LORIA, Gino
Nacque a Mantova il 19 maggio 1862 da Girolamo e da Anaide D'Italia, e fu fratello dell'economista Achille. Dopo aver compiuto gli studi secondari nella città natale, si iscrisse al corso di laurea in matematica presso l'Università di Torino, dove ebbe come maestri, fra gli altri, A. Genocchi, F. Siacci ed E. D'Ovidio. Nel 1883 conseguì la laurea con una dissertazione sui complessi di rette e sulle ciclidi, che risentiva chiaramente dell'influenza di D'Ovidio il quale, nel suo corso di geometria superiore, trattava la geometria della retta. In quello stesso anno uscì il suo primo lavoro scientifico, scritto in collaborazione con C. Segre, sui complessi quadratici di rette che segano armonicamente una coppia di quadriche (Sur les différentes espèces de complexes du second degré des droites qui coupent harmoniquement deux surfaces du second ordre, in Mathematische Annalen, XXIII [1883], pp. 213-235).
Divenuto assistente di D'Ovidio presso la cattedra di algebra complementare e geometria analitica nel 1884, nell'autunno del 1886 vinse il concorso a cattedra di geometria superiore e fu chiamato dall'Università di Genova dove rimase fino al 1935, anno del suo collocamento a riposo. Qui insegnò per incarico anche storia delle matematiche, analisi e geometria descrittiva, mentre dal 1887 al 1891 tenne un corso libero di algebra e geometra analitica presso l'Università di Torino.
I contributi scientifici più importanti del L., concernenti la storia delle matematiche, gli meritarono ampi riconoscimenti in campo internazionale (nel 1907 e nel 1917 fu insignito del Prix Binoux dell'Institut de France). La sua produzione in questo settore conta oltre trecento titoli e comprende note storico-critiche su problemi specifici, biografie scientifiche, scritti metodologici, lavori di carattere storico-enciclopedico o storico-bibliografico, saggi sulla storia di singole discipline, opere di sintesi, edizioni di testi di matematici.
Il primo lavoro di una certa importanza apparve nel 1887 nelle Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino con il titolo Il passato ed il presente delle principali teorie geometriche (poi, in volume, Torino 1896). Di carattere storico-bibliografico, scritto allo scopo di fornire un punto di partenza per studi più approfonditi sulla storia della geometria e per "mostrare storicamente la legge di continuo sviluppo che governa i vari rami" (p. VIII) di questa disciplina, il libro ebbe varie edizioni, fu tradotto in tedesco e in polacco e valse al L. l'invito a collaborare alla rivista Bibliotheca mathematica di G.H. Eneström. L'opera, tuttavia, presenta alcuni difetti soprattutto per la mancanza di un chiaro e univoco criterio di valutazione e per le incertezze evidenti nella classificazione.
Di ampio respiro fu, invece, il poderoso volume Le scienze esatte nell'antica Grecia (Milano 1914), dedicato agli sviluppi della matematica greca a partire dalle scuole preuclidee fino al neoplatonismo, con particolare attenzione anche per le interazioni con altre scienze come l'astronomia, la sferica e l'ottica. Ricca di informazioni e aggiornata sugli studi più recenti, l'opera venne giudicata dagli specialisti la più significativa nel settore. Inoltre, tra le monografie del L. bisogna ricordare la Storia della geometria descrittiva dalle origini sino ai giorni nostri (ibid. 1921), complemento storico al pregevole trattato Vorlesungen über darstellende Geometrie (I-II, Leipzig 1907-13), pubblicato anche in italiano (Milano 1909-12). Fra le opere di carattere storico enciclopedico, è degno di menzione il volume Spezielle algebraische und transzendente ebene Kurven. Theorie und Geschichte (Leipzig 1902; poi, in ed. italiana, Curve piane speciali algebriche e trascendenti. Teoria e storia, I-II, Milano 1930). Qui il L., fondendo "in modo forse più felice che in ogni altra occasione, il duplice ufficio di storiografo e di geometra, ha saputo armonicamente contemperare le doti rigide di ordine sistematico che sono richieste a un repertorio con i caratteri più larghi e più complessi di una storia comparata di sì vasto dominio scientifico" (cfr. la recensione di U. Amaldi, in Boll. di bibliografia e storia delle scienze matematiche, VI [1903], p. 13). I due volumi sulle Curve sghembe speciali algebriche e trascendenti (Bologna 1925) si presentano come una naturale continuazione di quest'opera.
I risultati degli studi e delle ricerche di circa quarant'anni appaiono coordinati in un'ampia sintesi sulla storia del pensiero matematico dall'antichità fino all'Ottocento nella celebre, quanto criticata, Storia delle matematiche (I-III, Torino 1929, 1931, 1933). Negli intenti del L. non doveva trattarsi di un semplice lavoro di divulgazione, ma di un'opera scritta "da matematico per dei matematici" con ampio spazio "a sviluppi di carattere prettamente dottrinali", senza trascurare tuttavia le biografie dei grandi scienziati per il loro alto valore di esempio per la gioventù (cfr. 2ª ed., riv. e agg., Milano 1950, p. V). Il L. collaborò anche all'edizione delle opere di alcuni matematici, fra cui spicca quella molto travagliata degli scritti di E. Torricelli, iniziata da G. Vassura.
La storia della matematica è considerata dal L. come vera disciplina scientifica, con metodi e strumenti propri. La prima fase di ogni lavoro storico, quella che il L. definisce "euristica", consiste nella raccolta delle fonti: di qui l'importanza sia della compilazione di cataloghi bibliografici di opere a stampa e di manoscritti sia dell'edizione degli scritti degli scienziati. A questo primo momento di ricerca deve far seguito lo studio scrupoloso dei documenti, "sforzandosi di coordinarli per metterne allo scoperto l'intimo nesso e porre in chiara luce gli avvenimenti che contrassegnarono qualche decisivo progresso, non senza delineare un ritratto dei personaggi che agirono come protagonisti od almeno come collaboratori efficaci" (G. Loria, La storia delle scienze è una scienza?, in Id., Scritti, conferenze, discorsi sulla storia delle matematiche, Padova 1937, p. 7). Infatti per il L. la storia della matematica non deve intendersi semplicemente come storia di fatti, ma come storia delle idee e, per poter ricostruire un quadro storico il più completo possibile, lo studioso deve anche "considerare attentamente le scambievoli influenze che esercitano le une sulle altre, le differenti manifestazioni di pensiero umano, influenze che talora diventano talmente energiche da produrre inattesi ed impressionanti intrecci di teorie" (p. 10). Le considerazioni di tipo metodologico sulla storia, sparse in vari articoli, si possono rintracciare nel volumetto Guida allo studio della storia delle matematiche (Milano 1916) in cui il L., oltre a descrivere lo stato della disciplina, si sofferma a illustrare gli strumenti di cui può disporre chi si accinga a una ricerca nel settore (bibliografie, cataloghi di manoscritti, carteggi, fonti biografiche, opere complete, ecc.).
Per favorire la ricerca storica egli fondò e diresse il Bollettino di bibliografia e storia delle scienze matematiche, di cui furono pubblicati 21 volumi a partire dal 1898 e che si ridusse poi a sezione storico-bibliografica del Bollettino di matematica di A. Conti e successivamente della rivista Archimede, fin dal suo primo numero nel 1949.
Il L. morì a Genova il 30 genn. 1954.
Fu socio dell'Accademia delle scienze di Torino (dal 1922), dell'Accademia nazionale dei Lincei (dal 1947), nonché membro di molte altre accademie italiane e straniere. In occasione del suo collocamento a riposo, per iniziativa della sezione ligure della Società italiana di scienze matematiche e fisiche Mathesis, di cui fu presidente per molti anni, gli fu offerto il volume Scritti, conferenze, discorsi sulla storia delle matematiche (cit.) che compendiava, fra le sue numerose pubblicazioni, quelle meno facilmente reperibili e più atte a illustrare la sua produzione di storico.
Fonti e Bibl.: Un elenco delle fonti archivistiche si trova in L. Giacardi, G. L., in La facoltà di scienze matematiche fisiche naturali di Torino, 1848-1998, a cura di C.S. Roero, Torino 1999, pp. 520-525. Fra le fonti archivistiche di maggiore interesse: Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Archivio Vito Volterra, Corrispondenza, s. 1 (vari fascicoli); Genova, Università degli Studi, Arch. del personale dell'Università. Lettere del L., in Per l'archivio della corrispondenza dei matematici italiani: lettere a Giovanni Vacca, a cura di P. Nastasi - A. Scimone, Milano 1995, pp. 90-107. R.C. Archibald, G. L., in Osiris, VII (1939), pp. 5-30; A. Terracini, G. L.: cenni commemorativi, in Atti della Acc. delle scienze di Torino, LXXXVIII (1953-54), pp. 386-392; J.A. Vollgraff, Kurze Bemerkungen und Zitate über Vergangenheit und Zukunft der Mathematik, so wie G. L. (1862-1954) versucht hat sich dieselben zu denken, in Synthèse, IX (1954), pp. 485-491; A. Terracini, Commemorazione del socio G. L., in Atti dell'Acc. naz. dei Lincei. Rendiconti, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. 8, XVII (1954), pp. 402-421 (con elenco delle pubblicazioni); E. Togliatti, Necr. G. L., in Boll. della Unione matematica italiana, s. 9, III (1954) pp. 115-118; A. Natucci, In memoria di G. L., in Archimede, VI (1954), pp. 81-84; F. Tricomi, G. L., in Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell'Acc. delle scienze di Torino, s. 4, I (1962), p. 67; A. Terracini, Ricordi di un matematico. Un sessantennio di vita universitaria, Roma 1968, pp. 92 s., 117; E. Carruccio, L. G., in Dictionary of scientific biography, VIII, New York 1973, pp. 504 s.; L. Pepe, I matematici gesuiti nella "Storia delle matematiche" di G. L., in Giornate di storia della matematica, Cetraro,( 1988, a cura di M. Galuzzi, Commenda di Rende 1991, pp. 539-549; L. Dell'Aglio, Des glissements dans l'historiographie des mathématiques: le cas du Bollettino di bibliografia e storia delle scienze matematiche de G. L., in Messengers of mathematics: European mathematical journals (1800-1946), Madrid 1993, pp. 283-297; S. Di Sieno - M. Galuzzi, La storia della matematica in Italia fra le due guerre mondiali e il "Periodico di matematiche", in Aspetti della matematica italiana del Novecento, a cura di L. Carbone - A. Guerraggio, Napoli 1995, pp. 39-45; L. Pepe, G. L. e i suoi "assidui studi" di storia delle matematiche, in Contributi di scienziati mantovani allo sviluppo della matematica e della fisica. Atti del Convegno nazionale(, Mantova( 2001, a cura di F. Mercanti - L. Tallini, s.l. [ma Cremona] 2001, pp. 227-234.