CIANI, Giorgio
Figlio di Giovanni e di Gasparina, nacque a Domegge di Cadore (Belluno) il 6 apr. 1812. Studiò all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove nel 1839 ottenne il premio per l'incisione. Si stabilì quindi ad Ogliano (Treviso), lavorando assiduamente per moltissime commissioni. Qui morì il 14 gennaio 1877.
Il C. è ricordato per la prima volta con il solo cognome nelle nete sull'incisione veneziana stese nel sec. XIX dal canonico veneziano G. Moschini; nel Thierne-Becker compare col nome di Giovanni, errore che viene mantenuto in testi, posteriori. A dare al C. una figura ed un già rilevante catalogo di opere è L. Alpago Novello (1939) nel saggio sugli incisbri bellunesi. Seguono i contributi di - G. Fabbiani (1941, 1949) e di A. Alpago Novello (1968), con aggiunte di notizie biografiche definite e di altre opere.
Il C. fu incisore bulinista che, non essendo sollecitato da eccessivi problemi economici, poté improntare la propria produzione ad una esecuzione tecnicamente accurata - così da supplire alla scarsezza delle doti interpretative, che, del resto, l'incisione di traduzione permetteva relativamente di estrinsecare. Il repertorio del C. consiste in una serie di immagini sacre della Madonna (soprattutto, nelle varie figure dell'Addolorata, Annunciata, Assunta, Inviolata, del Carmine, della Misericordia, di Loreto), del Sacro Cuore, del Crocifisso, e di Santi come Antonio da Padova, Luigi Gonzaga, Giovanni della Croce, Teresa. Si tratta di un repertorio tipicamente devozionale e pietistico, quasi sempre costituito da stampe di piccolo formato cui si accompagnano diciture e versetti dello stesso tenore. Queste stampe costituiscono i diretti precedenti dei "santini" o immaginette da distribuirsi gratuitamente da parte dei religiosi o da vendersi nei vari santuari: ed infatti molti rami del C. furono ritrovati dal Fabbiani presso il convento dei cappuccini di Venezia, dimostrando che per essi erano stati incisi.
Ancora sono da ricordare in questo genere di creazioni, l'immagine per Ricordodella prima comunione tratta da G. B. Volpato, e ricordi di guarigioni e di miracoli. Accanto a questa produzione, il C. ha lasciato il "ritratto "di Andrea PaIladio, antiporta dell'opera Memorie intorno la vita e le opere di Andrea Palladio, pubblicata a Padova da A, Magrini nel 1835 (riprodotto in L'Art, 1890, n. 2, p. 133)., e la riproduzione del Monumento al Palladio eretto a Vicenza da Giuseppe Fabris, entrambi da disegni di G. Bellio; il Ritratto di Clotilde Tambroni;il Prospetto del seminario vescovile di Feltro, oltre alle illustrazioni per Ilteatro Olimpico nuovamente descritto ed illustrato dall'abate Antonio Magrini (Padova 1847) e per la Storia del popolo cadorino (ibid. 1866) scritta dal fratello del C., Giuseppe (Carte del Cadore e due tavole con alcuni ritrovamenti archeologici).
Se il Prospetto del seminario vescovile di Feltro è una scolastica ed inerte traduzione dal freddo disegno architettonico del feltrino Giuseppe Segusini, cui si deve l'edificio (1847), il Ritratto di Clotilde Tambroni possiede anche una sua consistenza formale e, può considerarsi senza dubbio la migliore delle opere finora note di questo modesto incisore. Il Monumento al Palladio (finora inedito: se ne conserva un esemplare al Museo di Bassano) è eseguito a contorno e al tratto nei modi diffusi dal gusto neoclassico e purista, probabilmente per aderire allo stile dell'autore del monumento stesso: esso integra il "ritratto" del Palladio, in quanto fu eseguito, come questo, in occasione dell'inaugurazione del monumento a Vicenza (1845).
Bibl.:G. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1926, p. 187;L. Alpago Novello, Gliincisori bellunesi..., in Atti del Reale Ist. veneto di scienze. lett. ed arti, XCIX (1939-40), 2, pp. 704-706;G. Fabbiani, Nuovenotizie su incisori, bellunesi, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XIII (1941), p. 1260; Id., Altre notizie sugl'incisori bellunesi. ibid., XX (1949), pp. 44-47(anche in Alpago Novello, 1968, p. 70);A. Pelliccioni, Diz. degli artisti incisori ital. (dalle origini al XIX secolo), Carpi 1949, p. 61;A. Alpago Novello, in Marco Ricci e gli incisori bellunosi del '700 e '800 (catal.), Belluno 1968, pp. 31, 70 e tavv. 129, 130; G. Fabbiani, Incisioni di G. C., in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XXXIX (1968), p. 164;U. Thienie-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 562 sub voce Ciani, Giovanni.