GIORGIO di Podĕbrady, re di Boemia
Nato nel 1420, durante l'interregno in Boemia (1440-1453), G. seppe con l'aiuto di Giovanni Rokycana, riunire ed organizzare l'utraquismo che fino ad allora era agitato da lotte intestine, e procurargli nel regno il dovuto peso politico. Come amministratore di una parte della Boemia Orientale, G. decise d'intervenire nelle lotte partigiane: nel 1448 s'impadronì di Praga e nel 1452 costrinse i suoi avversarî a riconoscerlo amministratore di tutta la terra. G. conservò questo ufficio anche sotto Ladislao il Postumo che nel 1453, per opera sua, fu incoronato re di Boemia. G. rinnovò l'ordine interno dello stato rinforzò i legami fra la Boemia e gli altri paesi della Corona (Moravia, Slesia e Lusazia) e procurò al regno la pace e il benessere. Dopo la morte di Ladislao (1457) gli stati boemi lo elessero re (2 marzo 1458). Fu così realizzato il regno nazionale ed ussita, con il quale, data la tolleranza di G., si potevano riconciliare anche i Tedeschi e i cattolici. In breve tempo G. fu riconosciuto non solo dal papa e dall'imperatore, ma anche da tutti i sudditi dei paesi vicini (esclusa la città di Breslavia) e da tutti i principi. Praga durante il regno di G. divenne rapidamente il centro della grande politica europea, e la Boemia il primo stato nell'Europa Centrale.
Pio II tentò di costringere G. a rinunziare ai "compactata", coi quali nel 1436 il concilio di Basilea aveva riconosciuto i principali articoli ussiti. G. rifiutò e per prevenire un conflitto con la Curia, e per costringerla all'arrendevolezza, concepì parecchi e arditi programmi, nel campo internazionale. Nessuno di essi potè essere realizzato, nè G. riuscì ad evitare il conflitto con Roma. Nel 1462 Pio II abolì i "compactata" e nel 1466 Paolo II colpì G. con la scomunica, ma non riuscì a indebolire la sua posizione. G. combatté con successo contro la rivolta dell'unione dei signori boemi, ispirata contro di lui dalla Curia, ma piuttosto per motivi di politica interna che religiosi. Soltanto nel 1468, quando si unì a questi nemici, ad invito della Curia, il genero di G., Mattia Corvino, G. cominciò a trovarsi in serio pericolo che portò in seguito la perdita della Moravia. Nella Boemia però G. riuscì a difendersi, e già si manifestavano segni di cambiamento sia a Roma sia sui campi di battaglia, quando nel 1471 improvvisamente morì.
Il merito di G. consiste nell'aver consolidato la Boemia nei tempi del più grande sconvolgimento religioso e sociale; egli dopo aver rinnovato nell'interno l'autorità del potere regio, seppe procurare alla Boemia anche il rispetto internazionale. Desiderando la riconciliazione della Boemia con il mondo cattolico, G. in punto di morte raccomandò, a danno dei proprî figli, che fosse eletto suo successore Ladislao Jagellone della dinastia cattolica di Polonia. Così con la morte di G. il regno boemo nazionale ed ussita cessò di esistere.
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