DURANTI (Durante), Giorgio
Nacque a Brescia intorno al 1683; fratello di Faustino, non si conoscono i nomi dei genitori, ma è certa la provenienza dalla nobile famiglia bresciana originaria di Palazzolo sull'Oglio (ammessa nel Consiglio generale nel 1553), che diede alla città vescovi e letterati.
Fece i suoi studi presso il collegio de' nobili dei gesuiti di Brescia. I biografi. insistono sull'ideale di una vita tranquilla, arcadica, soddisfatta di buone letture e dell'esercizio quotidiano della musica con il violoncello, trascorsa per lunghissima tratta a Palazzolo sull'Oglio, dove il D. godeva di un consistente beneficio ecclesiastico; un documento (Zorzi Marchini, 1971 pp. 61 s.) attesta che divenne abate nel 1732.
La letteratura relativa al D. da un lato lo presenta come un personaggio schivo ed appartato, umile ed alieno da illustri frequentazioni, solo intento ad eseguir quadri per aiutare l'edificazione della parrocchiale di Palazzolo; dall'altro nota che il pittore aveva una grande considerazione di sé; registra inoltre "due de' suoi insigni quadri e ragguardevoli pitture da spedirsi al re di Spagna…" (cfr. Fenaroli, 1877, p. 117).
Secondo il Fenaroli (ibid., p. 116) il D. iniziò la sua carriera artistica come pittore di fiori (cfr, anche Lechi, 1968, p. 140) e successivamente "si pose a figurare volatili". È stato identificato un solo dipinto di fiori (Palazzolo sull'Oglio, coll. priv.; cfr. Zorzi Marchini, 1973, p. 70), raffigurante un Paniere colmo di mughetti, in cui è molto evidente una derivazione fiamminga. Analogo carattere hanno gli inserti di fiori nelle composizioni di volatili (Calabi, 1935, p. 34). Le fonti citano anche sovrapporte e sovraspecchiere con fiori e animali nel palazzo reale di Torino, che tuttavia non sono stati identificati (Zorzi Marchini, 1973, p. 71).
Ma la produzione artistica a noi nota è costituita dai numerosi quadri di volatili, molti dei quali citati dalle fonti e documentati in antiche collezioni (Carboni, 1760; Lechi, 1968).
In particolare, nella coll. di Pietro Lechi (prima metà sec. XVIII), insieme con altri quadri di animali del D., troviamo inventariata una tela nella quale Andrea Torrigiani prestò la sua opera come paesaggista e il D. come animalista. Poiché il Torrigiani, bresciano, lavorò prevalentemente a Venezia e a Milano, si amplia il giro delle frequentazioni artistiche del D. fuori della sua città.
La Zorzi Marchini (1973, pp. 70 s.) ha individuato un centinaio di dipinti del D., per lo più conservati a Brescia e provincia, molti in collezioni private, e ha tra l'altro formulato un'ipotesi di interpretazione allegorica delle varie tipologie dei volatili dipinti dal D. con riferimento alla vita umana.
I dipinti di volatili non si configurano in genere come nature morte, ma più spesso rappresentano animali vivi, ritratti all'aperto con acuto spirito di osservazione anche se la resa cromatica non è mai descrittiva (Passamani, 1988): i colori sono ora forti e smaltati, ora più chiari e tenui; vi si riconosce un gusto dell'elencazione che fa pensare alla cultura francese dell'enciclopedismo. Tuttavia, nella collezione di Faustino Lechi dei sec. XVIII si trova elencato anche qualche quadro di vera e propria natura morta (Lechi, 1968, p. 132). Lanalisi dei dipinti del D. denota comunque una profonda conoscenza degli animalisti fiamminghi, in particolare di M. Hondecoeter.
Dopo simili inizi il D. mosse anche verso soluzioni diverse, o comunque contaminate sia da intenti moraleggianti sia da inipulsi che gli potevano venire dalla conoscenza dei contemporanei lombardi e padani, e tentò anche altri campi al di fuori dello stretto ambito dell'animalistica.
Ha molti caratteri del D. una splendida Carità romana, fredda negli accostarnenti cromatici e morbida nel modellato, venduta all'asta londinese di Sotheby il 29 ott. 1986 (cfr. catal. n. 69; ora a Brescia, coll. priv.). Il dipinto si trovava nella coll. von Schulenburg di Berlino, con il suo pendant Donna con tre bambini, di cui non si conosce l'ubicazione attuale.
Il D. mori a Palazzolo sull'Oglio (prov. Brescia) il 15 nov. 1753 (Zorzi Marchini, 1973, p. 63). All'elenco delle opere fornito dalla Zorzi Marchini (1973) vanno aggiunti, oltre a molte opere in coll. private, tre dipinti conservati in collezioni pubbliche: Uccelli e Due gufi (entrambi Bergamo, Acc. Carrara); Due galletti (Sondrio, Piccolo Credito valtellinese).
Fonti e Bibl.: G. B. Carboni, Le pitture e sculture di Brescia, Brescia 1760, pp. 22, 28; Id., Notizie istoriche delli pittori, scultori ed architetti bresciani [XVIII sec.], a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 22, 28; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Firenze 1785, p. 515; L. Lanzi, Storia pittoricadella Italia, Bassano 1795, pp. 180 s.; P. Zani, Enciclopedia metodica critico-ragionata, VIII, Parma 1819, p. 32; F. Nicoli Cristiani, Della vita e dellepitture di L. Gambara…, Brescia 1807, pp. 153 ss.; F. De Boni, Biografie di artisti, Venezia 1840, p. 313; S. Fenaroli, Dizionario degli artistibresciani, Brescia 1877, pp. 116 s.; P. Da Ponte, L'esposizione della pittura bresciana a cura dell'ateneo, Brescia 1878, pp. 52 s.; Catalogo degli oggettid'arte di compendio dell'eredità del fu co. G. Fenaroli, Brescia 1882, ad nomen; P. Guerrini, La famiglia Duranti e i suoi vescovi, Pavia 1911, pp. 25-109; G. Nicodemi, Catalogo della pinacoteca Tosio-Martinengo, Bologna 1927, pp. 20 s.; A. Ugoletti, Brescia, Bergamo 1930, pp. 144 s.; G. Delogu, Pittori minori liguri lombardi e piemontesi delSeicento e del Settecento, Venezia 1931, pp. 193 s.; P. G. Lancini, Quadri stampe e sculture della Pinacoteca di Chiari, in Brescia, II (1931), p. 70; E. Calabi, La pittura a Brescia nel Seicento e Settecento, Brescia 1935, pp. 33 ss.; U. Fogolari-G. Moschini, IlSettecento italiano, Roma 1950, p. 813; A. Puerari, La Pinacoteca di Cremona, Cremona 1951, pp. 211, 222; B. Passamani, La pitturanei secoli XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, Brescia 1964, pp. 662 s.; L. Salerno, Tre secoli di natura morta in Italia. La raccolta SilvanoLodi, Firenze 1964, pp. 404, 431; G. Panazza, LaPinacoteca e i musei di Brescia, Bergamo 1968, p. 155; F. Lechi, Iquadri delle collezioni Lechi inBrescia, Firenze 1968, pp. 131 s. (s.v. Durante, Giorgio); A. Zorzi Marchini, Ipittori G. e Faustino Duranti, in Memorie illustri di Palazzolo sull'Oglio, VII (1973), 2, pp. 59-71; C. Boselli, in C. Boselli-G. Panazza, La Pinacoteca Tosio-Martinengo, Milano 1974, pp. 159-163, 176 ss.; A. Fappani, in Enciclopedia bresciana, III, Brescia 1978, pp. 226 s.; F. Rossi, Accademia Carrara, Bergamo 1979, p. 297; L. Salerno, La natura morta italiana1560-1805, Roma 1984, p. 404; V. Guazzoni, in Ospedale Maggiore. Ca' Granda. Ritratti antichi, Milano 1986, p. 50; M. Bona Castellotti, La pittura lombarda del '700, Milano 1986, pp. 159 s.; Gabinetto Salomon. Catalogo di dipinti antichi, Milano 1988, n. 105, schede 22 s.; L. Anelli, Gli animali da cortile dei Duranti, in Giornale di Brescia, 27 apr. 1988, p. 3; B. Passamani, Guida della Pinacoteca Tosio-Martinengo di Brescia, Brescia 1988, pp. 111, 114; G. D., in La natura morta inItalia, Milano 1989, I, p. 304; M. Carminati, in La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, p. 706; A. Barigozzi Brini, G. D., in Settecentolombardo, Milano 1991, pp. 248 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 209.
L. Anelli