FERRARI MORENI, Giorgio
Nacque a Modena il 24 apr. 1833, quattordicesimo dei venti figli del conte Giovanni Francesco, ultimo dei nati dalla prima moghe, la nobildonna Marianna Toschi da Imola. Studiò lettere e filosofia nel convitto dei gesuiti di Reggio Emilia dal 1841 al 1848, finché nel maggio di quest'ultimo anno il governo provvisorio rivoluzionario ne decretò la chiusura; da lì si trasferì nel collegio di S. Carlo, che raccoglieva i figli di nobili non solo del Ducato modenese ma anche di altre regioni, ove rimase fino al 1851 per completare gli studi secondari. Ottenne il diploma di laurea in giurisprudenza il 31 luglio 1855.
Nell'ultimo anno della dominazione ducale (1858) fu assunto in qualità di alunno presso il ministero di Grazia e Giustizia dello Stato Estense e, con decreto del ministro dell'Istruzione pubblica del governo unificato delle Provincie dell'Emilia (1860), venne poi trasferito presso l'Archivio segreto Palatino di Modena. Qui restò come applicato fino al 1867, quando venne dimesso per riduzione di personale e mai più richiamato in servizio.
Dal padre Giovanni Francesco il F. aveva ereditato, oltre alla passione per lo studio delle cose patrie (cui dedicò le sue migliori inclinazioni acquistando libri e documenti riguardanti le vicende storiche delle province modenesi), anche numerose raccolte bibliografiche, solo in parte impoverite dalla cessione di alcuni pezzi di grande pregio al marchese G. Campori e ad altri. Si venne così formando un ricco fondo documentario relativo alla storia locale, che il F. cercò con tenacia di riordinare e arricchire nella qualità e nella quantità, divenendone custode gelosissimo, benché ne concedesse spesso la consultazione agli studiosi. Alla sua morte, per disposizioni testamentarie, l'intera raccolta sarà assegnata alla Biblioteca Estense.
Gli anni in cui fu impiegato presso l'Archivio Palatino servirono a rafforzare in lui l'inclinazione per gli studi storici e, una volta sollevato dall'incarico dell'ufficio archivistico, nel 1868 poté accettare l'invito del Municipio di Modena di riordinare gli atti del Magistrato delle Acque (magistratura istituita dal duca Cesare d'Este nel 1601) e di far parte dal 1869 della commissione incaricata della revisione delle epigrafi e degli stemmi gentilizi che dovevano essere collocati nel cimitero comunale.
La fama da lui acquistata di profondo conoscitore di materie archivistiche fece si che anche la congregazione di Carità lo incaricasse nell'aprile 1871 di ispezionare e relazionare sulle condizioni dell'archivio di quell'opera pia. Tuttavia le proposte del F. non vennero accolte dalle successive amministrazioni, che decisero di vendere come carta straccia una grossa parte dell'archivio. Il danno fu riparato in parte dal marchese Campori, che riacquistò le carte vendute, arricchendo così la propria collezione, in seguito donata alla Biblioteca Estense.
Il 2 genn. 1874 la R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi lo nominò socio corrispondente. Di questa istituzione nel igoi venne eletto presidente con voto unanime, rimanendo in carica fino al 1924, anno in cui decise di dimettersi per l'età avanzata, divenendone presidente onorario. Nel 1882 fu chiamato a riordinare l'Archivio comunale di Formigine. Nel 1887 fu ascritto alla R. Accademia modenese di scienze lettere ed arti, nella quale tenne gli uffici di archivista, bibliotecario, vicesegretario e segretario generale.
Benché preferisse condurre una vita schiva, immerso negli studi (tra l'altro egli non si creò mai una famiglia), il F. non si sottrasse all'onere di alcuni incarichi al servizio della comunità. Dal 1878 al 1891 fece parte a Modena della Giunta municipale di statistica. Dal 1887 al 1892 divenne consigliere comunale di Modena, assessore effettivo con delega prima alla Polizia municipale poi ai Musei ed agli archivi e più tardi alle Feste pubbliche, al Lascito Poletti e al Museo civico. Come assessore ebbe occasione di sollecitare l'ordinamento e la consegna alla Biblioteca Estense della raccolta dei codici autografi e dei manoscritti che il marchese Campori aveva anni prima donato al Comune di Modena.
Il F. morì a Modena il 2 nov. 1925.
Il F. fu un poligrafo eclettico, autore di numerosi scritti (per lo più di breve estensione) relativi soprattutto alla vita modenese, caratterizzati da un intento descrittivo ma improntati a una rigorosa esattezza storica. Di particolare importanza per l'interesse locale la continuazione - in collaborazione con V. Tardini - della Cronistoria dei teatri di Modena di A. Gandini (Cronistoria dei teatri di Modena dal 1877 al 1881, Modena 1883), stampata inizialmente in appendice al giornale locale, Il Muratori, dal 2 febbraio al 25 nov. 1873. Con lo pseudonimo anagrammatico di Agricola Fermo, nel 1877 il F. diede vita alla Trivella, un almanacco che si pubblicò regolarmente fino al 1884, trattando prevalentemente argomenti storici e filologici; tra gli scritti più notevoli sono da ricordare: Sonetti bilingui (italianomodenese) del conte Giuseppe Abbati Marescotti ed altre poesie dialettali; Bibliografia, ortografia, particolarità grammaticali del dialetto di Modena; La Trivella nello stemma della città di Modena; Storia del giornalismo in Modena (1658-1883); La stampa e gli stampatori di Modena dal 1474 al 1879. IlF. collaborò, inoltre, frequentemente con articoli di storia locale a giornali e periodici come IlPanaro, Il Cittadino, La Gazzetta di Modena.
Numerosi sono, altresì, i saggi biografici, utili ancor oggi per la ricchezza e la precisione dell'informazione. Oltre all'accurata biografia dedicata al padre (Cenno biografico del conte G. Ferrari Moreni e catalogo de' suoi scritti, Modena 1885), nello stesso anno pubblicò negli Opuscoli religiosi, letterari e morali la biografia del discusso avvocato e letterato di Castelvetro, Pietro Brighenti, amico di Giacomo Leopardi e di G. P. Vieusseux ma confidente della polizia austriaca. Tra le altre biografie sono da ricordare: Cenni intorno alla vita ed alle opere di S. Piattoli fiorentino, Modena 1862; Ilcappuccino Turchi e la corte di Parma, ibid. 1870; P. A. Abbati, matematico e poeta modenese del secolo XVIII, ibid. 1879; Ilconte Scalabrini, ibid. 1885; G. B. Malagoli, fabbro-ferraio modenese, ibid. 1886; Il conte G. Abbati Marescotti di Modena e le sue poesie, ibid. 1892; Ilgenerale G. P. Calori, ibid. 1894.
Dopo il 1892 l'operosità letteraria ed erudita del F. si fece più rada e può considerarsi conclusa con un breve studio pubblicato il 26 giugno 1908 nella Miscellanea Tassoniana dell'editore Formiggini, Iltraduttore in dialetto bolognese della Secchia rapita nell'edizione modenese del 1767, in cui precisava che l'autore di quella traduzione era stato Giuseppe Boriani e non Giuseppe Buini come erroneamente fino ad allora sostenuto.
Fonti e Bibl.: G. Canevazzi, Una simpatica riumone alla R. Accademia di scienze lettere ed arti, in Gazzetta dell'Emilia, 30 novembre - 1º die. 1925; Id., Commemoraz. di G. F. M., in Atti e mem. d. R. Accad. di sc., lett. e arti di Modena, s. 4, I (1926), pp. 58-63; T. Sandonnini, Commemor. di G. F. M., in Atti e mem. della R. Deput. di storia patria per le prov. modenesi, s.7, V (1928), pp. 1-5.