GINORI
. Famiglia tra le più cospicue della Toscana, che diede alla Repubblica fiorentina 25 priori e 5 gonfalonieri di giustizia, e al principato mediceo 7 senatori e altri dignitarî.
Ginori Lisci. - Gino di Giovanni fu il primo a conseguir l'onore del priorato. Gabriello di Piero, consigliere di Ludovico il Moro, podestà di Milano, Reggio e Novara (1480-94), fu dall'imperatore Massimiliano creato conte palatino: a lui e ad altri della sua famiglia si debbono le più sontuose cappelle della chiesa di S. Lorenzo a Firenze e molte delle più insigni opere d'arte che le adornano, come la tavola della Crocifissione dipinta da Filippo Lippi. Nel sec. XV i Ginori, già saliti a grande ricchezza, ottennero le più alte magistrature civiche e, come Ufficiali della moneta, fecero due volte coniare i fiorini d'oro e i grossi d'argento col loro stemma e le loro sigle. Piero di Francesco fu gonfaloniere nel 1423, e suo figlio Francesco, ricoprendo la stessa carica nel 1456, salvò la Repubblica da una congiura ordita dai Ricci e dai Salviati. Carlo dl Leonardo, gonfaloniere nel 1527, fu grande mecenate, protettore di Andrea del Sarto e di Mariano da Pescia, discepolo del Ghirlandaio, che gli decorò il nuovo palazzo da lui fatto riedificare sul vecchio in Via de' Ginori. Leonardo, restauratore della villa di Doccia, e senatore nel 1677, fu padre del senatore Lorenzo, da cui Francesco Maria, vescovo di Fiesole, e Carlo Lorenzo, il più insigne di questo ramo della famiglia, nato a Firenze il 7 gennaio 1702, morto a Livorno l'11 aprile 1757. Senatore dal 1734, fu nel 1737 inviato a Vienna presso il nuovo granduca Francesco Stefano di Lorena, il quale lo nominò consigliere nel Consiglio di reggenza a Firenze, dove fu tenace oppositore del conte di Richecourt. Nel 1738 acquistò dalla casa di Lorena la fattoria di Cecina e dai Carlotti il marchesato di Riparbella. Di questi e altri beni ottenne nel 1739 l'infeudazione con titolo marchionale. Per l'avversione del Richecourt dové nel 1755 cedere questi beni alla Corona, ma il sovrano l'anno seguente lo indennizzò conferendogli il titolo di conte di Urbech, e confermandogli quello di marchese di Riparbella, Casale, Guardistallo e Bibbona. Aiutato dal celebre idraulico B. Zendrini, bonificò una vasta zona attorno a Cecina. Ma il suo nome è legato alla fabbrica di porcellane da lui fondata nel 1735 nella sua villa di Doccia (v.). Questa manifattura fu terza in ordine di tempo fra le più rinomate d'Europa, venendo dopo quella di Meissen in Sassonia (1710) e quella di Vienna dell'olandese Du Parquier (1720), e prima di quella di Sèvres (1738). A capo di essa il G. mise il chimico viennese Vandelhein e v'impiegò bravi artisti, fra cui lo scultore fiorentino G. Bruschi, e abili operai fatti venire dalla Sassonia. Dopo numerosi e dispendiosi tentativi riuscì a ottenere quelle pregiatissime porcellane che presero il nome di "Masso Bastardo", prima, e di "Ginori Antichi" in seguito, e che sono ricercatissime nel commercio delle rarità ceramiche.
Lorenzo, figlio del precedente, nato a Firenze il 2 agosto 1734, morto ivi il 23 settembre 1791, apportò un notevole impulso all'industria iniziata dal padre creando numerosissimi nuovi modelli non solo per oggetti di lusso, ma anche per oggetti di uso comune. Fu il primo a creare statue e vasi di notevoli dimensioni. Ebbe come collaboratori: G. Ettel, G. Bruschi, G. Liri, i fratelli G. B. e P. Fanciullacci, A. Fiaschi, G. Giusti e altri ancora. Rivestì diverse cariche pubbliche e fu creato senatore nel 1761.
Leopoldo Carlo, figlio del precedente, nato a Firenze il 9 agosto 1788, morto ivi il 18 marzo 1837, fu a vent'anni nominato ciambellano dell'imperatore Napoleone I e nel 1812 presidente del cantone di Firenze. Dopo la restaurazione ebbe numerose cariche dal granduca Leopoldo II, cariche dalle quali si dimise nel 1833, per dedicarsi completamente alle cure della manifattura di Doccia. Nel 1811 riuscì a portare a termine il contratto d'acquisto dalla Corona di Napoli di tutti gli antichi modelli e le forme relative per la riproduzione degli oggetti della fabbrica di Capodimonte, col diritto di applicazione dell'originale marca. La collezione di questi modelli originali è oggi nel museo di Doccia, da lui fondato e tuttora aperto al pubblico.
Lorenzo, figlio di Leopoldo Carlo, nato a Firenze il 23 maggio 1823, morto ivi il 13 febbraio 1878, studiò chimica alla Sorbona e al Collegio di Francia. Prese parte attiva alle lotte politiche; fu uno dei plenipotenziarî per il trattato di alleanza fra i governi della Toscana, di Modena e Bologna, e propose all'Assemblea toscana di dichiarare la decadenza della casa di Lorena. Deputato al parlamento subalpino nel 1860 e al parlamento nazionale nel 1861, fu nel 1864 eletto senatore. Egli tentò, con ottima riuscita, la riproduzione delle antiche maioliche italiane (Faenza, Gubbio, Urbino, Pesaro, robbiane) ed ebbe il merito di superare la grave crisi che la casa Ginori attraversò per effetto della concorrenza straniera, adottando nuovi sistemi di lavorazione e di cottura delle ceramiche e sostituendo alla maggior parte della materia prima proveniente dall'estero, le terre nostrane. Cosicché, dalle 100 persone impiegate prima del 1848, si salì a più di 500 e nel 1892 a 900. Attualmente ne sono impiegate circa 1600.
Carlo Benedetto, figlio di Lorenzo, nato a Firenze il 22 novembre 1851 e morto a Monaco di Baviera il 23 agosto 1905, continuò l'opera dei suoi avi. Nel 1896 la manifattura da lui amministrata si fuse con la fabbrica di porcellane e terraglie Società ceramica Richard fondata a Milano nel 1873, e la nuova ditta prese il nome di Società ceramica Richard-Ginori, con sede a Milano. Attualmente, oltre la manifattura di Doccia, la società possiede, soprattutto per produzioni correnti e industriali, gli stabilimenti di S. Cristoforo (Milano), Rifredi (Firenze), Mondovì, Pisa, Spezia.
La casa Ginori ha avuto diverse marche, fra cui la stella a sei punte dell'arme dei Ginori, in generale in blu, talvolta in oro o in rosso, e spesso accompagnata dalle iniziali degli artisti. In epoca recente i pezzi furono marcati col nome del proprietario.
Ginori Conti. - Il principe Piero, attuale rappresentante di questo ramo, è nato a Firenze il 5 giugno 1865. Nel 1904 assunse la direzione degli stabilimenti De Larderel per la fabbricazione del borace e dell'acido borico (v. borico, acido). Migliorò presto tale fabbricazione e introdusse quella del carbonato ammonico, utilizzando l'ammoniaca delle acque madri delle soluzioni boriche e l'acido carbonico del gas dei soffioni. Nel 1912 riunì in un'unica azienda, la Società boracifera di Larderello, tutte le vecchie imprese del ramo. Nel 1913 installò a Larderello una centrale geo-termoelettrica, sfruttando l'energia termica dei soffioni; nel 1916 la sostituì con altra più grandiosa, assicurando con ciò all'Italia una priorità nel campo delle applicazioni industriali delle energie endogene (v. elettrica, energia). Dal 1900 e per quattro legislature il G. fu deputato per Volterra. Nel 1919 fu eletto senatore.
Bibl.: L. Passerini, Genealogia della famiglia G., Firenze 1876.