ANNONI (Annone, de Annone), Giorgio
Nato ai primi del secolo XV, entrò al servizio dei Visconti; nel 1442era commissario di Filippo Maria presso l'esercito del Piccinino e, in dicembre, scriveva da Assisi al duca, invitandolo ad accordarsi al più presto con lo Sforza. Il suo saggio consiglio fu seguito dal Visconti che, l'anno seguente, non appena si fu riconciliato col genero, inviò proprio l'A. a Napoli per comunicare la notizia ad Alfonso d'Aragona. Nell'ottobre del 1446 l'A. era a Bertinoro, presso Forlì, con truppe viscontee che, con ogni probabilità, si apprestava a condurre a Milano in soccorso di Filippo Maria. L'anno seguente ottenne dal duca la cittadinanza milanese. Dopo la morte di Filippo Maria (13 ag. 1447) egli passò al servizio della Repubblica ambrosiana e nel luglio del 1448, con alcune compagnie di uomini di arme, si unì allo Sforza, che assediava Caravaggio tenuta dai Veneziani, partecipando alla battaglia del 15 settembre, nella quale l'esercito veneto venne disfatto. Quando nell'ottobre dello stesso anno lo Sforza, con improvviso voltafaccia, si alleò con Venezia, l'A. ottenne di uscire dal campo sforzesco e di raggiungere Milano con i suoi uomini; ma forse, come dimostrerebbe il permesso concesso dal conte e, ancor più, il trattamento che questi, una volta preso il potere, riservò all'A., si trattava di una mossa concordata fra i due allo scopo di indebolire la capacità di resistenza della Repubblica. Dopo che lo Sforza si fu impossessato di Milano, l'A. passò apertamente al suo servizio. Nel 1450 fu commissario di Alessandria e vi rimase almeno fino al 1452; due anni dopo fu nominato luogotenente dell'Oltrepò. Lo Sforza se ne servì anche per delicate trattative diplomatiche; nel 1460 lo inviò a Napoli, per confermare a Ferdinando I la sua ferma intenzione di sostenerlo contro gli Angioini; nel gennaio 1464 gli affidò il difficile incarico di comunicare al doge di Genova Ludovico Campofregoso la cessione di Genova e Savona effettuata da Luigi XI re di Francia a favore dello Stato di Milano. L'A., abboccatosi col doge, che era all'oscuro di tutto, tentò vanamente di indurlo a cedere; infine, dopo aver ottenuto il 3 febbraio un netto rifiuto, ritornò a Milano. Qui, nel 1466, entrò a far parte del Consiglio segreto ducale, ottenendo il 1° giugno anche la carica di commissario di Parma. Nello stesso anno fu tra i consiglieri ducali che seguirono il giovane Galeazzo Maria Sforza nella sua spedizione in Francia. Nel novembre del 1468 fu nominato commissario di Alessandria, per ritomare nel 1471 a Parma. Ivi morì nel luglio dell'anno seguente.
Fonti e Bibl.: Documenti diplomatici tratti dagli Archivj milanesi, a cura di L. Osio, III, Milano 1872, pp. 280, 281, 294, 444; Iohannis Simonetae Rerum gestarum Francisci Sfortiae Commentarii, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXI, 2, a cura di G. Soranzo, pp. 163, 226, 470; E. Rubieri, Francesco I Sforza, II, Firenze 1879, pp. 13ss.; P. Ghinzoni, Spedizione sforzesca in Francia, in Arch. stor. lombardo, s. 2, VII (1890), p. 338; E. Nunziante, I primi anni di Ferdinando d'Aragona, in Arch. stor. per le prov. napol., XIX,1 (1894), pp. 440 ss.; A. Sorbelli, Francesco Sforza a Genova, Bologna 1901, pp. 115-117, 120 s., 238-242,259-263; A.Colombi, L'ingresso di Francesco Sforza in Milano, in Arch. stor. lombardo, XXXII, 7 (1905), p. 67; E. Filippini, Un cancelliere del ducato sforzesco, ibid., LIII (1926), p. 45; E. Lazzeroni, Il Consiglio segreto o Senato sforzesco, in Atti e memorie del III Congresso storico lombardo, Milano 1939, p. 129; C. Santoro, Gli uffici del dominio sforzesco, Milano 1947, pp. 8, 457, 527; F. Cognasso, Il ducato visconteo da Gian Galeazzo a Filippo Maria, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, p. 352; Id., La Repubblica di S. Ambrogio, ibid., pp. 419, 429; F. Catalano, La nuova signoria: Francesco Sforza, ibid., VII, Milano 1956, pp. 139, 140, 141,187, 188, 221.