CECCANO, Giordano da
Apparteneva a una famiglia comitale della Campagna che traeva il nome dalla località omonima. Destinato alla vita religiosa, è ricordato per la prima volta nel 1188 come abate del monastero cisterciense di S. Stefano a Fossanova (diocesi di Terracina). In questa sua qualità comprò allora dal balivo di Campagna una serie di castelli che trasferì alla Chiesa romana. Il 27 febbr. 1188 fu creato cardinale prete di S. Pudenziana.
Già nello stesso anno della sua elevazione al cardinalato, Clemente III gli affidò una missione di particolare importanza, quando lo mandò come legato in Germania, insieme con il cardinale prete Pietro di S. Pietro in Vincoli. I legati avevano l'incarico di informare Enrico VI e sua moglie Costanza dell'impegno assunto dal pontefice di procedere alla loro incoronazione imperiale. Inoltre dovevano trattare con l'imperatore Federico I Barbarossa la questione dell'arcivescovato di Treviri, dove due candidati si contendevano la cattedra arcivescovile. Il C. ottenne per il candidato deposto dal papa e recusato anche dall'imperatore, un salvacondotto per Roma (all'accordo egli appose il proprio sigillo). In seguito si trattenne ancora in Germania: lo troviamo a Colonia, dove rilasciò un diploma a favore del monastero di Kamp, e poi, negli ultimi mesi del 1188 a Liegi, Afflighem, Heylissem e Vaticelles, dove confermò una serie di accordi. Nel maggio del 1189 era di ritorno a Roma.
Il pieno successo della prima legazione indusse Celestino III ad affidargli già nel 1192 una nuova e importante missione. Insieme con il cardinale vescovo Ottaviano di Ostia doveva mediare nel conflitto tra la Francia e l'Inghilterra e tra le fazioni nemiche nella stessa Inghilterra. Ma la missione, che si svolse tra il 4 genn. 1192 e il 3 apr. 1193, era avviata a fallimento sin dal primo momento, visto che Ottaviano era un fautore della Francia, mentre il C. "dilexit regem Angliae". In Francia, il senescalco di Normandia, a nome di Riccardo Cuor di Leone, impedì ai due legati l'ingresso nelle terre del re d'Inghilterra. Come risposta Ottaviano lanciò sulla Normandia l'interdetto, che tuttavia sembra non sia stato rispettato dal C. che troviamo nell'esercizio delle sue funzioni legatizie nell'Angiò. Ciò gli valse l'espulsione dalla Francia da parte di Filippo II Augusto. Durante la sua legazione il C. confermò l'elezione del vescovo di Dol, decise in una lite per le decime tra Fécamp e Troam e procurò a un suddiacono, un beneficio a Poitiers. Nel 1192 partecipò anche a un processo contro l'abate di Conches e a una causa tra il vescovo e il capitolo del duomo di Angoulême. Era di ritorno a Roma tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 1193.
Fu lontano da Roma per periodi piùo meno lunghi anche negli anni successivi, ma non conosciamo i motivi di queste sue assenze, Il 31 luglio 1195 funse come auditor Curiae in un processo. Il 24luglio 1196 per invito del nipote, il conte Giovanni da Ceccano, consacrò con altri vescovi della zona la chiesa di S. Maria del Fiume a Ceccano. In quest'occasione tenne un'orazione che suscitò ammirazione. Donò anche alla nuova chiesa una serie di paramenti sacri, tra i quali un paramento messale con un fregio prezioso che nel 1188 aveva comprato a Colonia al prezzo di nove marchi d'argento ("planetam frisatam cum tali friso").
Dopo la morte di Enrico VI, il C., che era probabilmente un avversario degli Svevi, partecipò alle azioni volte a recuperare i possedimenti ecclesiastici passati sotto il dominio imperiale. Dopo la morte di papa Celestino III, avvenuta l'8 genn. 1198,pare che abbia posto la propria candidatura alla successione, se vogliamo dar credito a una notizia fornita da Ruggero di Hoveden, peraltro controversa. Tra il gennaio e il marzo del 1199, per incarico di Innocenzo III, svolse un ruolo decisivo nelle operazioni contro Marquardo di Annweiler, e accorse in aiuto di Monte Cassino assediato dagli Imperiali, insieme al conte di Celano e a Ruggiero di Chieti.
Da un'annotazione di Clemente III risulta che il C., per incarico pontificio, esaminò e sollecitò la canonizzazione dell'arcivescovo di Armagh Malachia, morto nel 1148 a Clairvaux, proclamato il 6 luglio 1190.
Il nome del C. compare per l'ultima volta in una bolla pontificia del 30 maggio 1205. Morì il 25 apr. 1206.
Fonti e Bibl.: Gesta Innocentii, III, in J. P. Migne, Patr. lat., CCXIV, l, XLII, col. 23; Gesta regis Ricardi Benedicti Abbatis, in Rer. Brit. Medii Aevi Script., XLIX, a cura di W. Stubbs, London 1857, p. 389; Annales Ceccanenses, in Mon. Germ. Hist., Script., XIX, 3, a cura di G. H. Pertz, Hannoverae et Lipsiae 1866, pp. 288 ss.; Gesta Treverorum, ibid., XXIV, a cura di G. H. Pertz, ibid. 1879, p. 389; Italia pontificia, a cura di P. Kehr, I, Berolini 1906, p. 85; I, ibid. 1907, p. 125; V, ibid. 1911, p. 279; Papsturkunden in den Niederlanden, II, Urkunden, a cura di J. Ramackers, Berlin 1934, pp. 451 s., 464; Papsturkunden in Frankreich, II, Normandie, a cura di J. Ramackers, Göttingen 1937, p. 403; Die Register Innocenz III., I, a cura di O. Hageneder-A. Haidacher, Grag 1964, pp. 303, 427, 547, 570, 864ss.; O. Panvinius, Epitome pontificum Roman., Venetiis 1657, p. 144 (dove il C. è indicato come un Orsini); M. A. Ciaconius, Vitae et res gestaepontificum et cardinalium..., Romae 1680, pp. 613 s.; L. Cardella, Mem. stor. dei cardinali, I, Roma 1792, p.162; A. Cartellieri, Philipp II. August, III, Leipzig 1910, p. 18; H. Zimmermann, Die päpstliche Legation in der ersten Hälfte des 13. Jahrh., Paderborn 1913, p. 27; F. Baethgen, Die Regentschaft Papst Innozenz III. im Königreich Sizilien, Heidelberg 1914, pp. 11 ss.; J. Friedländer, Die päpstlichenLegaten in Deatsckland u. Italien 1181-98, Berlin 1928, pp. 50, 525; E. Kartusch, Das Kardinalskollegium 1181-1227, Phil. Diss., Wien 1948, p. 266; H. Müller, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums 1181-1216, Phil. Diss., Göttingen 1950, p. 43; P. Zerbi, Papato, Impero e "Res Publica Christiana" dal 1187 al 1198, Milano 1955, pp. 22 ss.; V. Pfaff, Die Kardinäle unter Papst Coelestin III., in Zeitschrift der Savigny-Stift. f. Rechtsgeschichte, Kan. Abt., XLI (1955), pp. 62 s., 88; LII (1966), passim; W. Janssen, Die päpstlichen Legaten in Frankreich 1130-1198, Köln 1961, pp. 137ss.; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, pp. 7,44. Per la canonizzaz. di Malachia, cfr. J. P. Migne, Patr. lat., CLXXXII, coll.1073 ss.; E. W. Kemp, Canoniz. and authority in the Western Church, Oxford 1948, p. 96; J. Allendorf, Malachias, in Lex. für Theol. und Kirche, VI, Freiburg 1961, pp. 1322 s. Per Ceccano e Fossanova, vedi: L. H. Cottineau, Répertoire des abbayes et prieurés, I, Macon 1939, coll. 640, 1200.