ZAPPA, Gino
– Nacque a Milano il 30 gennaio 1879 da Giacomo, imprenditore commerciale, e da Emanuela Vignale, di origine ligure. I genitori si erano conosciuti a Buenos Aires dove il padre, emigrato in giovane età in Argentina, aveva fondato un’attività di importazione di prodotti italiani.
Completati gli studi liceali nel 1897, decise di non iscriversi all’università ma di frequentare in qualità di uditore l’istituto tecnico commerciale Cattaneo di Milano dove, l’anno successivo, si diplomò ragioniere. Dopo aver prestato il servizio militare come volontario nel reggimento Lanceri Firenze, si avviò alla carriera libero professionale, svolgendo il praticantato presso lo studio commerciale del ragioniere Giovanni Maglione, al tempo uno dei più noti di Milano. Non pienamente soddisfatto della scelta, ben presto lasciò lo studio Maglione e nel 1901 accettò di collaborare all’istituto tecnico Cattaneo con i professori Giovanni Cova e Clitofonte Bellini. Proprio quest’ultimo, docente di ragioneria, lo spinse a continuare gli studi alla scuola superiore di commercio di Venezia dove arrivò nel 1903 per seguire le lezioni di Fabio Besta, tra i più importanti studiosi di ragioneria e principale punto di riferimento per i ragionieri italiani. Conseguito il diploma negli studi per l’insegnamento della ragioneria nel 1905, insegnò per un breve periodo all’istituto tecnico di Rovigo per poi ottenere, grazie alla segnalazione di Besta, un incarico per l’insegnamento della ragioneria nella scuola superiore di applicazione per gli studi commerciali di Genova (1906-21). Il periodo trascorso a Genova fu fecondo di contatti con altri studiosi – Attilio Cabiati e Marco Fanno tra tutti –, oltre che di intensa attività scientifica. Nel 1910 pubblicò la sua prima monografia scientifica, Le valutazioni di bilancio con particolare riguardo ai bilanci delle società per azioni (Milano, 1910), nella quale recepiva pienamente la concezione bestana della ragioneria come scienza del controllo aziendale e proseguiva nella ricomposizione, inaugurata sempre da Besta, «della frattura fra il mondo della pratica contabile da una parte – con cui ogni giorno si misuravano ragionieri, contabili e ingegneri nel loro sforzo di gestire in maniera efficace e logica una realtà di crescente complessità quale era l’impresa moderna – e le astratte elucubrazioni concettuali della dottrina» (Toninelli, 2001, p. 142). Negli anni successivi diede alle stampe altre due opere: La tecnica dei cambi esteri (Milano, 1914) e Le operazioni del credito commerciale (Genova, 1915).
Scoppiato il primo conflitto mondiale fu richiamato alle armi con il grado di sottotenente di artiglieria. Congedato nel 1916, riprese l’insegnamento a Genova dove nel 1919 divenne professore ordinario. Due anni dopo venne chiamato all’Università Bocconi di Milano come incaricato di ragioneria. La scelta di Zappa era stata suggerita da Cabiati e rientrava in «un progetto di rinnovamento delle strutture didattiche» voluto dal rettore dell’università milanese, il giurista Angelo Sraffa (Brunetti - Romani, 2008, p. 51). L’arrivo in Bocconi non fu comunque facile, almeno all’inizio: l’approccio di Zappa «così diverso e provocatorio rispetto alla tradizionale ragioneria», il suo carattere «alquanto spigoloso» e la «costante ricerca di ampliare gli spazi e le risorse dedicate alla sua disciplina» furono motivo di attrito con gli studenti, i colleghi e gli stessi vertici dell’ateneo (Toninelli, 2001, p. 156).
Nel 1921, a seguito di concorso, fu nominato ordinario alla cattedra di ragioneria generale e applicata presso l’istituto superiore di studi commerciali di Venezia (Cudini, 1960, p. 5). La chiamata a Venezia fu motivo di grande soddisfazione «sia perché andava a sostituire il maestro Fabio Besta, per il quale aveva sempre nutrito stima e ammirazione, sia perché a Cà Foscari insegnava un gruppo di docenti di alto livello» (Brunetti - Romani, 2008, p. 52). Zappa divise così la propria opera – didattica e scientifica – tra Venezia e Milano: a Cà Foscari diresse il Laboratorio di ragioneria Fabio Besta, mentre in Bocconi diede vita al Laboratorio d’economia privata (in seguito Istituto di ricerche tecnico-commerciali e di ragioneria) raccogliendo attorno a sé nelle due istituzioni un nutrito gruppo di allievi e di giovani collaboratori tra cui Ugo Caprara, Pietro Onida, Teodoro d’Ippolito, Pasquale Saraceno, Giorgio Pivato, Ugo Borroni, Giordano Dell’Amore, Ettore Lorusso e Arnaldo Marcantonio (Amaduzzi, 2004, pp. 257-258).
Sul piano scientifico gli anni Venti rappresentarono per Zappa la fase più attiva dell’opera di critica e di rinnovamento della ragioneria. Tra il 1920 e il 1929 pubblicò la sua opera fondamentale, La determinazione del reddito nelle imprese commerciali (Roma, 1920-1929) nella quale si allontanava definitivamente dal cammino sul quale lo aveva indirizzato Besta ed esponeva «una logica contabile totalmente nuova e rivoluzionaria» ponendo «al centro delle registrazioni il reddito mentre sino ad allora l’oggetto principale della contabilità era sempre stato il patrimonio» (Coronella - Santaniello, 2018, p. 166). La rivoluzione del sistema del reddito ebbe in Zappa un tempo di maturazione piuttosto lungo: se infatti i primi due libri dell’opera (I preliminari; La natura dei valori di conto) pubblicati nel 1920 erano ancora ampiamente pervasi da un approccio patrimonialista, nel terzo, La determinazione dei valori di conto: il sistema del reddito (1929) completò il passaggio alla teorica reddituale.
Negli stessi anni fu autore di un’altra «rivoluzione» (Canziani, 2009, p. 1). Il 13 novembre 1926, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1926-27 del Regio Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Venezia, pronunciò la celebre prolusione sulle Tendenze nuove negli studi di ragioneria (Milano, 1927) in cui delineò e pose le basi di una nuova scienza, l’economia aziendale, quale scienza che studia «le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende» (p. 30). La visione di Zappa rappresentò per gli studi di ragioneria una profonda innovazione, sia sotto il profilo scientifico, poiché riunì nell’economia aziendale tre discipline (ragioneria, tecnica amministrativa e organizzazione) già esistenti e affermate, sia metodologico coniugando il metodo deduttivo con quello induttivo. Proprio perché fortemente innovatrice rispetto al dominante paradigma bestano, la dottrina zappiana era destinata a suscitare un ampio, prolungato e spesso aspro dibattito tra gli studiosi (Amaduzzi, 2001, p. 218). Le rivoluzioni zappiane diedero comunque al suo autore la consacrazione accademica e agli studi economico-aziendali un grande impulso. Alla Bocconi, in particolare, alla crescita dell’Istituto di ricerche tecnico-commerciali e di ragioneria si affiancò l’attivazione di nuovi insegnamenti di economia aziendale tenuti dai collaboratori e allievi di Zappa. La prolusione accademica pronunciata nel 1926 ebbe anche dei risvolti professionali andandosi a inserire nell’annosa diatriba tra ragionieri – che la criticarono – e dottori commercialisti che, invece, l’acclamarono con orgoglio (Fauri, 2001, pp. 299-300).
A Venezia nello stesso anno aveva sposato Maria Giuseppina Savignone, con la quale ebbe quattro figli (Giacomina, Irene, Emanuela e Goffredo). Nel 1929 chiese di essere trasferito come professore di ruolo alla Bocconi pur continuando a mantenere anche l’incarico a Venezia. La famiglia si trasferì così da Venezia, dove Zappa aveva un appartamento sul Canal Grande, a Stresa, sul lago Maggiore.
Immerso nella sua attività di docente universitario e nei suoi studi, oltre che «per la sua natura di persona schiva e riservata» (Brunetti - Romani, 2008, p. 52), manifestò un totale distacco nei confronti della politica e degli sconvolgimenti provocati dal fascismo, ma quando nel 1931 il regime impose il giuramento di fedeltà ai docenti universitari si iscrisse al PNF (Amelio, 2011-12, p. 104). Fu un credente praticante, animato da una religiosità intima e profonda (Brunetti - Romani, 2008, p. 55).
Nel 1935, in maniera improvvisa, comunicò agli amministratori e al corpo docente della Bocconi la sua intenzione di accettare l’offerta dell’ordinariato propostagli da Cà Foscari. Diviso tra le esigenze della famiglia naturale e l’attaccamento a quella accademica, si trattava in ogni caso di una decisione molto sofferta. Venne così trovata una soluzione di compromesso e Zappa continuò a conservare a Milano l’incarico di ragioneria e la direzione dell’Istituto di ricerche tecnico-commerciali e di ragioneria.
Dal 1930 al 1945 l’attività scientifica non si concretizzò in nuove pubblicazioni se si escludono La tecnica della speculazione di borsa (Milano, 1935), raccolta delle lezioni tenute alla Bocconi, e l’edizione definitiva de Il reddito di impresa. Scritture doppie, conti e bilanci di aziende commerciali (Milano, 1937).
Nel corso degli anni, all’attività accademica affiancò un’importante anche se sporadica attività professionale. Tra il 1921 e il 1925 si occupò della liquidazione della Banca italiana di sconto e dei bilanci del gruppo Ansaldo di Genova; prestò inoltre la propria consulenza professionale per il Consorzio per sovvenzioni su valori industriali e fu sindaco della Banca commerciale italiana dal 1934 al 1936 quando lasciò l’incarico a causa delle divergenze con Raffaele Mattioli, amministratore delegato dell’istituto di credito (Toninelli, 2004, pp. 35-45).
Durante la guerra continuò a vivere con la famiglia a Venezia e a fare il pendolare con Milano nonostante i bombardamenti. Nell’ottobre del 1941, sia pure con grande riluttanza a causa dei suoi problemi di salute (cominciava allora a mostrare i problemi alla vista che lo avrebbero poi portato alla completa cecità), accettò la nomina a rettore di Cà Foscari, succedendo a Carlo Alberto Dell’Agnola. I persistenti problemi di salute lo costrinsero, già a partire dall’aprile del 1942, a lasciare di fatto l’autorità in mano al prorettore, Alfonso De Pietri Tonelli, e poi a dimettersi nel novembre dello stesso anno.
Nel novembre del 1949, per raggiunti limiti di età, fu collocato fuori ruolo. In via eccezionale, su proposta del consiglio di facoltà di Cà Foscari, il ministero gli consentì di mantenere l’insegnamento di economia aziendale. Nel 1954 venne definitivamente collocato a riposo. L’anno successivo il presidente della Repubblica gli conferì il titolo di professore emerito e nel 1956 il Diploma di Prima classe dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.
Nonostante la quasi completa cecità, continuò a produrre. Tra i lavori scientifici pubblicati in questi anni si segnalano Le produzioni nell’economia delle imprese, in tre tomi (Milano, 1956-1957), considerato «l’opera omnia» di Zappa (Coronella - Santaniello, 2018, p. 166) e L’economia delle aziende di consumo (Milano, 1962) pubblicato postumo grazie a due suoi allievi, Giordano dell’Amore e Carlo Masini.
Nella sua lunga carriera fu anche autore di manuali scolastici destinati agli istituti tecnici: Computisteria. Ad uso degli istituti tecnici (con L. Azzini e G. Cudini, Milano 1949); Ragioneria generale. Ad uso degli istituti tecnici (con L. Azzini e G. Cudini, Milano 1949); Ragioneria applicata alle aziende private. Ad uso degli istituti tecnici (con L. Azzini e G. Cudini, Milano 1951).
Zappa morì a Venezia il 14 aprile 1960.
Fonti e Bibl.: G. Cudini, G. Z., in Bollettino dell’Associazione Primo Lanzoni tra gli antichi studenti di Cà Foscari, XLVIII (1960), 1, pp. 3-10; A. Bodrito, G. Z.: l’uomo nei ricordi di un antico allievo, in Saggi di economia aziendale e sociale in memoria di G. Z., 1, Milano 1961, pp. 247-260; P. Onida, G. Z. e gli studi di economia d’azienda in Italia, in Management international, I (1961), 2, pp. 121-131; C. Masini, G. Z. La sua dottrina e la professione del dottore commercialista. Commemorazione tenuta all’Ordine dei dottori commercialisti di Milano, Milano 1966; A. Canziani, Concern economics and business policy in G. Z.’s thought, in G. Z., Founder of concern economics: papers for the hundreth anniversary of his birth, Bologna 1980, pp. 211-232; A. Amaduzzi, Storia della ragioneria: uomini, aziende, contabilità, Bergamo 2001, pp. 218-219; F. Fauri, Il percorso universitario e professionale dei ragionieri nel XX secolo, in Computisti, ragionieri, aziendalisti. I percorsi della costruzione di una figura professionale e di una disciplina, tra Otto e Novecento, a cura di M. Martini - L. Zan, Padova 2001, pp. 299-300; P.A. Toninelli, G. Z. dagli scritti giovanili alla maturità: cesura o continuità, ibid., pp. 139-165; Y. Biondi, G. Z. e la rivoluzione del reddito. Azienda, moneta e contabilità nella nascente economia aziendale, Padova 2002; P. A. Toninelli, Raffaele Mattioli, G. Z. e la contabilità della Banca commerciale italiana negli anni Trenta, in Imprese e storia, XV (2004), 29, pp. 31-48; A. Amaduzzi, Storia della ragioneria. Percorsi di ricerca tra aziende e contabilità, dottrine e professioni, Milano 2004, pp. 257-258; G. Brunetti - M. A. Romani, Tra Milano e Venezia, in G. Z., a cura di M. A. Romani, Milano 2008, pp. 49-59; A. Canziani, Le rivoluzioni zappiane – reddito, economia aziendale – agli inizi del secolo XXI, Brescia 2009, https://www.unibs.it/files/ricerca/allegati/ Paper93.pdf (4 sett. 2020); S. Amelio, Le influenze del fascismo sull’economia aziendale e sulla regolamentazione contabile, tesi di dottorato di ricerca, Università degli studi di Bergamo, a.a. 2011-12, https://aisberg.unibg.it/retrieve/handle/10446/62370/90289/Tesi%20di%20Dottorato%20-%20Stefano%20Amelio.pdf (4 sett. 2020); S. Coronella - L. Santaniello, G. Z.: il fondatore dell’economia aziendale, Venezia 2018.