BREZÉ (Bersezio), Gioachino Bonaventura Argentero marchese di
Nacque a Torino il 17 maggio 1727, undicesimo figlio di Gaetano e di Clara Teresa Saluzzo di Valgrana.
Il rapido estinguersi dei fratelli maschi gli consentì di divenire penultimo titolare del titolo marchionale nel 1773. Fu conosciuto e si sottoscrisse col nome di Brezé, corruzione di Bersezio (da Bersezio, Berzé e quindi Brezé). Dopo di lui, morto celibe, il titolo passò al fratello Giuseppe Ignazio, alla cui morte, nel 1805, si estingueva il casato degli Argentero di Bersezio.
Avviato alla carriera militare, il B. entrò nei ranghi della cavalleria e il 30 ott. 1774 ricevette il grado di luogotenente colonnello; il 7 genn. 1781 veniva promosso colonnello; il 23 marzo 1789 ebbe la carica di brigadiere di cavalleria e il 23 giugno dell'anno successivo quella di maggiore generale e ispettore generale di cavalleria e dei dragoni, finché, nel 1794, conseguì la promozione a luogotenente generale di cavalleria e dei dragoni. L'ascesa ai gradi più alti corrispose a una sincera vocazione per l'arte militare, in particolare per la disciplina equestre. Insoddisfatto degli insegnamenti impartitigli alla scuola d'arme e di teorie e di schemi tattici inadeguati alle nuove esigenze belliche, si dedicò allo studio della materia in tutti i suoi aspetti, occupandosi tanto dell'ippologia, come della tattica della cavalleria e della stessa psicologia delle truppe. Nel suo palazzo, in contrada dell'Ospedale (ora via Giolitti), raccolse "una scelta biblioteca di tutti gli autori militari" ricordata dal Denina e dalle guide dell'epoca. Da questa costante applicazione nacquero gli scritti: Essai sur les haras,ou examen méthodique des moyens propres pour établir,diriger,et faire prospérer les haras, seguito da una breve guida all'acquisto dei cavalli e da un trattatello sulla meccanica del morso (Turin 1769); Observations historiques et critiques sur les commentaires de Folard,et sur la chevalerie (2 voll., Turin 1772); Réflexions sur les préjurgésmilitaires (ibid. 1779).
Queste opere, composte con spirito scientifico, gli valsero la stima dei frequentatori delle accademie Sampaolina e Filopatria in tempi in cui le discussioni sul rinnovamento della tattica, sulla storia e sull'arte militare erano all'ordine del giorno, e gli assicurarono una notorietà europea fondata su importanti consensi, primo fra tutti quello di Federico II di Prussia. Il B., che si era già recato alla corte prussiana, non sappiamo per quale motivo ma, sembra, attratto dalle riforme militari di Federico il Grande, vi fu ricevuto con onori nel corso dei viaggi compiuti per provvedere cavalli ai regi eserciti.
L'incarico più rilevante della sua carriera militare gli fu affidato nel 1792 quando stipulò a Milano con il generale barone Stein la convenzione per l'entrata degli ausiliari austriaci nel Piemonte attaccato dalla Francia rivoluzionaria (22 settembre). In quell'occasione il B. aveva preparato un piano di difesa del regno, che prevedeva la dislocazione di tre corpi d'armata per la copertura del versante interno delle Alpi e tali da costituire un appoggio per le truppe della Savoia e di Nizza.
La professione delle armi e l'interesse preminente per le questioni d'arte militare, non edirono al B. di distinguersi anche negli studi di chimica che coltivò soprattutto nella maturità, quando allestì un laboratorio chimico ed un museo di mineralogia. Le sue ricerche si tradussero in scritti di riconosciuto valore scientifico: Description de trois machines physico-chimiques présentées à l'Académie Royale des sciences de Turin (Turin 1784); Analyse des eaux mindrales de Castelletto-Adorno,et de St. Genis, ainsi que de quelques autres fontaines,et puits du Piémont (in Mém. de l'Acad. Royale des sciences de Turin, III[1788]); Memoria intorno alla conservazione de' grani,in risposta al programma presentato alla R. Accademia di Torino (in Opuscoliscelti, XI, Milano 1789); Analyse de l'eau sulphureuse de Lu en Monferrat (in Mém. de l'Académie Royale des sciences de Turin, IV[1790]).
Attivamente partecipe della vita culturale del suo tempo, in un periodo di progressiva involuzione dello Stato sabaudo, il B. strinse amicizia con gli scienziati e i pensatori più eminenti del Piemonte, come G. L. Lagrange, G. F. Cigna, C. Allioni, A. Saluzzo, G. B. Vasco, C. Denina, G. F. Galeani Napione. Furono suoi ospiti a Torino G. E. Lessing e Joliann Georg Sulzer. Fu tra i fondatori della Accademia delle Scienze e, nel 1783, quando tale società da privata divenne reale (Reale Società Torinese), venne iscritto tra i soci. La stessa Accademia si radunò in seduta solenne proprio nel palazzo Argentero, nel 1784, per onorare il conte di Haga, futuro Gustavo III di Svezia.
Morì a Torino il 9 luglio 1796.
Fonti e Bibl.: Manoscritti del B. sono conservati nella Biblioteca del conte Paolo Thaon di Revel nel castello di Ternavasso e presso l'Accademia delle Scienze di Torino (Mss. 478, 482, 2411). L'archivio Argentero è stato recentemente versato nell'Archivio di Stato di Torino. Arch. di Stato di Torino, sezione I, Materie militari,Impieghi, Mazzo 2 d'addizione; Materie politiche,Negoziazioni con Vienna, mazzo 13 d'addizione; Ibid., Sezione Camerale, Controllo finanze, reg. 49, f. 168; reg. 60, f. 128; reg. 77, f. 96; reg. 80, f. 151; reg. 95, f. 1; Regi biglietti, reg. 8, ff. 173, 192; reg. 11, f. 64; Ibid., Sezione IV, Miscellanea, mazzo 10;O. Derossi, Nuova guida per la città di Torino, Torino 1781, pp. 193, 197; Id., Almanacco reale per l'anno 1783, Torino 1783, p. 232; Biblioteca oltremontana, Torino 1788, p. 132; Mémoires de l'Académie des Sciences de Turin 1788-89, IV, Torino 1790, p. CXXXVII; [G. Galli della Loggia], Cariche del Piemonte, II, Torino 1798, p. 674; C. Denina, Istoria della Italia occidentale, V, Torino 1809, p. 37; G. G. Bonino, Biografia medica piemontese, II, Torino 1825, pp. 414-22; T. Vallauri, Delle società letterarie del Piemonte libri due, Torino 1844, p. 170; C. Saluzzo, Souvenirs militaires des Etats Sardes, II, Torino 1854, p. 268; F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte, I, Torino 1854, p. 75; I. Thaon di Revel, Mémoires sur la guerre des Alpes, Torino Roma-Firenze 1871, pp. 6-8; N. Bianchi, Storia della monarchia piemontese dal 1773 al1861, Torino 1880, pp. 670 s.; D. Carutti, Storia della corte di Savoia durante la rivoluzione e l'impero francese, I, Torino-Roma 1892, p. 204; A. Manno, Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia, VII, Torino 1902, ad Indicem;C. Calcaterra, Ilnostro imminente Risorgimento, Torino 1935, pp. 404 s., 407, 424 s., 435; F. Vitullo, I Palazzi della "Provvidenza" Perrone di San Martino e della Cassa di Risparmio, Torino 1959, pp. 27 s.; C. Baudino, Le istituzioni militari del Piemonte, in Storia del Piemonte, I, Torino 1960, p. 454; A. Manno, IlPatriziato subalpino, II, pp. 82, 501.