GIOLFINO
. Casata assai numerosa di artisti veronesi, la quale si inizia con Guglielmo, morto nel 1410. Bartolomeo, scultore, nacque intorno al 1410, e morì circa il 1486. Le sue opere giovanili lo mostrano in contatto con la tradizione rigidamente gotica dell'arte veneziana, tipo Bartolomeo Bon; a questo difatti si congiungono le sue sculture di Colognola al Piano e di Colognola ai Colli, dove è suo il gruppo dei dodici apostoli e un Sant'Antonio segnato e datato 1433. Nell'altare del 1470, scolpito in legno, che oggi si trova nelle Gallerie di Venezia, proveniente da Pressana, l'artista mostra di essere stato alquanto attratto anche dagli scultori fiorentini che, come Pietro Lamberti, Michele da Firenze e Antonio da Firenze, lavoravano a Verona ai primi del 1400, portandovi qualche luce del Rinascimento. Questa tendenza fiorentineggiante appare anche più accentuata in Francesco, figlio di Antonio, pur esso scultore e nipote di Bartolomeo Giolfino, a cui dobbiamo un grazioso rilievo in legno del museo di Berlino, rappresentante il capo del Battista nel bacile sostenuto da due angeli; opera che reca la sua segnatura e che ricorda alquanto il Riccio.
Ma il rappresentante più noto di questa famiglia di artisti è Nicolò, pittore, nato nel 1476 e morto nel 1555. Impersonò con la sua attività feconda la tradizione più fedele al passato nel campo della pittura. Egli si lega infatti nel modo più evidente alla scuola di Liberale, del quale mantiene le tendenze gotiche, combinandole con l'arrovellato dei Mantegneschi e dei Ferraresi. Senza ricordare la Pentecoste in Santa Maria della Scala, che potrebbe essere la sua prima opera, noteremo come più tipici di lui i cicli di affreschi della chiesa di S. Bernardino (1500; 1522) dove la fantasia dell'artista pare giungere al barocco per la strana fedeltà, già ricordata, alla tradizione gotica, ch'era stata tipica del suo maestro. A cui soprattutto si avvicina nella Madonna del Gelsomino del museo civico di Verona. È molto notevole anche la pala della Madonna con quattro Santi del Museo di Berlino. Non va dimenticato che la vena di N., soprattutto decorativa, si adattò molto alla pittura di cassoni, che gli spettano in buon numero.
Bibl.: G. Fiocco, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIV, Lipsia 1921 (con la bibl. precedente).