DAL PIAZ, Giorgio
Nacque a Feltre (Belluno) il 29 marzo 1872 da Basilio e da Corona D'Alberto in una famiglia oriunda della Valle di Non. Pur coltivando con grande passione gli studi geologici, dovette diplomarsi in farmacia, ed esercitare tale professione per qualche tempo; nel 1897 conseguì a Padova la laurea in scienze naturali con G. Omboni, che lo volle al suo fianco come assistente nell'istituto geologico di quell'università. Nel 1902 ottenne la libera docenza; nel 1909 vinse il concorso per la cattedra di geologia dell'università di Catania e subito venne chiamato a Padova come successore dell'Omboni.
Ivi, dalle nozze con Fanny Pontil, nacquero due dei suoi tre figli: il primo, Giambattista, seguì le orme paterne e ricoprì la stessa cattedra dal 1943 al 1974.
Nel 1914 il D. partecipò al movimento interventista; durante la prima guerra mondiale operò come ufficiale presso il comando della Quarta Armata e nel dopoguerra aderì al manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da B. Croce e pubblicato dal Mondo il 22 maggio 1925. Per i suoi fondamentali studi, dai quali nacque una geologia svincolata dai canoni ottocenteschi, e per l'organizzazione dell'istituto geol. di Padova - considerato uno dei maggiori d'Europa - egli ebbe larghi riconoscimenti. Fu membro consulente del Comitato geologico italiano e del Consiglio nazionale delle ricerche, rappresentante dell'Italia in una commissione internazionale, presidente della Società geologica italiana; fu nominato socio della Accademia nazionale dei Lincei, dell'Accademia pontificia delle scienze, dell'Accademia nazionale dei XI, e di molte altre istituzioni accademiche; nel 1916.vinse il premio reale per la mineralogia e la geologia. Molti dei suoi allievi ebbero la cattedra universitaria.
Venne collocato a riposo nel 1942 e morì a Padova, a novant'anni, il 22 apr. 1962.
In campo stratigrafico va ricordata anzitutto l'eccezionale monografia, frutto di un decennio di ricerche, Le Alpi Feltrine (in Mem. d. R. Ist. ven. di sc., lett. ed arti, XXVII [1907], 9, pp. IX-176) in cui il D. illustrò magistralmente - livello per livello - i terreni del Giurassico ed i loro fossili. Le ricerche sul Plio-Pleistocene del Veneto e sulla paleontologia anche di altri periodi, come quelle sull'esistenza del Pliocene marino nel Veneto, sul Glaciale del Bellunese, sugli avanzi morenici prewurmiani nella Valle del Brenta e sui colli Berici, sulle grotte e il carsismo del bellunese, su una grotta di San Donà di Lamon, sull'uomo paleolitico nel Veneto e nella Stiria, con le loro osservazioni originali, posero le basi per una più corretta interpretazione degli avvenimenti più recenti nelle Prealpi Venete , : in particolare sui sollevamenti isostatici e sulle ingressioni marine durante il Pliocene ed il Pleistocene.
Gli studi di geologia strutturale indussero il D. ad aderire alle nuove correnti dei maestri franco-svizzeri, che consideravano le Alpi come una catena a stile plastico, con ampie pieghe inclinate e coricate, abbandonando le tradizionali e superate idee degli autori di scuola tedesca, i quali invece assegnavano alla catena uno stato più rigido con prevalenza di faglie; egli aprì così la via ad una imponente serie di rinnovati studi italiani e stranieri sulle Alpi Retiche. Si vedano in proposito: Studi geotettonici sulle Alpi Orientali (in Alem. d. Ist. di geol. d. R. Univ. di Padova, I [1912], pp. 1-195); Il confine alpino-dinarico dall'Adamello al massiccio di Monte Croce nell'Alto Adige (in Atti d. Acc. scient. ven.-trent.-istriana, s. 3, XVII [1926], pp. 3-7); L'età del Montello (in Commentationes Pontif. Acad. scient., s. 6, VIII [1942], pp. 475-494) e i numerosi Fogli (alla scala 1:100.000) della Carta geologica delle Tre Venezie, rilevati da allievi e colleghi (e in parte da lui stesso) sotto la sua direzione e realizzati per conto dell'Ufficio idrografico del magistrato alle Acque in Venezia in un quarantennio di fervida attività. Si tratta di un'imponente e superba opera (quarantun Fogli che coprono un'area di circa 16.000 Km2) concepita secondo nuove interpretazioni (sia stratigrafiche, sia - come già accennato - tettoniche), disegnata e stampata con un chiaro e felice stile ammirato anche dalle scuole d'Oltralpe.
Il grande interesse per la palcontologia portò il D. a raccogliere e studiare numerose faune fossili che, sistemate nel museo dell'Istituto geologico dell'università di Padova, costituiscono una pregevolissima collezione. Le relative pubblicazioni (per il cui elenco si rimanda a R. Malaroda, 1965) molto contribuirono a renderlo noto anche all'estero; notevoli le illustrazioni dei Coralli, Brachiopodi, Molluschi ed Echinodermi del Trentino, del Bellunese, del Vicentino e del Veronese provenienti in buona parte da nuove località fossilifere. Questi studi portarono ad una dettagliata ed inedita stratigrafia del Giurese veneto, al suo confronto con i terreni coevi europei e all'importante concetto della condensazione delle faune; per esso si ammette la presenza, in loco, di spezzoni di serie con spessore molto ridotto rispetto alla sedimentazione originaria a causa di fenomeni erosivi e geochimici e che rappresentano quindi un intervallo di tempo ben più lungo di quanto presumibile.
In tema di paleontologia dei vertebrati, il D., trasse il maggior prestigio dalle monografie sugli Odontoceti da lui raccolti in tre o quattro decenni di pazienti ricerche nelle arenarie mioceniche di Belluno: una dozzina di lavori in cui, con la descrizione fra l'altro di quattrer capostipiti di nuove famiglie, vengono colmate grosse lacune nella sistematica di questi Mammiferi marini.
La necessità scientifica e pratica di associare la conoscenza degli ambienti naturali ad una migliore comprensione dei caratteri idrogeologici delle vallate venete portò il D. ad intraprendere una serie di ricerche applicate di idrogeologia. Il magistrato alle Acque di Venezia comprese subito la grande importanza di questi studi, da cui il paese poteva trarre grandi benefici in campo idroelettrico, e a tale scopo fondò presso l'Istituto di geologia di Padova una sezione geologica di cui il D. assunse la direzione e l'organizzazione predisponendo una serie di pubblicazioni con carte idrogeologiche e di permeabilità dei terreni corredate da profili del sottosuolo. L'ampio e organico programma, cui parteciparono illustri specialisti del ramo, portò alla stampa di una trentina di memorie su vari bacini del Friuli, del Vicentino e del Veronese. L'ambizioso programma, che comprendeva anche studi sulle portate solide dei fiumi veneti. ebbe fine con il secondo conflitto mondiale. Ancor oggi gli studiosi di geologia pratica si rifanno alle esemplari ricerche del Dal Piaz. Analoghi studi di grande interesse pratico riguardano le valli appenniniche della Lunigiana, la valle del fiume Salso in Sicilia e la galleria del Matese per l'acquedotto campano. In campo applicativo furono feconde le ricerche sulle sorgenti arsenicoferrugginose di Roncegno (Valsugana), sulle sorgenti di Comano nel Trentino e sulle sorgenti termali dei Colli Euganei e di Bagni di Casciana (Pisa).
La molteplicità di interessi del D. è documentata da un suo studio sui grandi naturalisti di scuola veneta e sui docenti dell'università di Padova che, dal XII al XVIII secolo, posero le basi per lo sviluppo delle scienze della Terra (L'università di Padova e la scuola veneta nello sviluppo e nel progresso delle scienze geologiche, in Mem. d. Ist. di geol. d. R. Univ. di Padova, VI [1922], pp. 4-41); in una seconda memoria (Cenni sulla vita e le opere di carattere geologico…, Padova 1961) il D. si occupò in particolare di A. Vallisnieri senior, docente a Padova dal 1700 al 1730, uno degli scienziati italiani che - secondo Ch. Lyell (Traité de géologie, Paris 1871, p. 63) - "precorsero nettamente i naturalisti delle altre nazioni europee". Del pari la stima e l'amicizia per i colleghi lo indussero a stendere il necrologio di alcuni di essi scomparsi durante la sua lunga vita: commemorò G. Omboni (in Boll. d. Soc. geol. ital., XXIX [1910], pp. XCVI-CVI), E. Suess (in Atti d. R. Ist. ven. di scienze, lettere e arti, LXXIII [1913-14], pp. 259-263), G. Capellini (ibid., LXXXI [1921-22], 1, pp. 37-40), C. F. Parona (ibid., LXXXXVIII [1938-39], 1, pp. 20-23) e R. Fabiani (in Atti d. Acc. patavina di sc., lett. e arti, LXVII [1954-55], 1, pp. XXXIX-XLII). Collaborò anche alla stesura di alcune voci dell'Enciclopedia Italiana e pubblicò scritti a carattere divulgativo. Chiare e prive di ogni retorica o di complicazioni scientifiche furono anche le numerose edizioni delle dispense per gli studenti.
A lui sono intitolati un rifugio sui Monti delle Vette, una scuola di Feltre e un premio che la Società geologica italiana conferisce ogni due anni a giovani geologi che si distinguono in campo scientifico.
Altre opere: Sulla fauna liassica delle Trazze di Sospirolo, in Mém. de la Soc. paléont. suisse, XXXIII (1906), pp. 1-64, 3 tavv.; Nuovo giacim. fossilifero del Pias inferiore dei Sette Comuni, ibid., XXXV (1908), pp. 1-10, 1 tav.; Sulla fauna botanzatta di Monte Pastello nel, Veronese, in Mem. d. Ist. di geol. d. R. Univ. di Padova, I (1912), pp. 215-266; Gli Odontoceti del Miocene bellunese, introd. generale in Mem. d. Ist. di geol. d. R. U. di Padova, IV (1916), introd. e parte I: Rassegna storica e studio stratigrafico; II: Squalodon, pp. 1-94; III: Squalodelphis fabianii; IV: Eoplatanista italica, Suppl., pp. 1-127; Relazione geologica sulla stretta di Cellino sul torrente Cellina e di Ponte Racli sul torrente Meduna, Padova 1930; Condizioni geoidrologiche dell'Istria e delle isole del Carnaro, Milano 1935; Studio sulla pianura alluvionale a Nord di Vicenza..., Padova 1938; Relazione geologica conclusiva sul progettato serbatoio idraulico di Barcis, ibid. 1941; La conca della Fedaia - Studio geologico per la creazione di un serbatoio idraulico, in Mem. d. Ist. geol. d. R. Univ. di Padova, XV (1944), pp. 1-31; Descrizione geologica del bacino del Piave in relazione agli impianti idroelettrici della Società Adriatica di Elettricità, in Il Piave e la sua utilizzazione, Venezia 1952, pp. 11-48; Studio geologico dell'alta valle del torrente Chiarzò (Carnia orientale) presa in esame per la costruzione di un impianto idroelettrico, in Mem. d. Ist. d. geol. e miner. d. Univ. di Padova, XX (1957), pp. 1-17.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Atti d. Ist. ven. di sc., lett. e arti, CXXI (1963), pp. 53-67; in Boll. d. Soc. geol. it., LXXXII (1963), 3, pp. 19-32; Magistrato alle Acque, Carta geologica delle Venezie, rilevata a cura della Sez. geologica dell'Ufficio idrografico, diretta dal prof. G. Dal Piaz, Venezia 1963; S. Venzo, Il Foglio geologico Conegliano - Completamento della Carta geolog. delle Tre Venezie diretta da G. Dal Piaz, edita dall'Ufficio idrografico del Magistrato alle Acque, in Mem. d. Ist. di geol. e min. dell'Univ. di Padova, XXIII (1963), pp. 1-10; R. Mala roda, G. D. paleontologo (1872-1962), in Boll. d. Soc. paleont. it., IV (1965), pp. 3-8; A. Bianchi, Comm. del socio G. D., in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, classe di scienze fis. mat. e nat., s. 8, XLII (1967), pp. 112- 123; G. Biasuz, Ricordo del Prof. G. D., in El Campanon, IV (1972), pp. 3-5; A. Bianchi, G. D., in Atti e memorie d. Acc. Patav. di sc., lett. e arti, LXXXV (1972-73), 1, pp. 41-63 e Annuario d. Univ. d. studi di Padova, anno acc. 1973-74, pp. 1229-46 (con bibliografia completa).