MELCHIORI, Giorgio
Anglista, nato a Roma il 19 agosto 1920. Dopo la laurea in lettere con M. Praz e P. Toesca, ha insegnato letteratura inglese nelle università di Roma e Torino, e condiretto per anni la rivista English Miscellany; dal 1966 è professore ordinario di Lingua e letteratura inglese nell'università di Roma; socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei (dal 1991) e della British Academy, nel 1990 gli è stato conferito il titolo di Commander of the Order of the British Empire.
Dopo l'esordio nel campo della letteratura e della storia dell'arte comparate (Michelangelo nel Settecento inglese, un capitolo nella storia del gusto, 1950), ha curato importanti traduzioni ed edizioni di drammi, opere poetiche e narrative dall'età elisabettiana al Settecento (Marlowe, Jonson, Chapman, Marston, Congrave, Otway, Fielding, Sterne). Esemplari per il rigore filologico e l'originalità l'edizione e il commento dei Selected Poems di J. Donne (1957) e degli Shakespeare's Sonnets (1964), seguiti rispettivamente dalla cura di una vasta antologia di Poeti metafisici inglesi del Seicento (1964) e dei Sonetti di Shakespeare in versione italiana (1965). L'interesse di M. si è successivamente concentrato sulla letteratura inglese tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento: The tightrope walkers (1956; trad. it., I funamboli, 1963) è una discussione sulla presenza del ''manierismo'' nella letteratura inglese contemporanea (da Hopkins a James, da Eliot a Joyce, Ch. Fry, H. Green e D. Thomas), in cui consapevolezza critica, percezione delle correnti stilistiche e precisione dell'analisi si fondono per sostanziare la tesi della natura neo-barocca e ''funambolica'' del modernismo; The whole mystery of art (1969) costituisce una lettura dei processi mentali e culturali che sovrintendono alla poesia di W.B. Yeats (di Yeats ha anche curato la traduzione di Quaranta Poesie, 1965); Il gusto di Henry James (1974, in collaborazione con B. Arnett Melchiori) esplora con approccio originale il problema dell'estetica, della tecnica ''traspositiva'', dello stile, delle inibizioni politico-sociali che caratterizzano l'opera narrativa e critica dello scrittore. In seguito, M. si è rivolto all'opera di J. Joyce, su cui, oltre a dirigere la rassegna Joyce Studies in Italy, ha fornito numerosi e importanti contributi critici e filologici, curandone le edizioni italiane fondamentali: Ulisse (1973), Racconti e romanzi (1974), Lettere (1974), Scritti italiani (1978, con G. Corsini), Epifanie (1982).
Shakespeare rimane tuttavia al centro della sua attività: L'uomo e il potere: indagine sulle strutture profonde dei ''Sonetti'' di Shakespeare (1973; versione inglese, Shakespeare's dramatic meditations. An experiment in criticism, 1976) si presenta come meditazione sull'''etica'' del potere, del comportamento sociale, del sesso e della religione quale emerge in quattro sonetti, e sottilmente pervade tutta l'opera shakespeariana. Poco dopo, M. iniziava un Teatro completo di Shakespeare (9 voll., Milano 1975-91), servendosi di traduzioni di studiosi, poeti e uomini di teatro, ma proponendo interpretazioni nuove di ciascun dramma e impostando l'edizione del testo originale a fronte sulla rilettura integrale delle prime stampe e di altri documenti dell'epoca. Il lavoro sui testi drammatici elisabettiani è proseguito infine con l'edizione di The insatiate countess di J. Marston (1984, per i ''Revels Plays''), di Henry IV, Part Two (1989, per il ''New Cambridge Shakespeare''), e di The book of sir Thomas More (1990, con V. Gabrieli), mentre sul versante critico sono usciti Shakespeare. Politica e contesto economico (1992), e Guida al teatro di Shakespeare (1993).