della cimasa è del tutto scomparsa.
Il C. eseguì anche l'altare con decorazione a stucco nella chiesa di S. Maria Egiziaca, allora delle Scuole Pie, il cui disegno fu fornito da Mauro Tesi (Thieme-Becker), e l'intera decorazione a stucco dell'interno di S. Maria delle Febbri, o oratorio di Miramonte (distrutta nel sec. XIX), quest'ultima secondo il disegno di Antonio Cartolari. Il C. eseguì tutte le opere sopracitate prima del 1776, data in cui scriveva l'Oretti: nulla si sa delle opere da lui compiute dopo.
Il C. morì a Bologna nel 1789.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. dell'Archiginnasio, ms. B. 133: M. Oretti, Notissimi professori del dissegno..., XI, c.302; [C. C. Malvasia], Pitture, sculture ed architetture delle chiese, luoghi pubblici... di Bologna..., Bologna 1782, pp. 220, 465; G. Giordani, Guida del forestiere per la città di Bologna, Bologna 1844, pp. 76, 218; S. Muzzi, Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, Bologna 1844, I, n. 63; Id., Annali di Bologna, 1656-1796, VIII, Bologna 1846, p. 735; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 479.