VENTURA, Gioacchino
Sacerdote teatino, nato a Palermo l'8 dicembre 1792 di nobile famiglia, morto a Versailles il 2 agosto 1861. Entrato fra i teatini nel 1817, cominciò come predicatore e conferenziere, e levò tanto nome di sé che Leone XII lo nominò professore di diritto canonico alla Sapienza. Nel 1830 fu generale dei teatini, sino al 1833.
Scrisse libri di filosofia, di politica, di apologetica; soprattutto predicò, in modo da essere ritenuto uno degli uomini più eloquenti del suo tempo. Combatté, da giovane, La Mennais; andato in Francia, rivaleggiò con il Lacordaire. All'avvento di Pio IX, il Ventura cominciò a farsi un nome di politico e di liberaleggiante: stava per l'idea guelfa e per una confederazione degli stati italiani, sotto la presidenza del papa. Riconobbe la Repubblica Romana, e non sempre ebbe per Pio IX parole rispettose; nel 1849 fuggì a Montpellier e poi nel 1851 a Parigi, dove restarono famose le sue conferenze alla Madeleine. Come filosofo egli appartiene alla corrente del tradizionalismo. Le sue Opere postume apparvero a Venezia, 1863; le sue Opere complete (31 volumi) a Milano, 1854-1864.
Bibl.: P. Cultrera, Della vita e delle opere del Rev. P. D. G. V., Palermo 1877.