MANIN, Giorgio
Figlio di Daniele (v.) e di Teresa Perissinotti, nacque a Venezia il 5 maggio 1831. L'arresto del padre (gennaio 1848) aprì la sua mente alle idee di rivoluzione, e il 17 marzo si trovò fra i tumultuanti che corsero a liberare Manin e Tommaseo. Da allora divenne il confidente del padre, che il 22 marzo lo condusse seco all'occupazione dell'arsenale. Partecipò poi, come ufficiale della guardia civica, a tutte le vicende della guerra. Caduta Venezia, seguì il padre nell'esilio. A Parigi prese il diploma d'ingegnere e ottenne poi un impiego presso le Feirovie dell'Ovest. Nel 1859 abbandonò la Francia e l'impiego per venire a combattere per la causa d'Italia; fu aiutante del generale Ulloa nel 5° corpo d armata condotto dal principe Girolamo Bonaparte. Nel 1860 partì con la schiera dei Mille; ferito a Calatafimi, continuò la marcia su Palermo e qui fu nuovamente ferito. Nel 1861 entrò nell'esercito regio come maggiore di cavalleria; nella campagna del 1866 a Bezzecca fu ferito. Promosso colonnello e, nominato ufficiale d'ordinanza di Vittorio Emanuele II, era a fianco del re nel solenne ingresso a Venezia. Stabilitosi a Venezia vi fu nominato generale della guardia nazionale. Evitò di partecipare alle lotte politiche, tutto dato agli studî di fisica e di meccanica. Morì il 15 ottobre 1882.
Bibl.: G. Fantoni, G. M., in Riv. stor. del Risorg. ital., Torino 1897, pp. 440-453.