BIMBONI, Gioacchino
Nacque a Firenze il 19 ag. 1810, da Giovanni - un tornitore dedicatosi poi alla costruzione di strumenti a fiato - e da Vittoria Corsini. Iniziò lo studio del flauto a sette anni con G. Vecchi e fu allievo per il solfeggio di L. Barbieri, apprendendo in seguito a suonare anche l'organo e il pianoforte.
A nove anni esordì come secondo flautista nel Teatro della Quarconia (poi Nazionale) di Firenze. Nel 1822 diede un concerto al Teatro del Cocomero; nel 1824 sostituì il primo flauto del Teatro La Pergola, C. Alessandri, e fu poi invitato ad occupare lo stesso posto al Teatro del Cocomero con una regolare scrittura. Poco dopo venne assunto alla banda militare del secondo reggimento di Toscana e cominciò lo studio del trombone, ideando un nuovo metodo d'imboccatura e d'esecuzione che gli permetterà di ottenere nuovi effetti espressivi; per la maestria acquistata fu scritturato nell'orchestra del Teatro del Cocomero come secondo trombone. Interessato dalle nuove risorse tecniche che potevano ottenersi dagli strumenti a fiato, si mise in contatto con J. Riedl, il quale aveva appena attuato una nuova applicazione dei pistoni nei corni, perfezionandone il meccanismo; migliorò, inoltre, le prestazioni tecniche del "trombone a tiro", creando le premesse per la realizzazione di un suo futuro strumento. Nel 1832, congedatosi dal reggimento, riprese l'attività concertistica e si recò ad Ancona e a Napoli.
Nel settembre 1840 diede un concerto di tromba a Lucca per le feste della Santa Croce e nel 1844 suonò a Roma con grande successo. Poco tempo dopo fu a Bologna, ove conobbe Rossini, che in segno di ammirazione per la sua arte gli dedicò un tema di trombone con accompagnamento di pianoforte (13 marzo 1945). Tornato a Firenze, entrò al servizio della cappella granducale, assentandosi, tuttavia, spesso per eseguire concerti in varie città italiane e a Vienna, dove si recò nel 1846 e dove suonò in varie orchestre, fra le quali la notissima di J. Strauss, e come solista al Kärntnertortheater e a Schönbrunn, alla presenza dell'imperatore.
Al rientro in Italia, fu impegnato in una nuova serie di concerti: a Torino, a Milano e a Voghera. Si dedicò poi, a Firenze, all'istruzione dei "Filarmonici", strumentisti appartenenti alla banda da lui diretta, negli avvenimenti politici del 1848 aggregata alla guardia civica. Con la restaurazione, il B. riprese ad occuparsi dei suoi concerti; nel 1850, mentre riorganizzava la banda dei "Veliti", che poi diresse insieme con E. Brizzi e il fratello Giovanni, condusse a termine l'invenzione di un nuovo modello di trombone, ad un sol pezzo e con il padiglione acustico rivolto in aria, denominato poi "bimbonifono".
Nel 1857, recatosi a Parigi per suonare alla Sala Herz, ebbe occasione di far conoscere il nuovo strumento, che suscitò l'ammirazione di Rossini e di altri maestri francesi. Nello stesso anno lo suonò al Her Majesty's Theatre di Londra, e, vinte le prime perplessità degli orchestrali inglesi, riscosse grande successo, tanto da ritornare l'anno seguente per diversi concerti pubblici (alla presenza dei reali d'Inghilterra) e privati (in casa Dudley).
Nel 1859 divise la sua attività bandistica fra Siena e Firenze, dove la sua banda, con l'istituzione della guardia nazionale, fu aggregata alla prima legione; nell'ottobre dello stesso anno fu nominato sottotenente dal governo della Toscana, e continuò a dirigere il corpo musicale della guardia nazionale fino al 1866.
Nel 1865 partecipò alle celebrazioni del centenario dantesco, riducendo per banda la sinfonia Dante di G. Pacini; si dedicò poi completamente allo studio delle leggi acustiche e alla costruzione di strumenti a fiato, organizzando un'officina e tenendo una serie di letture per illustrare le sue teorie all'Accademia del R. Istituto musicale di Firenze (si ricordano, tra esse, Miglioramenti nella costruzione degli strumenti metallici e Pensieri ed opinioni sull'acustica, che vennero pubblicate negli Atti dell'Accademia, XXIII [1885], pp. 57 ss. e 61 ss.). Nel 1873 presentò il suo "bimbonifono" perfezionato all'Esposizione di Vienna e lo strumento destò grande interesse. Più tardi il B. suonò al conservatorio di Vienna alcuni concerti sotto la direzione di J. Hellmesberger. Nel 1876 fabbricò due contrabbassi a fiato e ideò un sistema per la costruzione di tutti gli ottoni che, nelle sue intenzioni, avrebbe offerto il vantaggio di ridurre le dimensioni degli strumenti con l'eliminazione delle molle circolari, aumentandone la leggerezza e la stabilità. Inoltre, la semplicità del meccanismo, evitando ogni snodatura, avrebbe eliminato o ridotto sensibilmente i rumori superflui, facilitando altresì la sostituzione delle molle delle leve. Dal 1886 in poi, tuttavia, non si curò più che dell'insegnamento al R. Istituto musicale di Firenze, dove da anni era professore di tromba e di trombone. Morì a Firenze il 12 genn. 1895.
Tra le opere teoriche e didattiche, dedicate dal B. agli strumenti a fiato, si ricordano: Metodo per tromba a macchina, Firenze s.d. (ma 1885); Metodi graduati e progressivi per strumenti a fiato, che vennero pubblicati in sezioni staccate e dedicati al trombone, al bombardino, al flicorno basso, all'eufonio, al clarinetto in si bem., al clavicorno, al quartino in mi bem., alla tromba in mi bem. e in si bem., al pistone in mi bem. (Firenze e Nocera 1888); Istruzione scientifica e regole principali per iniziare correttamente gli allievi di strumenti a fiato alla respirazione ragionata, Firenze 1888. Restano inoltre della sua attività di compositore: Duetti concertati per due trombe in si bem., cornetta e flicorno oppure flicorno alto e flicorno basso, Firenze 1881; Duetti concertati per due tromboni, ibid. 1896; Concerto brillante per trombone (con accompagnamento di banda) su motivi del Carnevale di Venezia, ibid. 1897; 24 Studi per trombone e strumenti congeneri, Roma s.d.; Variazioni sopra un tema della Lucrezia Borgia per trombone o clarinetto e pianoforte, Milano s.d.; Tema tedesco variato per trombone... con piano, Firenze 1900.
Ottimo esecutore fu anche il fratello Giovanni, nato a Firenze il 23 giugno 1813. Da bambino studiò dapprima con Gioacchino, poi fu allievo di G. Bencini e di un certo Vela. Dedicatosi allo studio del clarino, raggiunse in breve tempo la padronanza tecnica dello strumento, acquistando fama di sensibile interprete. Per i suoi meriti, divenne primo insegnante di clarinetto al R. Istituto musicale di Firenze. Nello stesso tempo attese all'istruzione degli strumentisti per sezioni e svolse attività di direttore di banda, oltre che di musicista alla cappella della corte granducale di Toscana. Ebbe rapporti di amicizia con Rossini, G. Pacini, S. Mercadante e con altri celebri compositori che gli dedicarono varie composizioni per clarino. Il suo nome è legato anche ad un Metodo per clarinetto e a numerosi studi. Morì a Firenze il 29 marzo 1893.
Fonti e Bibl.: Notizie in Gazz. mus. di Milano, XXXI (1876), pp. 190, 365; L'Illustrazione italiana, 18 giugno 1882, p. 428; Almanacco italiano, 1896, p. 371; G. Piccini,Attori,cantanti,concertisti,acrobati…, Firenze 1897, pp. 59-80; A. Bonaccorsi,Il "Mottettone" della Santa Croce nella Cattedrale di Lucca, in Note d'Arch. per la storia music., XVI (1940), p. 62; G. Mattei,Fragmenta,ibid., pp. 84 s.; A. Damerini,Il R. Conservatorio di Musica "Luigi Cherubini" di Firenze, Firenze 1941, pp. 77, 79 s.; A. Baines,European and American musical istruments, London 1966, p. 104; C. Schmidl,Diz. univ. dei musicisti, I, p. 186; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, pp. 262 s.