Musicista (Dicsöszentmárton, Transilvania, 1923 - Vienna 2006). Compositore ungherese naturalizzato austriaco (Dicsöszentmárton, Transilvania, od. Târnaveni in Romania,1923 – Vienna 2006). Di famiglia ebrea, studiò a Budapest, ma nel 1956 si rifugiò a Vienna. Nel 1958 lavorò alla West Deutsche Rundfunk di Colonia, dal 1959 ai corsi di Darmstadt, creando alcuni brani di musica elettronica. Dal 1973 al 1989 fu prof. di composizione alla Hochschule für Musik di Amburgo. Considerato fra le personalità più originali della Nuova Musica, L. è tuttavia estraneo al razionalismo e al serialismo di gran parte dei suoi coetanei. La sua poetica è caratterizzata da un linguaggio che, partendo da ricerche sul timbro e con la tendenza a impressionistiche ipnosi, si muove per fasce sonore, rielaborando, nei suoi studi sulle densità sonore degli strumenti tradizionali, le esperienze della musica elettronica, ma con finalità espressive che puntano all'emozione di una materia musicale reinventata e carica di misteri (Apparitions, 1958-59; Atmospheres, 1961). Nell'attività creativa a partire dagli anni Settanta sviluppò l'attitudine a una raffinata e inquieta manipolazione di tutti i parametri del suono, creando ironiche bizzarrie e violente accensioni timbriche, spesso legate a una ricerca esplicita di teatralità, in partic. nell'opera Le Grand Macabre (1978, rivista nel 1996). Le sue composizioni più recenti tendono ad allontanarsi dalle sottili vibrazioni materiche e dal senso di stupite e illusorie sonorità che caratterizzavano i suoi lavori nati nel clima di Darmstadt (Continuum, per clavicembalo, 1968; Clocks and Clouds, 1972-73; Trio, 1982). Fra le altre composizioni: Volumina, per organo (1961-62); Adventures e Nouvelles adventures (1962-65); Requiem (1963-65); Concerto per violoncello (1966); Lontano (1967); Ramifications (1968-69); San Francisco Polyphony (1974); Concerto per pianoforte (1985-88); Concerto per violino (1992); Études pour piano (1985-2001); Hamburgisches Konzert (1998-2003).