Medico (Ragusa di Dalmazia 1668 - Roma 1707). Lavorò a Firenze con R. Bellini e a Bologna fu allievo di M. Malpighi; dal 1696 (o 1695) prof. di chirurgia e anatomia alla Sapienza di Roma, passando poi (1700) alla medicina teorica. Reagì all'impostazione astratta di indirizzi medici ancora prevalenti, richiamandosi al principio ippocratico dell'osservazione diretta e razionale del malato (De praxi medica, 1696), tentando talora anche spiegazioni meccaniche - di ispirazione iatrofisica - di fenomeni vitali normali e patologici, soprattutto in rapporto alla struttura e alla funzione delle fibre muscolari (De fibra motrice e De anatome fibrarum, 1702).