PIGLIACELLI, Giorgio Vincenzio
PIGLIACELLI, Giorgio Vincenzio. – Nacque a Tossicia, in provincia di Teramo, il 7 febbraio 1751 da Odoardo Antonio e da Felicita Mirti. Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza si dedicò allo studio domestico, sotto la direzione del padre. All’età di circa venti anni, seguendo i consigli dello zio Pompeo Mancini, si trasferì a Napoli per completare i suoi studi in campo giuridico.
Già alla fine degli anni Settanta del XVIII secolo, i suoi scritti cominciarono a circolare in forma stampata. Si trattava di allegazioni forensi di pregevole fattura. Pur essendo dedicati ad argomenti molteplici (invalidità di matrimoni, eredità, testamenti, agricoltura, pesca), gli scritti mostrano con chiarezza l’impegno di Pigliacelli nella difesa del diritto regio contro gli abusi baronali ed ecclesiastici. Nella difesa della comunità di Acquaviva, datata 21 ottobre 1779, contro le pretese del duca d’Atri e di Isabella d’Acquaviva, principessa di Scilla, Pigliacelli scriveva: «E togliendo di volto la maschera a questa cabala la quale, in sembiante di contratto censuale, si presenta agli occhi vostri, scopriremo un residuo della potenza e dell’oppressione de’ baroni, con molta facilità e frequenza ne’ trasandati secoli esercitata nel regno di Napoli contro le povere università loro vassalle…» (D’Ayala, 1883, pp. 496 s.). Grazie al prestigio guadagnato con l’esercizio della sua professione, riuscì ad accumulare ricchezze sufficienti per garantirsi un’esistenza agiata, tanto da spingere il padre a riconoscere la sua autonomia economica e a favorire il fratello Pasquale nella distribuzione dell’eredità familiare (Archivio di Stato di Teramo, Fondo Notarile, Notaio V. Magnanimi, b. 750, vol. 20, cc. 56v-58, cit. in Orefice, 2015; Di Masci, 1900, p. 171).
Nel corso degli anni Ottanta e degli anni Novanta, Pigliacelli intensificò la sua attività forense, occupandosi di benefici ecclesiastici, di contratti matrimoniali, di affitti e attività produttive. Combinando la conoscenza delle lingue antiche con quella del francese, si distinse anche per la sua competenza in campo filosofico ed ebbe l’opportunità di frequentare i salotti intellettuali della capitale del Regno. Entrò a far parte della loggia massonica che aveva come capofila l’abate Giuseppe Giacomo Testaferrata e che si radunava in una casa di via Lanzieri. Stando alla ricostruzione di D’Ayala – il primo erudito a tentare di tracciare un profilo biografico dell’avvocato abruzzese a più di sei decenni dalla sua morte –, Antonio Capece Minutolo principe di Canosa attribuì a Pigliacelli una parte importante nella composizione del famoso Elogio storico di Gaetano Filangieri, pubblicato a Napoli nel 1788 a firma di Donato Tommasi (D’Ayala, 1883, p. 498; Di Masci, 1900, p. 171).
Dopo lo scoppio della Rivoluzione agli inizi del 1799, fu nominato presidente dell’Alta Commissione militare, della quale facevano parte Vincenzo Lupo (in qualità di commissario del governo), Onofrio Decolaci, Giovan Battista Mantonhé, Raffaele Manzi, Gaetano Teroni, Filippo Wirtz e Giuseppe Celentano.
Il consesso si distinse per la sua inflessibilità il 20 germile (7 aprile 1799), quando decise di punire con dieci condanne a morte un gruppo di giovani di Torre del Greco accusati di aver assaltato la tenuta del ‘cittadino’ Giuseppe Mazza, rubando denaro, polizze, fedi di credito e altri oggetti di valore, nonché di aver fatto irruzione nell’eremo dei padri camaldolesi apostrofandoli come giacobini, pronunciando frasi irriverenti e gettando al suolo il crocifisso (Proclami, 1863, p. 127).
Il 20 aprile – a riferirlo è anche il celebre diarista Carlo De Nicola – entrò a far parte della Giunta di legislazione della nuova Repubblica sostituendo Emmanuele Mastellone nel nuovo governo scelto dal commissario civile André-Joseph Abrial (De Nicola, 1906, p. 110). Coprì il ruolo di ministro di Grazia e giustizia e di polizia. Fra i suoi provvedimenti più significativi, vanno certamente ricordati l’editto del 29 fiorile per la numerazione delle strade e dei nuclei abitativi, per l’abolizione degli stemmi gentilizi.
Fu anche fra i membri della giunta di Stato. Dopo il ritorno sul trono della monarchia borbonica, fu incluso nella lista dei ricercati e si rifugiò in Abruzzo, fra i monti che gli avevano dato i natali. Fu ricondotto a Napoli in catene il 4 agosto e rinchiuso in una prigione del castello del Carmine. La sua dimora nella capitale fu saccheggiata. Il fratello Pasquale fu costretto a pagare 40.000 ducati per preservare le proprietà di Tossicia e, pur di riabbracciare l’ultima volta Giorgio Vincenzio, si travestì da frate zoccolante e riuscì a introdursi nel reclusorio.
L’esecuzione di Pigliacelli ebbe luogo a Napoli il 29 ottobre 1799, insieme a quella di personaggi di primissimo piano che avevano preso parte all’esperienza della Repubblica napoletana, come Mario Pagano, Domenico Cirillo e Ignazio Ciaia.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Teramo, Fondo Notarile, Notaio V. Magnanimi, b. 750, vol. 20, cc. 56v-58; Napoli, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, Mss., Misc.04.F.5-10: A pro dell’Università di Campomarino (s.d.); 07.E. 9-16: A pro dell’Università di Ascoli con l’illustre cavaliere Fabrizio Marulli (1784); 07.D.8-2: A pro del reale Albergo ed Ospedale della Trinità de’ Pellegrini: commessario il signor giudice della G. C. Giuseppe Zurlo (1789); 07.E.6-4/5: A pro della Università di Altino, commessario l’illustre principe di Sirignano regio consegliere signor Tommaso Caravita (1790); 07.D.9-8: A pro dell’università di Vestea: commessario il presidente della Regia Camera signor d. Gasparo Vanvitelli (1792); 11.A.5-12: A pro di A. G. P. di Arienzo (1792); 07.E.9-11: A pro dell’Università di Diso, commessario il presidente della regia Camera signor Pasquale Perelli (1793); 07.E.6-8: A pro dell’Università di Rocca Spinalveti coll’illustre principe di s. Buono (1798); L’Aquila, Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi, Sett.Abr.B.48: A pro de’ negozianti delle provincie di Abruzzo e della citta di Foggia, nella Real Camera di S. Chiara, commessario l’illustre marchese signor D. Stefano Patrizj (1781); C. De Nicola, Diario napoletano, 1798-1825, parte I, Napoli 1906, p. 110.
Il primo profilo biografico di Pigliacelli fu tracciato da M. d’Ayala, Vite degl’Italiani benemeriti della libertà e della patria, Torino-Roma-Firenze 1883, pp. 496-498 (l’autore dichiara, fra le altre cose, di aver ritrovato e consultato sette allegazioni forensi composte da Pigliacelli nel 1865 in un granaio di Tossicia; dalle descrizioni fornite, si deduce che almeno quattro di queste allegazioni non sono fra quelle conservate dalla Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria). Sulle attività dell’Alta Commissione militare si vedano Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana pubblicati per ordine del Governo provvisorio, a cura di C. Colletta, Napoli 1863, p. 127; Il Monitore Napoletano - 1799, a cura di M. Battaglini, Napoli 1974, n. 7 (23 febbraio 1799), p. 229. Altre indicazioni in Bullettino abruzzese di storia patria, VII (1895), p. 169; La Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti, X (1895), 5, p. 201; G. Pannella, Cenni biografici di alcuni uomini illustri della provincia, in Provincia di Teramo, II, Teramo 1896, p. 43; F. Di Masci, Gabriele Manthonè. Discorso pronunziato in Pescara il XXXI dicembre MDCCCIC nella solenne commemorazione centenaria della di lui morte, Casalbordino 1900, pp. 171 s.; A.M. Rao, L’amaro della feudalità. La devoluzione di Arnone e la questione feudale a Napoli alla fine del Settecento, Napoli 1984, p. 285. Sulla riorganizzazione del governo da parte di Abrial, si veda J.A. Davis, Napoli e Napoleone. L’Italia meridionale e le rivoluzioni europee, Soveria Mannelli 2014, p. 143. Utili riferimenti documentari in G. Di Leonardo, G.V. P.: avvocato, ministro della Repubblica Napoletana del 1799, Mosciano Sant’Angelo 2001; A. Orefice, Gjorgio Vincenzio P.: avvocato fra Massoneria e Rivoluzione. Ministro della Repubblica Napoletana del 1799, Napoli [2010]; Ead., Gjorgio Vincenzo P., in Biografie dei protagonisti del 1799, 2013 (www. nuovomonitorenapoletano.it/index.php, 8 maggio 2015).