FALCHI, Giorgio
Nacque a Pavia il 12 febbr. 1895 da Francesco, titolare della cattedra di clinica oculistica di quell'università, e da Grazietta Cocco. Dopo aver conseguito la licenza liceale nel 1913, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'ateneo pavese, ove fu allievo interno nell'istituto di patologia generale diretto da C. Golgi. Laureatosi con lode nel 1920, iniziò la sua carriera accademica nella clinica dermosifilopatica di Pavia sotto la guida di U. Mantegazza, di cui divenne presto aiuto e allievo prediletto. Chiamato alle armi durante il primo conflitto mondiale, prestò servizio al fronte come ufficiale medico, guadagnandosi la croce al merito di guerra.
Ottenuto l'incarico dell'insegnamento della clinica dermosifilopatica all'università di Sassari dopo aver conseguito la libera docenza nella disciplina, nel 1930, vinto il relativo concorso, ne divenne titolare. Il F. rimase in Sardegna fino al 1935, quando fu chiamato all'università di Siena, ove svolse un'apprezzata attività clinica e scientifica. Infine, nell'anno accademico 1937-38 fu chiamato dall'università di Pavia alla cattedra di clinica dermosifilopatica, lasciata libera da G. Mariani che si era trasferito a Genova: il F. intraprese allora l'insegnamento che era già stato del suo maestro Mantegazza e divenne continuatore e capo di una illustre scuola dermatologica. Nella clinica pavese egli seppe farsi apprezzare soprattutto per l'originalità di organizzazione dei metodi di insegnamento e di ricerca, per l'apertura dimostrata verso gli allievi, per il calore umano e le scrupolose attenzioni con cui si accostava ai malati. Gia preside di facoltà a Sassari e a Siena, lo fu pure a Pavia dall'anno accademico 1962-63 a quello 1969-70, durante i quali si impegnò attivamente per lo sviluppo e l'incremento di nuove cattedre e per l'ampliamento degli istituti scientifici già esistenti; nell'ateneo pavese fu inoltre direttore della scuola di specializzazione in dermatosifilografia. Concluse la sua brillante carriera come professore emerito dell'università di Pavia.
Dall'elenco delle sue numerose pubblicazioni emergono i temi prediletti degli studi condotti dal F. all'insegna della "affannosa ansia di districare l'oscuro silenzio di questa branca della medicina", come scrisse nella introduzione al Contributo alla conoscenza delle dermatomicosi (Pavia 1926), corposa memoria che meritò l'ambito premio Tommaso De Amicis. È appunto il tema della patologia fungina quello da cui si dimostrò sin dagli inizi della sua attività sensibilmente attratto, e che affrontò poi con continuità sia procedendo a rigorosi esami e riferimenti di letteratura, sia recando contributi originali personali.
In particolare, egli cercò di "orientare" nella "questione botanica" e nella "confusione della morfologia micologica" e studiò (approfondendo il tema delle colture) la flora micetica della pelle umana normale e patologica, facendo il punto sulla individuazione delle lesioni cutanee superficiali da miceti, allora per lo più noti col generico nome di "fermenti" o "pseudofermenti". Secondo suoi dati sperimentali e sue osservazioni cliniche, relative ai diversi aspetti di sede e di evoluzione delle alterazioni (eruzione, vescicolazione, desquamazione, processi infiammatori concomitanti, ecc.), sarebbero così attribuibili a elementi tipo Trichophyton, Achorion, Microsporion, Monilia le frequenti dermatiti eritematoso-squamose infantili, talune lesioni interdigitali e ungueali e altre eruzioni cutanee eczematose, a diffusione spesso nell'ambito di un unico nucleo familiare e segnatamente tra coniugi. In questo settore il F. si distinse quindi non solo contribuendo alla costruzione di un quadro epidemiologico e alla indicazione dei metodi diagnostici (e quindi anche alla formulazione di terapie comprendenti pure l'impiego di correnti diatermiche o radianti) delle localizzazioni cutanee delle micosi, ma addentrandosi altresì nel complesso campo dei relativi fenomeni immunitari (Fenomeni immunitari nelle dermatomicosi, in Boll. della Soc. di biologia sper., I [1926], pp. 621-623; Le dermatomicosi nella provincia di Pavia. Considerazioni botaniche, statistiche e cliniche, Pavia 1929; Ricerche sull'azione di stimoli fisici e chimici nei riguardi di certi miceti, in Boll. della Soc. med. chirurgica di Pavia, XLIV [1930], 2, pp. 235-250, argomento quest'ultimo ancor oggi di attualità).
Costante fu il suo impegno nel ricercare ogni possibile correlazione tra le manifestazioni cutanee e le più varie patologie, nonché la sua attenzione verso i problemi delle reinfezioni, superinfezioni e lesioni recidivanti (si vedano, ad es.: Ricerche sull'influenza di estratti di organi in determinate infezioni sperimentali della pelle, in Pubblicazioni degli allievi in onore dell'amatissimo maestro prof. U. Mantegazza, Pavia 1933, pp. 63-90; Le recenti acquisizioni sul virus della linfogranulomatosi venerea e sue affinità con l'agente di altre malattie, ibid. 1949). Ancora, condusse studi sul significato del metabolismo basale in dermatologia e sull'origine della melanina (Fisiopatologia del pigmento, rel. alla XXVIII Riunione della Soc. ital. di dermatol. e sifilografia, Pavia 21-24 ott. 1933, Milano 1933, pp. 375-415; Sullo stato attuale delle nostre conoscenze sulla genesi del pigmento melanico, in Minerva dermat., XXVI [1951], pp. 14-30) e sull'applicazione dei metodi istochimici alla dermatologia (Aspetti dell'indagine istochimica in dermatologia, rel. al XLIIICongr. della Soc. ital. di dermatol. e sifilografia. Pavia 24-27 sett. 1959, Torino 1959, pp. 373-508, con M. Vialli, W. Montagna, R. A. Ellis). Non poteva infine mancare nel F., così solerte nell'inculcare negli allievi, con efficacia e chiarezza, l'interesse anche per ogni più particolare e recondito risvolto della sua intricata disciplina, l'attenzione verso temi inseriti nell'ambito di classiche patologie d'epoca: sono quindi degni di menzione gli studi su talune localizzazioni della tubercolosi (Osservazioni cliniche e istopatologiche a proposito della tubercolosi linguale, in Boll. della Soc. med-chir. di Pavia, XLII [1928], 1, pp. 37-76) e quelli dedicati alla venereologia, oggetto già dei suoi primi lavori (Sifilide diffusa pustolosa con rare localizzazioni in tubercolosa, in Giorn. ital. delle mal. veneree e della pelle, LVIII [1924], pp. 36-45; Sopra un caso non comune di gomma luetica, in Boll. della Soc. med-chir. di Pavia, XLI [1927], 6, pp. 691-708).
Uomo colto e sensibile ai valori della coscienza storica nella professione e alle tradizioni del suo ateneo, aderì all'invito a collaborare al volume celebrativo del sesto centenario dell'"Alma mater Ticiniensis" con un contributo sulla profonda e significativa trasformazione della cura della sifilide mediante iniezione sottocutanea di preparati mercuriali, introdotta nel 1861 da L. Scarenzio, fondatore della clinica dermosifilopatica di quella università (Discipline e maestri dell'ateneo pavese, Pavia 1961, pp. 317-319).
Il F. appartenne a numerose accademie e società scientifiche (alla Società medico-chirurgica di Sassari, all'Accademia dei Fisiocritici in Siena, alla Società internazionale di microbiologia, alla Società di biologia sperimentale, alla Société française de dermatologie) e fu presidente della Società medico-chirurgica di Pavia, della quale diresse anche il Bollettino, e dell'Accademia medica lombarda. Cavaliere di Vittorio Veneto, fu insignito della medaglia commemorativa della guerra 1915-18, di quella dell'Unità d'Italia e di quella d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Aveva sposato Elvezia Guzzi, dalla quale ebbe due figli, Graziangela e Francesco.
Il F. morì a Pavia l'11 ott. 1977. L'anno seguente il numero 1 del quadrimestrale Italian general Review of dermatology (s. 2, XV), allora diretto da. E. Panconesi, fu dedicato alla memoria dell'"indimenticabile clinico, scienziato e didatta".
Fonti e Bibl.: G. S. Donati, Ricordo di un maestro: G. F., in Boll. della Soc. med.-chir. di Pavia, XLI (1977), 6, pp. III-V; P. Pinetti, G. F. (1895-1977), in Giorn. ital. di dermat. Minerva dermat., CCXIII (1978), pp. 191-192; Un lutto della facoltà medica universitaria, in La Provincia pavese, 12 ott. 1977; Commosso ricordo di G. F., ibid., 15 nov. 1977; A. Pensa, Ricordi di vita universitaria 1892-1970, a cura di B. Zanobio, Milano 1991, pp. 104, 143, 221, 224.