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BANDINI, Giorgio

di Bianca Saletti Asor-Rosa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BANDINI, Giorgio

Bianca Saletti Asor-Rosa

Nacque a Siena il 17 apr. 1830. Formatosi nell'Istituto di Belle Arti di Siena sotto la guida di A. Maffei e del Rusconi, fu dal 1851 allievo di L. Mussini, che ebbe un posto preminente nella sua educazione artistica. Si dedicò principalmente all'arte dell'affresco e al restauro di antiche opere pittoriche, che eseguiva con notevole abilità. Tra le sue prime opere si ricorda la decorazione del loggiato a terreno di palazzo Bichi-Borghesi in Siena, ove continuò l'opera iniziata dal Maffei; ed inoltre il ciclo di affreschi eseguito nel 1853 per il Teatro dei Rinnovati. Questo periodo formativo già mostrava gli aspetti che sarebbero stati caratteristici dello stile del B.: l'accuratezza compositiva e l'ammirazione per l'arte del Trecento. Divenuto nel 1859 maestro nel Regio Istituto dei sordomuti di Siena, ebbe nel 1883 l'incarico dell'insegnamento dell'ornato nell'Istituto di Belle Arti della stessa città; qualche anno più tardi organizzò la scuola d'arte di Lucera. Vastissima la sua attività non solo in Italia, ma anche in città estere, come Nizza e Londra. Oltre che a Siena, soggiornò per un lungo periodo ad Orvieto, occupato nei lavori di sistemazione del tetto del duomo che, cominciati nel 1883, si protrassero con varie interruzioni fino all'ottobre del 1886: il B. restaurò la pittura delle travature rifacendo la decorazione originaria che era in gran parte scomparsa.

Tra le sue opere a Siena si ricordano: il restauro (1884) dei dipinti del Pastorini e del Rustici nella volta della chiesa di S. Francesco, e quello degli affreschi dei Peruzzi nel castello di Belcaro (Siena); le decorazioni con stucchi e oro nel palazzo del capitano di giustizia (già Grottanelli, ora Piccolomini Clementini) e nella sala del Palazzo pubblico dedicata a Vittorio Emanuele II (1891); del vestibolo di palazzo Piccolomini (Archivio di Stato) oltre che della cappella del castello di Brolio (Siena) e della villa Saracini a Castelnuovo Berardenga. Eseguì affreschi decorativi anche in palazzo Graziosi e in palazzo Odescalchi a Roma e nel santuario di S. Margherita a Cortona.

Interrotta la sua attività per una paralisi nel 1894, morì a Siena il 16 marzo 1899.

Bibl.: L. Mussini, Scritti d'arte, Firenze 1880, p. 76; L. Fumi, Il Duomo di Orvieto ed i suoi restauri,Roma 1891, pp. 255, 258, 382-384; G. Casucci, Per la morte del cav. prof. G. B., Siena 1899; F. Bargagli Petrucci, necrologio in Arte e storia, XVIII (1899), p. 66; N. Mengozzi, Il Monte dei Paschi di Siena...,in Bullett. senese di storia patria,XI (1904), p. 575; E. A. Brigidi, La nuova guida di Siena,Siena 1922, p. 55; A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori ed incisori ital. moderni,I, Milano 1934; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 441.

Vedi anche
affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore (➔ pittura). decorazione Insieme di elementi, motivi, apparati ornamentali apposti alla struttura vera e propria dell’opera d’arte o di architettura. Può essere costituita da elementi seriali, ritmici, ricorrenti, tradizionalmente legati a spartizioni di superfici o a modanature (➔ ornato), presenti su architetture o su oggetti ... stucco Nome generico di diversi tipi di materiali plastici adesivi, di varia consistenza, che induriscono all’aria più o meno rapidamente, impiegati per la levigatura di superfici. arte Lo stucco, usato in scultura o nella decorazione architettonica per creare elementi in rilievo, è costituito da una malta ... palazzo Edificio di grandi dimensioni, connotato architettonicamente e contraddistinto dal ruolo delle varie funzioni a cui è destinato: dimora di sovrani, di personalità o di famiglie di rilievo; sede di governo, di uffici pubblici, di istituzioni pubbliche e culturali ecc. 1. Dalle origini alla fine dell’Impero ...
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