giornalismo
Al servizio della notizia
Il termine giornalismo sta a indicare sia l'insieme delle attività riferite alla pubblicazione di notizie attraverso la stampa, sia la professione di giornalista, sia, infine, l'insieme dei giornalisti. Sin dall'Ottocento, tutto può essere oggetto di attenzione da parte dei giornali e la cronaca, divenuta protagonista della stampa, ha imposto al giornalista un lavoro sempre più complesso, volto alla raccolta e alla selezione delle informazioni destinate a stabilire un rapporto di attenzione e fiducia con il pubblico
Il giornalismo moderno si è sviluppato a partire dai primi decenni dell'Ottocento con la 'rivoluzione' della penny press (giornali al costo di un penny). La più larga diffusione dei quotidiani, favorita appunto dalla drastica riduzione del loro prezzo di vendita, ha prodotto nel tempo due effetti significativi: la formazione del concetto di notizia e la nascita della professione di giornalista. La lettura dei quotidiani è diventata una consuetudine sempre più diffusa, tanto da divenire, secondo la definizione del filosofo tedesco Georg Wilhelm Hegel, la "preghiera laica mattutina" dell'uomo moderno.
All'epoca della penny press si delinearono le norme che dovevano costituire la base della comunicazione giornalistica: per esempio quella delle 'cinque W', imposta dall'introduzione del telegrafo elettrico ma considerata tutt'oggi una regola indiscutibile. L'interesse e il valore di un 'pezzo', ossia di un articolo, dovevano essere espressi con precisione e chiarezza fin dalle prime dieci righe, in base a uno schema di riferimento costituito da cinque quesiti: Who? ("Chi?"), Where? ("Dove?"), When? ("Quando?"), What? ("Cosa?"), Why? ("Perché?"). La risposta diretta o indiretta a queste domande doveva conferire efficacia e chiarezza all'informazione. Verso la fine dell'Ottocento la diversificazione delle notizie contribuì alla nascita di generi giornalistici molto diversi fra loro come la stampa politica, emanazione più o meno diretta dei partiti, la stampa sportiva, le riviste femminili, i giornali per ragazzi e altri giornali specializzati, che ebbero ampio sviluppo nel Novecento.
La base del sistema informativo è la notizia: essa costituisce la materia prima per il giornalista, che ha il compito di valutarla, interpretarla e trasmetterla. Posta tra la notizia e la sua diffusione la mediazione giornalistica assume perciò un ruolo decisivo. Ciò accade soprattutto per il particolare rapporto che intercorre tra l'informazione e la verità: esse non possono coincidere perfettamente, in quanto la notizia non può essere semplicisticamente considerata come una fotocopia della realtà; la notizia è piuttosto una sua rappresentazione, ed è comunque presentata dal giornalista, attraverso il suo particolare 'filtro' interpretativo.
La professione del giornalista si è definita nel tempo. Da mestiere molto simile a quello del letterato ‒ nell'Ottocento la maggior parte degli scrittori collaboravano con i giornali (basti pensare a Mark Twain, a Émile Zola o a Carlo Collodi) ‒ essa ha via via assunto una fisionomia dai contorni più netti. La regola fondante del mestiere ‒ andare, vedere, raccontare ‒ e la necessità di avere fiuto e iniziativa non bastavano per caratterizzare la figura professionale del giornalista: sono nate così, già dall'inizio del Novecento, le prime scuole di giornalismo sia in America sia in Europa. La loro istituzione ha contribuito non poco alla definizione del giornalismo come professione specializzata. In America la prima scuola di giornalismo è stata la prestigiosa Columbia school of journalism, fondata nel 1904 dal giornalista Joseph Pulitzer.
Il giornalismo italiano ha mostrato una lunga avversione per le scuole, preferendo alimentare il mito del giornalista che si fa da sé. Solo in seguito alla tardiva istituzione di organismi rappresentativi come l'Ordine nazionale dei giornalisti (fondato nel 1963) e la Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) sono sorte le prime scuole dove poter svolgere il periodo di praticantato necessario per accedere all'esame di Stato e diventare così giornalisti professionisti. Dal 1997 la formazione dei futuri giornalisti è stata in gran parte delegata alle istituzioni universitarie.