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GIORDANI, Giuseppe, detto Giordaniello

di Rossella Pelagalli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)
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GIORDANI (Giordano), Giuseppe, detto Giordaniello

Rossella Pelagalli

Nato a Napoli, rimane incerta la data di nascita, risalente per alcuni biografi al 1753 (Fétis), per altri al 19 dic. 1751 (Bossa in The New Grove Dict. of opera), o in epoca anteriore (9 dic. 1743, secondo Prota-Giurleo in Enciclopedia dello spettacolo; 1744 per lo Schmidl). Altre discordanze si rilevano in merito all'appartenenza del G. alla famiglia di Carmine Giordani, organista dal 1712 della cappella reale di Napoli e autore di musica sacra.

Con certezza si sa che, intrapreso ancora giovane lo studio della musica nella sua città natale, il G. fu allievo per la composizione di Fedele Fenaroli presso il conservatorio di S. Maria di Loreto, ove - condiscepolo tra l'altro di N. Zingarelli e D. Cimarosa - ebbe come maestri anche G. Manna e A.M. Sacchini.

Piuttosto lacunose le notizie sui primi anni della sua attività artistica: secondo il Fétis nel 1771 avrebbe esordito a Pisa quale compositore di musica teatrale con l'opera L'astuto in imbroglio, quindi, trasferitosi a Londra, vi avrebbe fatto rappresentare Artaserse (1772) e Antigono (1773), opere riferibili quasi certamente all'attività londinese di Tommaso Giordani.

La maggior parte dei biografi ha ritenuto quindi più opportuno considerare come prima data certa dell'attività del G. il 1774, anno in cui risulta maestro di cappella soprannumerario del Tesoro di S. Gennaro. Sembra che in quel periodo si fosse dedicato con particolare impegno anche all'insegnamento privato, come risulta dal suo scritto Prattica della musica, cioè dell'arte del contrappunto e perché così nominato (oggi nella Bibl. del conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli), dove mostra di aver analizzato a fondo i problemi relativi all'attività didattica, non senza aver consultato i principali trattati in materia. Ancora nel 1776, comunque, una sua istanza, presentata il 25 luglio alla Giunta dei teatri di Napoli per la realizzazione di un'opera da destinarsi al teatro S. Carlo, veniva respinta, in quanto il suo curriculum risultava insufficiente.

Quasi tutti i biografi sono concordi nel far risalire il suo debutto in ambito teatrale all'autunno del 1779, allorché, in occasione dell'apertura del teatro degli Intrepidi (o della Pallacorda) di Firenze, fece rappresentare, con discreto successo, l'opera Epponina, cui fece seguito, nel medesimo anno, il Demetrio, su libretto del Metastasio, andato in scena nella stagione di carnevale presso il teatro di Corte di Modena. Sempre al 1779 pare risalga inoltre il suo matrimonio con Emanuela Cosmi, detta la Positanella, cantante in compagnie di second'ordine nell'Italia meridionale.

Rientrato a Napoli, il G. raggiunse rapidamente una discreta fama sia nel genere serio sia in quello comico. È in quest'ultimo campo che esordì nell'estate del 1781 apportando notevoli modifiche a Lo sposo di tre e marito di nessuna di P. Anfossi e P.A. Guglielmi (libretto di A. Palomba), andata in scena come prima opera della stagione al teatro del Fondo. Per lo stesso teatro realizzò poi La fiera di Brindisi (1781), e Il convito (carnevale 1782), entrambe su libretto di G. Palomba. In quest'ultimo anno divenne anche noto come autore di musica per balli: il 30 maggio, con la Calipso di G. Insanguine, andarono in scena al teatro S. Carlo il ballo eroico-pantomimo La principessa di Tingi coreografato da P. Franchi, e il ballo comico di G. Trafieri La vendemmia, ossia La contadina impertinente. Successivamente attivo in numerose città dell'Italia settentrionale (Mantova, Bergamo, Bologna, Venezia, Genova, Firenze, Modena e Trieste), il G. fece ritorno a Napoli nel 1787, anno in cui riscosse notevole successo con il dramma sacro La distruzione di Gerusalemme (libretto di C. Sernicola), lavoro col quale diede inizio alla consuetudine di far rappresentare al S. Carlo, in tempo di quaresima, tragedie sacre e profane.

Delle numerose opere che realizzò da questo momento per i principali teatri italiani, si ricorda in particolare Cajo Ostilio, su libretto di E. Manfredi, andata in scena il 12 maggio 1788 in occasione dell'apertura del teatro Comunale di Faenza (poi Treviso, teatro Astori, autunno 1788, e Firenze, teatro della Pergola, carnevale 1795). L'anno seguente, ormai acquistata notevole fama anche fuori della città natale, fu nominato maestro di cappella del duomo di Fermo, succedendo nell'incarico ad Antonio Conforto. Dedicatosi quindi con più assiduità alla produzione di musica sacra, andò diradando i suoi impegni in ambito teatrale; di quel periodo si ricorda tuttavia La disfatta di Dario, opera su libretto di N. Morbilli, andata in scena al teatro alla Scala il 7 febbr. 1789, replicata quello stesso anno al teatro degli Erranti di Brescia, e il 13 ag. 1790 al S. Carlo di Napoli; con quest'ultima rappresentazione il G. si congedò definitivamente dalle scene partenopee.

Il G. morì a Fermo il 4 genn. 1798.

Noto ai suoi tempi con il soprannome di "Giordaniello", il G. fu assai stimato presso i contemporanei per la sua produzione teatrale, nella quale si mosse con disinvoltura tra il genere serio e quello comico. Della sua vasta produzione in questo campo, oltre alle opere già citate, si ricordano: Erifile (Genova, teatro S. Agostino, carnevale 1780); Gli inganni scambievoli (Roma, teatro Valle, carnevale 1781); Il ritorno d'Ulisse (Mantova, teatro Ducale, 26 dic. 1782); L'Acomate (Pisa, teatro Prini, 21 apr. 1783; poi ripreso come Elpinice a Bologna, teatro Zagnoni, autunno 1783); Tito Manlio (G. Roccaforte, Genova, teatro S. Agostino, carnevale 1784); Pizzarro nell'Indie, o sia La distruzione del Perù (Firenze, teatro degli Intrepidi, primavera 1784); Nitteti (P. Metastasio, Padova, teatro Nuovo, 1784); Osmane (G. Sertor, Venezia, teatro S. Benedetto, carnevale 1784); La vestale (Bologna, teatro Zagnoni, carnevale 1785); L'impegno, o sia Chi la fa l'aspetti (Roma, teatro Capranica, carnevale 1786); Ifigenia in Aulide (L. Serio, ibid., teatro Argentina, carnevale 1786); Fernando nel Messico (F. Tarducci da Metastasio, ibid., carnevale 1787); Li ripieghi fortunati (ibid., teatro Capranica, carnevale 1787); Alciade e Telesia (E. Manfredi, Bologna, teatro Zagnoni, 6 genn. 1787); Il corrivo (G.M. Diodati, Napoli, teatro Nuovo, primavera 1787); Li tre fratelli ridicoli (Roma, teatro Capranica, 1788); Scipione (Rovigo, autunno 1788); Ariarte (F. Moretti, Torino, teatro Regio, carnevale 1789); Licenza in Enea e Lavinia di P. Guglielmi (Novara, teatro Nuovo, primavera 1789); Cajo Mario (G. Roccaforte, Lodi, Nuovo Teatro, agosto 1789; poi Milano, Canobbiana, estate 1791); Nicomede (E. Manfredi, Genova, teatro S. Agostino, carnevale 1790); Aspasia (G. Sertor, Venezia, teatro S. Benedetto, carnevale 1790); Don Mirtillo contrastato (ibid., teatro S. Cassiano, autunno 1791); Medonte re di Epiro (G. De Gamerra, Roma, teatro Argentina, carnevale 1791); Atalanta (C. Olivieri, Torino, teatro Regio, carnevale 1792); Ines de Castro (C. Giotti, Venezia, teatro La Fenice, carnevale 1793).

Rilevante fu anche il contributo del G. nell'ambito della musica sacra; in particolare si ricordano gli oratori: Tre ore di agonia di Nostro Signore Gesù Cristo, per 3 voci con strumenti (s.d.; che, come osserva Zanetti, rivela un ricorso moderato a passaggi belcantistici, secondo una tendenza tipica dei migliori autori di opere serie); La fuga in Egitto (1775 c.; partitura ms. incompleta in Napoli, Bibl. del Conservatorio di S. Pietro a Majella); La morte di Abelle (Metastasio, Jesi, autunno 1785; Bologna, teatro Felicini, 1786; Lugo, chiesa dei domenicani, 5 sett. 1788; Bologna, 3 apr. 1790); Betulia liberata; Isacco figura del Redentore (Metastasio, Camerino, Pubblico Teatro, s.d.; Macerata, Pubblico Teatro, 1795); Il figliol prodigo (Ascoli, cattedrale, 1795).

Rimangono ancora, oltre a numerosi duetti e arie, vari lavori strumentali, nonché musiche per balli, da inserirsi all'interno di opere o come intermezzi (cfr. Eitner).

Fonti e Bibl.: G. Dassori, Opere e operisti 1541-1902, Genova 1903, pp. 196 s.; S. Di Giacomo, Maestri di cappella… al Tesoro di S. Gennaro, Napoli 1920, pp. 15 ss.; R. Zanetti, La musica italiana nel Settecento, Milano 1978, I, p. 492; II, p. 768; III, pp. 1503 s., 1541, 1550; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, IV, pp. 8 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, pp. 253-255; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 626; Suppl., pp. 354 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, V, coll. 142 s.; Enc. dello spettacolo, V, coll. 1311-1313 (s.v. Giordano); The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 393; The catalogue of printed music in the British Library to 1980, XXIII, p. 315; M. Honegger, Dictionnaire de la musique, I, Paris 1986, p. 412; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 207; The New Grove Dict. of opera, II, pp. 424 s.

Vedi anche
Bianchi, Francesco Musicista (Cremona 1750 circa - Hammersmith 181o). Fu allievo di N. Jommelli a Napoli dal 1770 al 1772, anno in cui ritornò a Cremona dove rappresentò il suo primo lavoro teatrale (Giulio Sabino). Nel 1773 fu a Firenze dove mise in scena Il Gran Cidde, per poi trasferirsi a Pavia e, quindi, a Parigi ... Pacchiaròtti, Gaspare Pacchiaròtti (o Pacchieròtti), Gaspare. - Musicista (Fabriano 1740 - Padova 1821). Studiò a Venezia, dove esordì come sopranista (1766); si ritirò dall'arte nel 1792; fu virtuoso acclamato in tutta Europa. Sarti, Giuseppe Musicista (Faenza 1729 - Berlino 1802), allievo a Bologna di G. B. Martini; maestro presso la compagnia Mingotti, fu poi alla corte di Copenaghen, quindi al duomo di Milano, e finalmente in Russia, compositore aulico di Caterina II e direttore del conservatorio di Ekaterinoslav. Scrisse soprattutto musica ... Anfòssi, Pasquale Musicista (Taggia 1727 - Roma 1797); fecondo e fortunato operista, nel 1763 fece eseguire la sua prima opera, La serva spiritosa, cui seguirono Il finto medico (1764), La Fiammetta generosa (1766, in coll. con N. Piccinni) e I matrimoni per dispetto (1767) e poi numerose altre, su testi soprattutto del ...
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    Enciclopedia on line
    Musicista (Napoli 1743 - Fermo 1798). Studiò al conservatorio di S. Maria di Loreto in Napoli con F. Fenaroli. Si dedicò alla composizione teatrale dal 1771, scrivendo più di 30 melodrammi e componendo musica strumentale e vocale. Dal 1791 fu maestro di cappella a Fermo.
  • GIORDANI, Giuseppe
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Romolo GIRALDI Musicista, detto Giordaniello, per distinguerlo dal fratello maggiore Tommaso (Carmine). Nacque a Napoli nel 1744 e morì a Fermo il 4 gennaio 1798; studiò a Napoli nel Conservatorio di S. Maria di Loreto e fu tra i buoni operisti del '700. Verso il 1772 si recò a Londra, ove rimase circa ...
Vocabolario
giordaniano
giordaniano agg. e s. m. (f. -a). – Della Giordania; è forma meno com. che giordano.
giordanite
giordanite (o jordanite) s. f. [dal nome dello scienziato ted. Jordan (sec. 19°), che lo scoprì]. – Minerale monoclino, solfuro di piombo e arsenico, a lucentezza metallica e colore grigio piombo.
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