LA PIRA, Giorgio
Giurista e uomo politico, nato a Pozzallo (Ragusa) il 9 gennaio 1904, morto a Firenze il 5 novembre 1977. Dal 1927 fino alla morte visse a Firenze, nella cui università insegnò Storia del diritto romano. Deputato per la Democrazia cristiana alla Costituente (nel gruppo di G. Dossetti e A. Fanfani) e quindi al Parlamento (1949-50; 1958-60), fu sindaco di Firenze per tre volte dal 1951 al 1964, guidando varie coalizioni.
Notissime, e al centro di forti polemiche, le sue attività sia a favore dei poveri della città (li riceveva e assisteva personalmente), sia a favore della pace e dei rapporti internazionali. L'impegno evangelico traspare anche negli scritti d'intervento politico-sociale e religioso: L'attesa della povera gente (1951), Per un'architettura cristiana dello Stato (1954). I convegni da lui promossi e organizzati "per la pace e la civiltà cristiana" e i "Colloqui mediterranei" (dal 1952 al 1964, quasi ogni anno) riunirono a Firenze personaggi di tutto il mondo, al di là delle barriere nazionalistiche e ideologiche. La P. stesso era stato a Mosca (1959) per incontrarvi N. Chruščëv, con il quale rimase in costante rapporto per iniziative di pace. Si recò in Vietnam e più volte anche in Medio Oriente, cuore di quell'incontro fra le grandi religioni, che costituiva il fulcro delle sue aspirazioni. Visse poveramente, in una cella del Convento domenicano di San Marco, caro al Savonarola. Di quest'ultimo, diresse l'edizione nazionale delle Opere. Profondamente cattolico, e non privo di venature integraliste; democristiano ma con stile del tutto personale e non allineato; anticomunista ma aperto ai rapporti con i paesi dell'Est, nella convinzione che il mondo non potesse fare a meno della ricchezza dell'anima russa; cosmopolita e insieme assertore del valore della città, al di là dello stato e della nazione; impegnato nella quotidiana difesa dei lavoratori ma insieme utopista e profeta dai toni apocalittici e millenaristi.
Al di là del dibattito tuttora aperto sulla sua figura, La P. rimane uno dei più significativi testimoni dell'Italia del dopoguerra, con la sua solidarietà cristiana e sociale verso i meno privilegiati, la dimensione internazionale del suo messaggio e la determinata volontà di pace. Fu inoltre interprete, con molti anni di anticipo, della crisi, che in seguito sarebbe diventata lampante, della società, delle istituzioni e delle forme della politica. Per questi motivi, benché rieletto in Parlamento nel 1976, visse i suoi ultimi anni in relativo isolamento ed emarginazione. Negli anni recenti, tra le autorità ecclesiastiche, si è fatta strada l'idea di una sua beatificazione.
Oltre a vari studi di diritto (tra cui La personalità scientifica di Sesto Pedio, 1938), l'opera di La P. comprende scritti politici, religiosi e devoti; fra i numerosi si segnalano: Giorgio La Pira sindaco. Scritti, discorsi, lettere, a cura di U. De Siervo, G. e G. Giovannoni, 3 voll. (1988); Lettere (1991). Un suo carteggio con S. Quasimodo è in Quasimodo-La Pira. Carteggio, a cura di A. Quasimodo (1980).
Bibl.: A Fanfani, Giorgio La Pira. Un profilo e 24 lettere, Milano 1978; Giorgio La Pira, quaderno monografico di Testimonianze, 203-206, aprile-luglio 1978 (con bibliografia completa degli scritti di La Pira); E. Balducci, G. La Pira, Fiesole 1986; S. Leoni, La formazione del pensiero politico di Giorgio La Pina, Firenze 1991.