TRIOLI, Gioacchino
Francescano minorita, scrittore politico e pedagogico veneto. Nacque a Chiari il 30 ottobre 1735, morì suicida a Venezia il 12 ottobre 1799, per timore di dover abiurare, con la venuta degli Austriaci, le idee della rivoluzione francese che aveva accolte con entusiasmo.
Nel 1765 alcuni amici pubblicarono, anonima, a Venezia, la sua opera principale, le Lettere sull'educazione fisica e morale delle fanciulle, dove insisteva particolarmente sulla cura della salute e degli esercizî ginnastici, e sull'educazione della volontà, tanto che venne accusato dagli avversarî di voler fare dei soldati, con il suo sistema, non delle madri di famiglia. Benché mostri nel suo libro un vivo senso delle esigenze particolari dell'educazione della donna, più vivace e sensibile dell'uomo, quanto alla cultura per la generalità delle fanciulle si limita a chiedere che si apprenda loro a leggere, scrivere, far di conto, e che accanto all'istruzione religiosa non si trascuri la "morale filosofica" o naturale. Questo in conformità alla sua pedagogia della spontaneità ch'egli formula con le parole: "l'arte di comandare senza precetti", cioè col sentimento, con l'esempio, e avviando insensibilmente il discepolo a fare ciò che il maestro si propone, "e di far tutto senza far nulla", quasi giocando: motivi però che rimangono senza svolgimento. Le altre sue opere sono: La Piramide Politica: e l'Istruzione etico-cristiana sopra la libertà del sovrano popolo di Venezia (Venezia 1797).
Bibl.: G. B. Gerini, Gli scrittori pedagogici italiani del secolo XVIII, Torino 1901.