BENIGNO SALVIATI, Giorgio
Teologo, filosofo e scrittore del sec. XV. Bambino, fuggì dalla Bosnia, sua terra nativa, dinnanzi all'invasione dei Turchi e si rifugiò a Ragusa, alla quale si affezionò tanto da ritenerla sua patria. Entrò nell'ordine dei francescani e giovanissimo venne in Italia; passò quindi in Francia e in Inghilterra per perfezionarsi nella filosofia. Per circa trenta anni insegnò sacre lettere a Firenze, amato e stimato dalle famiglie Medici e Salviati, tanto che quest'ultima gli diede il proprio nome. Per la dottrina e per l'ingegno ben presto si fece notare nella cerchia degl'intellettuali che attorniavano Lorenzo il Magnifico; istruì anche il giovane Pietro. Di ritorno a Ragusa, v'insegnò teologia e filosofia. Nel 1507 da Giulio II fu nominato vescovo di Cagli (Umbria) e nel 1513 da Leone X arcivescovo di Nazareth. Morì nel 1520. Scrisse parecchie opere di argomento teologico, filosofico e morale fra cui: De natura angelica seu caelestium spirituum, stampata a Firenze nel 1499 e dedicata al senato di Ragusa.
Bibl.: L. Wadding, Script. Ord. Min., Roma 1560, p. 145; F. Ughelli, Italia sacra, II, p. 822; VII, p. 778; F. M. Appendini, Notizie istorico-critiche sulle antichità, storia e letteratura dei Ragusei, Ragusa 1802, II, p. 82; S. Gliubich, Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia, Vienna 1856; I. Kukuljević, Stari pisci hrvatski, I, Zagabria, 1869; A. Tamaro, La Vénétie Julienne et la Dalmatie, Roma 1919, pp. 8-9; G. B. Picotti, La giovinezza di Leone X, Milano 1928, pp. 22-23, 55.