CORNER, Giorgio
Nacque a Venezia il 1°ag. 1658 da Federico figlio del futuro doge Francesco, del ramo di S. Polo, e Cornelia di Francesco Contarini. Appartenente ad una delle più potenti famiglie del patriziato veneziano, sin da bambino ottenne il titolo di commendatore di Cipro. Ricevette una ottima educazione letteraria e religiosa nel collegio dei padri somaschi di S. Zeno in Monte a Verona, e il 20 luglio 1677 conseguì a Padova la laurea in giurisprudenza.
Il 15 agosto accompagnò Federico Corner, nominato oratore della Repubblica, in un viaggio in Spagna; desideroso di conoscere popoli e lingue straniere, si trattenne per quasi due anni nella penisola iberica. Tornò a Venezia il 10 ag. 1679, ma ripartì l'anno successivo per accompagnare a Parigi l'ambasciatore Sebastiano Foscarini. Visitò varie città della Francia, soggiornò a lungo in Inghilterra ed in Alsazia e rientrò in patria solo nel 1684 per iniziarvi una breve e poco gradita carriera politica.
Nominato savio agli Ordini per l'anno 1684 e provveditore di Armata per il 1685, il 6 maggio 1687 fu prescelto per l'ambita carica di ambasciatore a Parigi, ma il 25 luglio successivo rifiutò e accettò solo l'incarico, onorifico ma di poco peso politico, di oratore presso Luigi XIV. Nel 1690 abbandonò improvvisamente ogni ambizione politica, si fece iniziare alla tonsura dal vescovo di Padova Gregorio Barbarigo e si trasferì a Roma; ordinato sacerdote nell'aprile 1692, iniziò, col favore di decisivi appoggi della famiglia e della Repubblica, una brillante carriera ecclesiastica. Il 5 maggio 1692 era già vescovo titolare di Rodi e assistente al soglio pontificio, pochi mesi dopo protonotario apostolico e presidente della Camera apostolica. Precedentemente era stato cooptato per volontà del pontefice Alessandro VIII nella Congregazione dei Riti; ottenne la chiave dell'Archivio apostolico e quindi fu nominato provveditore alla Salute per le coste adriatiche, una carica nella quale si mise in luce per gli efficaci provvedimenti contro la peste. Innocenzo XII lo designò inquisitore all'Annona per le zone costiere, comprese Urbino e Ravenna, prelato domestico e vescovo assistente e infine, grazie alla sua buona conoscenza del portoghese, nunzio apostolico a re Pietro Il di Portogallo (12 maggio 1692), presso il quale si adoperò attivamente nella difesa delle immunità ecclesiastiche.
Energiche pressioni della Repubblica veneta indussero Innocenzo XII a designarlo cardinale nel concistoro del 22 luglio 1697 e contemporaneamente vescovo di Padova.
La famiglia Corner aveva una lunga tradizione di governo nella città euganca: Federico, nel periodo 1577-1589 cosìdecisivo per il consolidamento della riforma cattolica, e poi Alvise (1589-1594), Marco (1594-1625), Marco Antonio (1632-1639), Giorgio (1642-1663) lo avevano preceduto nell'impegnativa fatica di reggere una delle diocesi più vaste d'Italia. D'altra parte pesò su di lui la difficile eredità di un vescovo riformatore come Gregorio Barbarigo, il cui ricordo nei fedeli, nel clero e in tutta l'opinione pubblica veneta era destinato a prolungarsi nel tempo. Forte dell'appoggio incondizionato dei rettori veneziani, che non mancarono di segnalarne più volte al Senato il suo "bel cuore" e la "devotione et amore" alla "Serenissima Patria", si impegnò attivamente per continuare l'opera di restaurazione morale e disciplinare intrapresa dal suo illustre predecessore. Il 20 ag. 1698 iniziò una lunga serie di visite pastorali che nel giro di diciannove anni lo portarono a controllare minuziosamente lo stato della diocesi secondo una prassi rigorosa e severa iniziata da Niccolò Ormaneto negli anni successivi al concilio di Trento. Protettore delle arti e delle lettere, istituì fuori del seminario pubbliche scuole di grammatica e umanità per i giovani di modeste condizioni economiche; in complesso egli lasciò nella città di Padova un buon ricordo di vescovo molto zelante ed attivo.
Alla morte di Clemente XI (19 marzo 1721) il C., definito da molti come uomo "tranquillo, giusto e capace", fu nella rosa dei papabili durante il conclave che si concluse con l'elezione di Innocenzo XIII, ma la sua candidatura, osteggiata con decisione dai cardinali tedeschi, cadde ben presto per la sua età ancora relativamente giovane, per la sua amicizia con la Francia, coltivata nei lunghi soggiorni giovanili, e soprattutto per gli stretti rapporti col fratello Giovanni, eletto doge sin dal 1709.
Morì a Padova il 10 ag. 1722.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti, III, f. 47; Ibid., Senato, Dispacci ambasciatori, Roma, filza 296; Ibid., Segretario alle voci, Elezioni Pregadi, reg. 20, ff. 26, 79; Padova, Archivio della curia vescovile, Visitationes, voll. LXVII-LXXII; G. Palazzi, Fasti cardinalium omniuni Sanctae Romanae Ecclesiae, V, Venetiis 1703, pp. 133 ss.; Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, IV, Podesteria e capitanato di Padova, a cura di A. Tagliaferri, Milano 1975, pp. 453, 473 s.; G. V. Marchesi Buonaccorsi, Antichità del protonotariato apostolico partecipante, Faenza 1751, pp. 482 s.; Serie cronol. dei vescovi di Padova allaSantità di Nostro Signore Pio papa VI, Padova 1786, pp. CLIV s.; L. Cardella, Mem. stor. de'cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 54 s.; M. V. Mayer, Die PapstwahlInnozenz XIII., Wien 1874, p. 66; L. Karttunen, Les Nonciatures apostoliques de 1650 à 1800, in Annales Acad. scient. Fennicae, serie B, V (1912), p. 240; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 2, Roma 1932, pp. 473 s.; XV, ibid. 1933, pp. 5, 416, 421, 427; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica, V, Patavii 1952, pp. 20, 308 s., 333.