BERGONZONI, Giovan Battista
Nacque a Bologna verso il 1628; francescano, le due maggiori opere cui è legato il suo nome sono: l'ampliamento della chiesa di S. Maria della Carità (1680) e la ricostruzione di S. Maria della Vita (1687-90). Senza dubbio è in quest'ultima opera che il talento architettonico del B. si esprime con maggiore pienezza: al posto della vecchia chiesa della Compagnia dei Battuti della Beata Vergine della Vita egli costruì un tempio a pianta centrale che costituisce un unicum nell'architettura barocca bolognese.
Il progetto del B. era stato scelto tra molti altri - nei primi mesi del 1686 - perché giudicato "il più galante et il più a proposito ". I lavori cominciarono nel luglio dello stesso anno, come risulta dalle note autografe dell'architetto (Sighinolfi). Il Wittkower ha sottolineato i rapporti assai stretti che legano l'invenzione del B. a quella borrominiana di S. Agnese in piazza Navona. Su una pianta che corrisponde sostanzialmente ad un rettangolo ad angoli tagliati si sviluppa un alzato a croce greca, su cui si imposta una cupola ovale (eretta da G. Tubertini, su disegno di A. Bibiena, soltanto nel 1787). Il disegno della cupola non fa che assecondare la struttura ellittica dell'ambiente principale. A questo si innesta un coro quadrangolare (a sua volta sormontato da una cupola), secondo un gusto costruttivo che deriva dal lombardo Ricchini e che, in particolare, ricorda la chiesa di S. Giuseppe a Milano. Ma qui, a differenza di quanto accade nella chiesa milanese, il coro e la chiesa appaiono strettamente legati per mezzo dell'arco e delle colonne portanti che sono comuni a entrambi gli spazi e che trovano rispondenza in eguali elementi costruttivi nella parete di fondo del coro (Wittkower). La qualità scenografica dello spazio immaginato dal B. è accentuata sia da particolari strutturali dovuti allo stesso architetto (le cappelle e i coretti, ad esempio, che si aprono entro i quattro pilastri angolari) sia dalla felice decorazione rococò che appartiene al medesimo tempo della cupola (gli stucchi di L. Acquisti, gli affreschi di G. Gandolfi e S. Barozzi).
Qualche anno prima il B. era intervenuto nella chiesa bolognese di S. Maria della Carità (1680), edificio di gusto vignolesco dovuto a P. Fiorini (1583). Il B. costruì la sacrestia, nonché quattro cappelle angolari a pianta quadrata e coperte da cupola. Sulle cupolette delle cappelle si alzano quattro grandi lanterne a struttura cilindrica che conferiscono un carattere assai vivace all'esterno della costruzione.
Fonti e Bibl.: [M. Gualandi], Memorie originali…, s. 6, Bologna 1845, p. 4; L. Sighinolfi, La chiesa e l'orat. dell'osp. di S. Maria della Vita, Bologna 1927, pp. 31-34; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, Bologna 1930, pp. 20, 170; C. Ricci, Architettura barocca in Italia, Stuttgart s.d., p. 44; V. Golzio, Il Seicento e il Settecento, Torino 1950, p. 204, figg. 202, 205; R. Wittkower, Art and Architecture in Italy - 1600 to 1750, Harmondsworth 1958, pp. 190 s., 360; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 413.