Grassi, Giorgio
Architetto, nato a Milano il 27 ottobre 1935. Dal 1961 al 1964 ha fatto parte della redazione della rivista Casabella continuità; dal 1977 è professore ordinario di composizione architettonica presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Nelle sue opere architettoniche la tensione razionale si fa esplicita puntando a soluzioni progettuali apparentemente puriste, in realtà ben radicate in ogni singolo progetto, il quale viene portato a esibire (secondo un principio di liberazione dal superfluo e di limitazione a un nucleo centrale di problemi) il processo logico della sua costituzione piuttosto che le sue qualità formali di oggetto estetico, cosicché nel lavoro di G. emergono la tensione verso un contenuto collettivo condivisibile e l'aspirazione a una "poetica della ragione comune".
G. ha affrontato in numerosi lavori il tema della casa, vista come custode di un sistema di regole logiche del fare architettura e di immagini urbane elementari (emblemi di un carattere poetico insito nella 'prosa' edilizia) secondo un'impostazione che ritorna in numerosi progetti concorsuali di architetture pubbliche e si concretizza nella Casa dello studente di Chieti del 1976 (che coniuga tradizione rurale e impianti urbani ideali tardosettecenteschi), nella biblioteca di Groninga del 1989-92 (che dialoga con le regole costruttive del mondo gotico) o nella scuola di Santiago di Compostela del 1992. Nel restauro del teatro di Sagunto (1985-93), esperienza unica nel panorama europeo per la continuità fra architettura antica e architettura moderna, il rapporto diretto con il passato viene affrontato come ricerca di una forma ideale perduta evitando ogni seduzione del rudere e ricostruendo l'identità tipologica del teatro romano nella sua integrità spaziale e nella spettacolarità della scena fissa (rievocata per frammenti museali nel suo apparato decorativo).
I numerosi progetti concorsuali per la ricostruzione di Berlino - tra cui è da segnalare il progetto vincitore per l'Isola dei Musei (1993) - mostrano il rapporto che lega G. alla lezione costruttiva del classicismo tedesco e in particolare a K.F. Schinkel. Nella biblioteca universitaria di Valencia, ultimo dei suoi progetti spagnoli (1990-98), G. riesce a fondere magistralmente alcune delle figure tipologiche ricorrenti nei suoi progetti.
Nei suoi scritti, nati da una stretta relazione tra insegnamento e professione e tesi a fondare una coerente teoria dell'architettura (che contribuisce alla creazione di una vera e propria scuola), G. si fa portavoce di un atteggiamento radicalmente razionalista nei confronti della storia dell'architettura e della tradizione viste come fondamento e come materiale precipuo del progetto, in linea con quella esperienza del Movimento moderno di architettura (di cui G. contribuisce a chiarire gli assunti anche rivalutando figure trascurate dalla storiografia ufficiale, come L. Hilberseimer e H. Tessenow) che si pone coscientemente in continuità con l'eredità classica (A. Loos, L. Mies van der Rohe, Le Corbusier, J.J.P. Oud).
Ha pubblicato La costruzione logica dell'architettura (1967), L'architettura come mestiere ed altri scritti (1980), Architettura lingua morta (1988) e Progetti per la città antica (1995). Ha inoltre curato la pubblicazione degli scritti di Hilberseimer, Un'idea di Piano (1966) e Architettura a Berlino negli anni Venti (1979), e di Tessenow, Osservazioni elementari sul costruire (1974), nonché l'antologia Das neue Frankfurt 1926-1931 (1975). Vedi tav. f.t.
bibliografia
Giorgio Grassi. I progetti, le opere e gli scritti, a cura di G. Crespi, S. Pierini, Milano 1996.