BIDELLI, Giovan Battista
Nacque in Milano intorno al 1580 da un Bartolomeo; sposò Vittoria Locarni della famiglia di tipografi che ebbe lunga attività in Milano; dal matrimonio ebbe cinque figli: Caterina, Margherita, Clara, Giovan Maria - il quale divenne giurista di buona fama - e Giovan Battista. Abitò in una casa posta "a porta Cumana, parrocchia di S. Protaso ad Monachos" e tenne bottega "sotto la loggia delle prigioni del Podestà in Porta Romana, parrocchia di S. Tecla". La Santoro ha rinvenuto il suo testamento (rogato a Milano il giorno 11 marzo 1654), nel quale si fanno eredi universali i due figli Giovan Maria e Giovan Battista, salve le doti concesse alle figlie ed alcuni modesti legati a parenti e dipendenti. La stessa suppone che il B. sia morto nel 1654. Sta di fatto, però, che si conosce una edizione del B. stampata da Carlo Camagno "ad istanza di Giovan Battista Bidelli, 1656". Sembra dunque che la data della sua morte debba spostarsi di due anni e forse più, giacché la dedica dell'autore di quell'opera ha la data: dicembre 1656. Si potrebbe, invero, congetturare che l'edizione fosse stata affidata per la stampa al Camagno nel 1654: ma due anni di mora tra la commissione e la pubblicazione del libro sembrano invero troppi.
L'attività del B. come libraio ebbe inizio probabilmente nei primi anni del Seicento, ma non sembra che egli abbia avuto una tipografia prima del 1610-12. Negli anni successivi - e sin che visse - mantenne sempre ampia attività come editore e stampatore, senza, tuttavia, mai avventurarsi in grosse imprese tipografiche; pubblicò in preferenza libri di autori contemporanei e di attualità, dei più svariati argomenti e generi letterari. La Santoro ricorda del B. tre edizioni in lingua spagnola: Lope de Vega,Las Comedias (1619), Yorge Monte Maior,La Diana nuevamente corregida y revista por Alonso de Ulloa (1616),Reglas militares de Melzo (1619). Ma questa edizione non è che la traduzione in lingua spagnola delle Regole militari sopra il governo e servitio particolare della cavalleria di Francesco Ludovico Melzo, già pubblicate originariamente ad Anversa nel 1611. Nel 1612 il B. mise assieme una raccolta di idilli e la pubblicò in società con gli eredi di Pietro Martire Locarni: Idilli di diversi nuouamente raccolti da G. B. B. insieme aggiuntoui alcune rime non più stampate, in Milano, per gli eredi di Pietro Martire Locarni e Gio. Battista Bidelli, 1612. Vi si leggono rime dell'Achillini, del Campeggi, del Marino, del Preti e di altri. Nel 1618 ristampò la raccolta con aumenti: Gl'Idilli di diversi ingegni illustri del secol nostro raccolti da G.B.B. Insieme aggiuntivi alcuni non più viventi. Tra le opere puramente letterarie pubblicate dal B. si possono ricordare: Il Furio Camillo. Poema del letterato genovese Ansaldo Ceba (1616) e del medesimo La Regina Esther. Poema (1618). Di Scipione Errico stampò Le rivolte in Parnaso. Commedia (1626), e del romanziere Giovanni Pasta Il Dermondo ossia il Principe sapiente (1638). Il B. fu l'editore di tutte le opere cavalleresche di quel celebre Francesco Birago che il manzoniano don Ferrante tanto ammirava: Discorsi cauallereschi ne' quali con rifiutare la dottrina cavallerescha del Sig. G. B. Olevano s'insegna ad honorevolmente racchettare le querele nate per cagion d'honore (1622), ristampata con aggiunte nel 1628; Consigli cavallereschi ne' quali si ragiona circa il modo del far le paci con un'Apologia cavalleresca per il Sig. Torquato Tasso (1623), cui fece seguito Il Secondo libro dei Consigli cavallereschi... (1624). Nel 1628 le Cavalleresche decisioni furono affidate dal B. per la stampa a Filippo Ghisolfi, e vennero replicate nel 1637, editore il B., ancora tipografo il Ghisolfi. Altra opera - non cavalleresca - del Birago fu pubblicata dal B. nel 1626: Trattato cinegetico ovvero della caccia. Tra le non molte edizioni di libri scientifici che il B. pubblicò si possono ricordare: De morbis veneficis ac de veneficiis (1618), trattato di Battista Codronchi da Imola; La fisionomia naturale di Antonio Pellegrino (1625) e la ristampa degli opuscoli polemici di quell'estroso medico e soldato che fu Tommaso Zefiriele Bovio, seguace del Paracelso, astrologo e naturalista: Flagello de' medici rationali (1617), dall'ediz. del 1583 pubblicata a Venezia dal Nicolini; Melampigo overo confusione de' medici sofisti che s'intitolano rationali et del dott. Claudio Geli et suoi complici... (1617), dall'edizione veronese del Discepolo del 1585; Fulmine contro de medici putatitii rationali (1617), dall'edizione veronese dei Delle Donne e Rossi del 1592. Assieme a questi pubblicò anche la ristampa della risposta del Geli (o Gelli): Risposta ad un certo libro contra medici rationali, dalla edizione di Venezia, 1584. Ristampe pregevoli di opere storiche sono: Rerum patriae lib. III del celebre Andrea Alciati (1625), pubblicata in concorrenza con i Malatesta che avevano l'incarico ufficiale di stampare il corpus degli storici milanesi. Nel 1629 un testo storico pubblicò ancora il B.: Historiae Cisalpinae del Puteanus (Pierre Dupuys), ma i Malatesta (scrive la Santoro) si accordarono con lui e, acquistata in blocco l'edizione, la rivendettero tutta intera al Comune. In occasione della peste del 1629 ristampò la Relazione della peste che fu in Milano l'anno 1576 di Iacopo Filippo Besta (1630, dall'edizione di Pacifico Pontio, Milano 1576). Altri scritti storici pubblicati dal B. sono: Iprimi due libri della storia sopra i movimenti d'arme successi in Italia dal 1613 al 1618 di Pier Giovanni Capriata (1627); la ristampa del De bello mussiano di Galeazzo Capella (1629). Molto bella è l'edizione delle Vite dei Dodici Visconti di Paolo Giovio tradotte in italiano da Lodovico Domenichi (1632): è ristampata dall'edizione giuntina di Firenze (1549) ed è adornata da un frontespizio disegnato dal Crespi ed inciso da C. Bassani, oltre che da dodici ritratti dei Visconti. Non sono poche le edizioni del B. che hanno frontespizi incisi in rame: era ormai una consuetudine che si andava affermando presso gli stampatori non solo d'Italia. In verità non tutte queste incisioni sono pregevoli quanto a ideazione ed esecuzione. Tra le migliori si possono annoverare le antiporte negli Esercizi spirituali di Cesare Meloti (1634), grosso volume di circa mille pagine con un rame di G. P. Bianchi, che eseguì anche l'antiporta del Patriarchae sive Christi Servatoris genealogia (1645) di Emanuele Tesauro. Per bellezza tipografica eccelle l'edizione delle Bibliothecae Alexandrinae Icones di C. Giarda (1628, con 16 tavole f.t., frontespizio inciso da Cesare Bassani). Altro libro con belle tavole è l'edizione dei Carichi militari. Fucina di Marte di G. C. Brancaccio (Milano 1620), attribuito al più celebre fratello Lelio: è ristampa dell'edizione di Anversa del 1610. Un bel frontespizio a figure si trova nel De Patriae urbis laudibus di Isidoro Isolani (1629). La lunga attività editoriale e tipografica del B. fu coronata da due edizioni musicali: G. Zanetti,Il scolaro per imparare a suonare il violino et altri strumenti... (1645), e M. A. Grancini, Il primo libro de' madrigali in concerto (1646): entrambe furono affidate per la stampa al Camagno, che era uno specialista in libri musicali. La seconda opera è dedicata dall'autore (che era organista della Metropolitana di Milano) a un suo protettore; la data è del dicembre 1646, ed è - allo stato attuale delle ricerche bibliografiche - l'ultimo prodotto del Bidelli. Secondo la Santoro le sue edizioni furono in tutto circa sessanta, comprese quelle affidate per la stampa a Filippo Ghisolfi e a Carlo Camagno.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano,Notai, filza 29855, atto 1003; Milano, Arch. stor. civ.,Famiglie, c. 192; G. Fumagalli,Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, p. 220; G. Petraglione,Un'edizione ufficiale di storici milanesi, in Arch. stor. lombardo, s. 4, XXXII (1905), pp. 174 s.; G. Boffito,Frontespizi incisi nel libro ital. del seicento, Firenze 1922, p. 27; M. Donà,La stampa musicale a Milano fino all'anno 1700, Firenze 1961, pp. 5 s.; C. Santoro,Tipografi milanesi del sec. XVII, in La Bibliofilia, LXVII (1965), pp. 310 ss.