ANSELMI, Giorgio senior (per distinguerlo dall'omonimo nipote)
Nacque a Parma qualche anno prima del 1386, anno in cui si dà per certa la morte del padre Enrico, che, come il nonno Bemardo, era stato un accreditato filosofo. Incerte le notizie riguardanti i primi anni di vita dell'A.; è possibile tuttavia che egli abbia ricevuto, la prima educazione dal padre e sia stato successivamente alunno a Pavia - essendo rimasto chiuso lo Studio parmense dal 1377 al 1411 - di Biagio Pelacani, maestro di filosofia, matematica e fisica, il quale, verso la fine del secolo XIV, insegnava in quella città. Alla riapertura dello studio di Parma, nel 1412, l'A. e il Pelacani (questi fino alla morte avvenuta nel 1416) furono professori nella stessa facoltà delle arti e medicina, e certo l'A. ebbe allora l'opportunità di un fecondo scambio di idee con colui che, forse, era stato suo maestro. Nel 1420, dopo la nuova soppressione dello Studio parmense, appare molto probabile che l'A. sia stato chiamato negli Stati estensi da Niccolò III d'Este.
Egli si trovava sicuramente a Modena nel 1425 e vi esercitava con successo la professione di medico. Si distinse talmente in tale attività, da meritare nel 1428 la cittadinanza onoraria di Ferrara. Nel settembre 1433 si svolsero ai bagni di Corsenna (Lucca) i dialoghi sulla musica fra l'A. e Pier Maria Rossi di Sansecondo, quei dialoghi sull'armonia che l'A. inviò all'amico, con dedica, dopo averli riassunti, nell'aprile successivo. Questa opera è pervenuta a noi attraverso un unico manoscritto, oggi alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (segnatura: H. 233 inf.), appartenuto a Franchino Gaffurio da Lodi e da lui amorevolmente glossato. Nel 1439 l'A. era di nuovo a Parma per una laurea, con il compito anzi di presentare al Collegio l'aspirante dottore, fra' Giacomo Bosellini di Mozzaniga, e nel 1440 vi si trovava ancora come uno dei "doctorum artium et medicinae" incaricato, assieme ad altri colleghi, della riforma degli statuti del Collegio. Nel 1448-1449 l'A. insegnava medicina pratica all'università di Bologna, sicché si deve agli studi recenti del Massera l'aver rettificato la data di morte dell'A., da tutti i biografi precedenti assegnata agli anni 1440-1443, mentre non può essere avvenuta prima del 1449.
Le sue opere, concernenti la matematica, la medicina e l'astrologia - elencate dall'Affò e recentemente dal Massera -, sono andate quasi tutte perdute. Rimane solo una Astronomia Georgii de Anselmis che segue alla Isagoge Iohannis Hispalensis de iudiciis Astronomiae (Bibl. Apostolica vaticana, ms. Vat. lat. 4080) e una Quarta pars quarti tractati Georgii Parmensis de modis specialibus Imaginum octavi orbis (Biblioteca Apostolica vaticana, ms. Vat. lat. 5333). Rilevante fu la sua importanza come teorico musicale, di cui diretta testimonianza è l'opera dialogica De harmonia, divisa in tre parti: de harmonia coelesti, de harmonia instrumentali, de harmonia cantabili.
Il primo dialogo, il più filosofico e il meno attinente ad argomenti tecnico-musicali, riguarda l'armonia cosmica. In tale trattazione l'A. si rivela un pensatore di rilievo, formatosi certo - nelle sue prime meditazioni di teorica musicale - sul De musica di Boezio. In seguito, Gaffurio, che sarà influenzato dallo studio dell'opera anselmiana, riprenderà più volte questo argomento. Nel secondo dialogo l'A. tratta con competenza del sistema tonale, si sofferma particolarmente su alcuni strumenti musicali, sull'antica citara, sul moderno monocordo e accenna anche all'organo. Nel terzo dialogo, dedicato al canto corale (con la scala guidoniana, le mutazioni e i toni ecclesiasticì) e alla musica mensurale, l'A. affronta uno dei problemi più scottanti della sua epoca: quello della notazione mensurale. Egli sente il bisogno - mostrandosi così non solo un astratto formulatore di teorie - di ricondurla a pochi e chiari principî e a tal fine propone egli stesso un nuovo sistema di notazione. Tale sistema, pur essendo ricordato da Gaffurio e ancora riprodotto in un trattato del 1613, El Melopeo y Maestro... di D. P. Cerone, non entrò però nella pratica musicale.
Fonti e Bibl.: Biblioteca Apostolica Vaticana, ms., Cappella Giulia I, 1-2 (2), G. O. Pitoni, Notizia de' Contrapuntisti, e Compositori di Musica dall'anno 1000 in sino all'anno 1700, p. 22; I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, II, Parma 1789, pp. 153-161; J. Wolff, Handbuch der Notationskunde, I, Leipzig 1913, p. 387; R. Fantini, Maestri Parmensi nello Studio Bolognese, in Aurea Parma, XIV(1930), p. 75; R. Casimiri, Musicisti in Parma nei secoli XV-XVI. Note ed appunti, in Note d'Arch. per la Storia musicale, VIII (1931), pp. 132-134; J. Handschin, Anselmi's treatise on music annotated by Gafori, in Musica disciplina, II (1948), pp. 123-140; G Massera, Un musico parmense: A. G."senior", in Aurea Parma, XXXIX (1955), pp. 241-267; Id., Ancora sopra un musico parmense del primo Quattrocento, ibid., XL (1956), pp. 103-108; Georgii Anselmi Parmensis. Dieta prima: De coelesti Harmonia. Dieta secunda: De instrumentali Harmonia. Dieta Tertia: De cantabili Harmonia, introduzione, testo e commento a cura di G. Massera, Firenze 1961; F. J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, I, Paris, 1860, pp. 114 s.; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, I, p.164; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, col. 507.