GHEDINI, Giorgio Federico
Nacque a Cuneo l'11 luglio 1892 da Alfredo e da Clotilde Margaritelli. Iniziato lo studio del pianoforte e dell'organo nella città natale, si trasferì nel 1905 a Torino, dove per tre anni studiò violoncello, armonia e contrappunto presso il locale liceo musicale. In seguito studiò privatamente con G. Cravero, e per un breve periodo con M.E. Bossi presso il liceo musicale di Bologna, dove si diplomò nel 1911.
Inizialmente svolse attività di maestro sostituto (anche presso il teatro Regio di Torino) e di direttore d'orchestra (da menzionare la Loreley di A. Catalani e la Carmen di G. Bizet al teatro di Novara), entrando in contatto con le personalità più significative della vita musicale torinese quali F. Alfano, A. Della Corte, G.M. Gatti e R. Giani.
Dopo questo primo periodo il G. si dedicò principalmente all'insegnamento, presso la scuola municipale di canto corale di Torino (dal 1918 al 1920), il liceo musicale di Torino (dal 1920 al 1938), il conservatorio di Parma (dal 1938 al 1941) e il conservatorio di Milano (dal 1941 al 1951), dove fu direttore dal 1951 al 1962.
Il G. fu anche organizzatore delle Settimane musicali senesi e membro della sezione italiana della Società internazionale di musica contemporanea. Nel 1952 ricevette il Premio Italia della RAI per l'opera radiofonica Lord Inferno, su libretto di F. Antonicelli.
Morì a Nervi, nei pressi di Genova, il 25 marzo 1965.
L'aspetto più rilevante della personalità del G. fu tuttavia quello legato all'attività compositiva. Egli fu inizialmente molto restio nel fare uscire la sua produzione da una ristretta cerchia di amici e colleghi, e cominciò a farsi timidamente conoscere solo dopo il 1920.
La produzione precedente è ricca di opere inedite, tra cui lavori cameristici e abbozzi teatrali, che dimostrano come per il G. fosse indispensabile la ricerca di uno stile più definito. Del 1921 sono la cantata spirituale Il pianto della Madonna (per soli, coro e orchestra, inedita), traduzione musicale dell'arcaismo austero e vigoroso di Jacopone da Todi, e il Doppio quintetto (per fiati, archi, arpa e pianoforte, ined.), che riprende modelli di scrittura concertante barocca e una disposizione di tessitura vicina alle articolazioni in doppio coro di Andrea e Giovanni Gabrieli.
Il rifiuto del sinfonismo ottocentesco per un orientamento preclassico trova conferma nella Partita per orchestra del 1926, di un anno successiva a quella di A. Casella. Considerata la prima compiuta rivelazione della personalità ghediniana, la Partita è un'opera di grande eleganza timbrica, che dimostra una propensione all'edonismo sonoro non alieno da influssi raveliani. Si precisano in questi stessi anni alcuni tratti distintivi del G. compositore: da un lato l'abbandono del sinfonismo tardo-romantico per una rivisitazione della tradizione italiana antica, ricollegandosi in questo alle scelte della generazione dell'Ottanta, dall'altro una tendenza all'arcaismo religioso, che si concretizzò in una copiosa produzione di musica sacra. Testi biblici, liturgici o di poeti medievali fornirono motivo d'ispirazione per una lunga serie di opere che vanno dalla fissità contemplativa della Missa monodica in honorem s. Gregori Magni (per voce e orchestra, 1932), passando per i toni aspri e vigorosi del Concerto spirituale "De l'incarnazione del verbo divino" (per 2 soprani, coro di soprani e orchestra da camera, 1943), per giungere infine al grandioso affresco corale del Credo di Perugia (per coro e orchestra, 1962).
La prima opera teatrale del G., Maria d'Alessandria (Bergamo, teatro delle Novità, 9 sett. 1937), al di là degli influssi pizzettiani e dannunziani, dovuti essenzialmente al soggetto mistico-sensuale di C. Meano, rivela elementi personali nella raggelata timbrica dei momenti religiosi e nella componente ritmica riferita agli aspetti orgiastici del dramma. A essa seguirono Re Hassan (Venezia, teatro La Fenice, 26 genn. 1939), che persegue principî di tragicità antimelodrammatiche, e Le baccanti (Milano, Scala, 21 febbr. 1948), considerata da J.C.G. Waterhouse (1980, p. 333), per la sua astrattezza di oratorio stilizzato, la più felice realizzazione ghediniana in campo teatrale.
Le due composizioni per le quali il G. conquistò una notorietà internazionale sono Architetture (per orchestra, del 1940) e il Concerto dell'albatro (per trio con pianoforte, voce recitante e orchestra, del 1945).
Architetture presenta una scrittura di stampo modernista aggiornata ai moduli di I. Stravinskij e di B. Bartók dove, all'interno, scoperti principî di strutturazione definiscono sette zone timbrico-ritmiche, chiamate dall'autore "edifici sonori": la quinta sezione, con la compresenza di accordi al pianoforte nel registro acuto e l'alternanza di solo e tutti negli archi, rappresenta un vertice di alchimie sonore. Il Concerto dell'albatro, reso popolare dalle frequenti esecuzioni del Trio di Trieste sia in Italia, sia all'estero, è costruito su analoghi principî, e si conclude con una scrittura siderea che avvolge la recitazione di alcune frasi tratte dal Moby Dick di H. Melville riguardanti il primo mistico incontro tra Ishmael e un albatro nell'Oceano Antartico. In entrambi i casi, all'interno di un linguaggio novecentesco, l'ossatura compositiva portante è di tipo neobarocco, per la costruzione a terrazze, e si avvicina al ricercare frescobaldiano nel trattamento libero del contrappunto.
L'approfondimento dello stile imitativo portò il G. alla composizione del dodecafonico Divertimento contrappuntistico (per pianoforte, 1940), del Concerto per pianoforte orchestra (1946), e dei Sette ricercari (1943) dedicati al Trio di Trieste. Dal secondo dopoguerra il G., sostenuto dalla Casa Ricordi e dalla RAI, acquisì un ruolo di ufficialità nel panorama della musica italiana, mentre il linguaggio, dopo le esperienze seriali e moderniste, ripiegò su un più rassicurante ordine paratonale, con opere di tipo concertante dai titoli arcadici: Il Belprato (concerto per violino e archi, 1947), L'Alderina (concerto per flauto violino e piccola orchestra, 1950), Il Rosero (concerto per voci e strumenti, 1950), L'Olmeneta (concerto per due violoncelli concertanti e orchestra, 1951).
Una conversione al sinfonismo ottocentesco sostenuta da una nuova fiducia nella cantabilità delle linee melodiche sembra infine percorrere l'ultimo decennio della sua parabola creatrice con lavori quali il Concerto per orchestra (1955), gli Studi per un affresco di battaglia (1961), il già citato Credo di Perugia (1962) e la Ouverture pour un concert (1963). Con l'opera postuma Symphonia, rimasta incompiuta e ricostruita sulla base dei frammenti da G. Salvetti, la produzione ghediniana si chiude con un inaspettato e interlocutorio ritorno a un virtuale ordine zarliniano, ruotante attorno al perno dell'accordo perfetto. Testimonianza del legame del G. con la tradizione sono, infine, le sue trascrizioni, elaborazioni e revisioni delle opere di C. Monteverdi, dei Gabrieli, G. Frescobaldi, G. Schütz, J.S. Bach e A. Vivaldi, sommi maestri del passato dei quali il G. si considerava idealmente discepolo.
Oltre alle composizioni citate in precedenza (pubblicate a Milano, salvo diversa indicazione), si ricordano:
Opere teatrali: Gringoire (ined., 1915); L'intrusa (ined., 1922); Ifigenia in Tauride (ined., 1938, musiche di scena); La pulce d'oro (Genova, teatro Carlo Felice, 15 febbr. 1940); Billy Budd (Venezia, teatro La Fenice, 8 sett. 1949); I Persiani (ined., 1950); L'ipocrita felice (Milano, Scala, 10 marzo 1956); Girotondo (azione mimica per bambini, Venezia, La Fenice, 1959).
Composizioni sacre e spirituali: Factum est silentium, mottetto a 4 voci (ined., 1911); Ecco il re forte, cantata per soli, doppio coro e orchestra (ined., 1923); Litanie della Vergine, per soprano, coro di soprani e orchestra (1926); Di', Maria dolce, lauda spirituale per voce e pianoforte (1926); Canto d'amore, per voce e pianoforte (1926; trascritto nel 1932 per voce e orchestra); due cori sacri a 4 voci: Notte benigna e O mio Gesù (ined., 1928); La messa del venerdì santo, oratorio per soli, coro e orchestra (1929); nove responsori a 4 voci (ined., 1930); quattro duetti sacri, per 2 voci e pianoforte (1930); Messa in re, per 4 voci virili e organo (ined. 1930); Ave verum, a 3 voci (1930); Iesu dulcis memoria, a 4 voci (1930); Cantico del sole, per voce e archi (1932); Litanie gaudiose, per voce e archi con oboe (1933); Oggi è nato un bel bambino, per 3 voci femminili e celesta (ined., 1933); Hodie Christus natus est, a 4 voci (ined., 1933); Antigone, cantata sinfonica per soli, coro e orchestra (1933); Capitolo XII dell'Apocalisse, per voce e orchestra da camera (1937-38); Lectio libri Sapientiae, cantata spirituale per voci (trascritta per pianoforte e archi, 1937-38); Concerto funebre per D. Galimberti, per tenore, basso, archi, 2 tromboni e timpani (1948); … Fu primavera, allora…, piccola cantata da camera, per voci e pianoforte (1954); Lectio Ieremiae prophetae, per soli, coro e piccola orchestra (1960).
Musica sinfonica: Andantino soave (ined., 1919); Ouverture drammatica (ined., 1922); Concerto grosso in fa maggiore per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e archi (1927); Allegretto (ined., 1931); Pezzo concertante, per 2 violini, e viola obbligati e orchestra (1931); Marinaresca e baccanale (1933); Sinfonia (ined., 1935); Invenzioni, per violoncello, archi, timpani e piatti (1940); Concerto per 2 pianoforti e orchestra da camera (1947); Canzoni per orchestra (1947-48); Musica da concerto, per viola e archi (1953); Concentus Basiliensis, per violino e orchestra da camera (1954); Composizione per orchestra (1958); Fantasia, per pianoforte e strumenti a corda (1958); Sonata da concerto, per flauto, archi e percussione (1958); Divertimento in re, per violino e orchestra (1960); Contrappunti, per 3 archi e orchestra (1962); Musica concertante, per violoncello e archi (1962); Appunti per un Credo (1962).
Musica vocale (quando non è indicato diversamente le musiche sono per voce e pianoforte): Madrigale (ined., 1915); Due liriche armene (ined., 1915); Treliriche di Pascoli (ined., 1918); Tre Liriche di Tagore (ined., 1919); Madrigali dell'autunno (ined., 1919); La canzone dell'anima mia (ined., 1919); La statua (ined., 1919); Quattro canti su antichi testi napoletani (1925); Aggiu saputo… (1925); Quattro strambotti di Giustiniani (1925); Cinque canti greci (1926; 3 inediti; 2 editi: Diletto e spavento del mare, La quiete della notte); Nozze non già (1926); Tre canzoni a 5 voci (1927); Vocalise-Étude (Paris 1928); Che fai?Che pensi?, a 5 voci (1929); Due lettere, per voce e archi (ined. 1930); Tre canti di Shelley (1934); Quattro liriche del Boiardo (1935); In gravi anelli, Il prato dorme (ined., 1941); Antifona per Luisa, per coro di soprani, voce di ragazzo, archi e organo (1944); Canzoni per cori infantili (1954); Con questo ferro, indegno (1956); Vagammo per le foreste di pini (1956); Vocalizzo da concerto, per baritono (o violoncello) e orchestra; Tre liriche (1963).
Musica da camera: Canoni, per pianoforte (ined., 1909-10); Quintetto per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno (ined., 1910); Tema e variazioni super Fede, per pianoforte (ined., 1911); nove Pezzi per pianoforte (ined., tranne il Tempo di valzer, 1913-14); sei Pezzi, per armonio (Torino 1913-14); Al presepio, tredici pastorali per armonio (ibid. 1913-14); due Intermezzi, per violino, violoncello e pianoforte (ined., 1915); Quartetto con pianoforte (ined., 1916); Sonata in la maggiore, per violino e pianoforte (ined., 1918); Puerilia, quattro piccoli pezzi per pianoforte (1922); Sonata in mi bemolle, per violino e pianoforte (ined., 1922); Sonata pastorale, per pianoforte (ined., 1922); Elegia, per violoncello e pianoforte (1923); Sonata-fantasia, per violoncello e pianoforte (ined., 1924); Pastorale elegiaca, per pianoforte (1926); Quartetto in sol maggiore (ined., 1927); I Quartetto per archi in la minore (1927); Bizzarria, per violino e pianoforte (Wien 1930); Elegia drammatica, per violino e pianoforte (ibid. 1930); Due poemi, per violino e pianoforte (ibid. 1930); Concerto a cinque, per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e pianoforte (1930); Adagio e Allegro da concerto, per flauto, clarinetto, corno, violino, viola, violoncello e arpa (1936); Concertato, per flauto, viola e arpa (1942); Capriccio, per pianoforte (1944); Ricercare, per pianoforte (1944); Canoni, per violino e violoncello (1946); Musica notturna, per orchestra da camera (1947); Concentus, per quartetto d'archi (1948); II Quartetto per archi (1959).
Trascrizioni, elaborazioni e revisioni: F. Alfano, L'ultimo lord, riduzione per canto e pianoforte (1930); G. Frescobaldi, Quattro pezzi per orchestra (1931); C. Monteverdi, Con che soavità, madrigale concertato a una voce e nove strumenti trascritto per arpa e archi (1936); Id., Vespro della Beata Vergine, da concerto (1949); Id., Il combattimento di Tancredi e Clorinda (1951); Id., L'incoronazione di Poppea (1953); J.S. Bach, Musikalisches Opfer, per orchestra (1934); G. Gabrieli, Sacrae symphoniae, Canzoni (1947-48); A. Gabrieli, Battaglia (1948); G. Schütz, Le sette parole di Gesù sulla croce (1948); A. Della Corte, Piccola antologia settecentesca, arie e duetti inediti trascritti per canto e pianoforte (1951); A. Vivaldi, Concerto in mi bemolle maggiore, per 2 trombe e orchestra, riduzione per 2 trombe e pianoforte (1951); Id., Concerto in do maggiore, per 2 flauti e orchestra, riduzione per 2 flauti e pianoforte (1951); G.B. Cirri, Concerto in la, op. XIV, n. 1 (1959).
Musica per film: Don Bosco (1935); Abuna Messias (1937); Pietro Micca (1938); La vedova (1939).
Scritti: Diario del 1926-27 (manoscritto); Note su "Le baccanti" e su altri lavori in Agorà, II (1946), 1, pp. 23 s.; Le point de vue du compositeur, in La musique dans l'éducation, Paris 1955, pp. 309 s.; Appunti per un'autobiografia, in Musicalia, I (1970), 2, pp. 52 s.
Fonti e Bibl.: Necrologi: F. Abbiati, È morto G., in Corriere della sera, 26 marzo 1965, p. 13; G.F. G. si è spento ieri a Genova, in Il Tempo, 26 marzo 1965, p. 8; Ricordo di G., ibid., 27 marzo 1965, p. 3; L. Pinzauti, La scomparsa di G., in Radiocorriere, 4-10 apr. 1965; G. Gavazzeni, Lettera da Milano: "Maria d'Alessandria" di G. alla Scala, in La Rassegna musicale, XXII (1939), pp. 129 s.; C. Pinelli, Esordio di un operista italiano: "Maria d'Alessandria" di G.F. G., in Rivista musicale italiana, XLIII (1939), pp. 75 s.; Id., "Re Hassan" di G.F. G., Milano 1942; G. Gavazzeni, La musica di G., in Id., Musicisti d'Europa, Milano 1954, pp. 181 s.; A. Pironti, Intervista con G., in La Fiera letteraria, II (1948), 25, pp. 5 s.; A.M. Bonisconti, G.F. G. e le sue ultime opere, in La Rassegna musicale, XIX (1949), pp. 98 s.; Id., G.F. G.: fatti e programmi, in La Fiera letteraria, IV (1949), 3, pp. 5 s.; M. Mila, Lettera da Venezia: "Billy Budd" di G., in La Rassegna musicale, XIX (1949), pp. 223 s.; M. Maglia, Un musicien difficile: G.F. G., in Il Diapason, I (1950), 1, pp. 16 s.; A. Piovesan, Premio Italia 1952, in La Scala, 1953, 38, pp. 50 s.; N. Castiglioni, G.F. G., Milano 1955; A. Capri, Natura e interiorità in G., in La Scala, 1957, 86, pp. 37 s.; R. Vlad, Riflessi della dodecafonia in Casella, Malipiero e G., in La Rassegna musicale, XXVII (1957), pp. 44 s.; M. Mila, Il libertino allegorico di G., in Cronache musicali, 1955-59, Torino 1959, pp. 176 s.; A. Parente, "Re Hassan" di G. al teatro S. Carlo di Napoli, in Musica d'oggi, IV (1961), pp. 121 s.; A.M. Bonisconti, Il teatro musicale di G.F. G., ibid., pp. 194 s.; J.S. Weissmann, La musica di G. e il suo significato europeo, ibid., pp. 201 s.; G. Ugolini, Il teatro di G., in La Scala, 1962, 149, pp. 27 s.; G. Salvetti, G.F. G. musicista, tesi di laurea, Univ. degli studi di Milano, a.a. 1962-63; G. Ugolini, Dramma e spiritualità di G., in La Scala, 1963, n. 159, pp. 7 s.; G. Barblan, G.F. G.: catalogo delle opere, Milano 1965; Id., Una scheda per G.F. G., in Conservatorio di musica "G. Verdi", Annuario 1964-65, III, pp. 205 s.; A. Della Corte, Dalle lettere di G.F. G., ibid., pp. 219 s.; Testimonianze, ibid., p. 225; R. Amadei, Intorno ad alcune opere di G.F. G., in Musica d'oggi, VIII (1965), pp. 237 s.; N. Castiglioni, G.: a many sided composer, in Ricordiana, X (1965), 2, pp. 4 s.; G.M. Gatti, Ricordo di G., in Tempo, XXVII (1965), 17, pp. 83 s.; A. Sartori, G. e la sua messa incompiuta, in Rocca, XXIV (1965), 7, pp. 44 s.; G. Salvetti, I responsori di G.F. G., in Chigiana, XXIII (1966), pp. 283 s.; Id., La lirica da camera di G.F. G., in Collectanea historiae musicae, IV (1966), pp. 271 s.; P. Santi, in L'Approdo musicale, 1966, 21, pp. 163 s.; G. Manzoni, Guida all'ascolto della musica sinfonica, Milano 1967, pp. 172 s.; J.C.G. Waterhouse, The emergence of modern Italian music(up to 1940), diss., University of Oxford, 1968, pp. 717 s.; A. Della Corte, Lettere di G.F. G. ad amici, in Accademia naz. di S. Cecilia, Manifestazioni culturali, anno acc. 1965-66, Roma 1968, pp. 17 s.; A. Gentilucci, Guida all'ascolto della musica contemporanea, Milano 1969, pp. 169 s.; C. Mosso - E. Rescigno, Musica moderna, V, Milano 1969, p. 65; G. Salvetti, "Symphonia": opera postuma di G., in Musicalia, I (1970), 1, pp. 46 s.; Id., Un diario inedito del 1926 e l'opera postuma "Symphonia", in Chigiana, XXVI-XXVII (1969-70), pp. 123 s.; Id., L'"antipoetica" di G.F. G. nella musica italiana tra le due guerre, in Studi musicali, I (1972), pp. 371 s.; A. Lanza, Il Novecento, II, in Storia della musica, X, Torino 1980, pp. 93 s.; J.C.G. Waterhouse, G., G.F., in The New Grove Dict. of music and musicians, VII, London 1980, pp. 332-335; F. Florit, Il Trio di Trieste, Torino 1992, pp. 37 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, pp. 180 s.