GINORI, Gino
Nacque a Firenze il 30 marzo 1557 da Angiolo (1520-96) e da Selvaggia di Neri Paganelli. Il 29 genn. 1582 sposò Fiammetta di Angiolo de' Medici; fra i suoi figli, Alessandro, scomparso poco più che ventenne nel 1615, fu, come il padre, verseggiatore di qualche pregio.
Il G. ricoprì numerose cariche civili nell'amministrazione del Granducato di Toscana, testimonianza del progressivo inserimento del patriziato fiorentino nell'apparato amministrativo e giurisdizionale del principato: nel 1600 fu membro degli Otto di guardia e balia, nel 1603 e nel 1619 podestà di Prato, nel 1617 console di Mare. Nel 1613-14 ricoprì il delicato ufficio di capitano della Montagna pistoiese a Cutigliano, zona tradizionalmente infestata da banditi, contro cui Ferdinando I e i suoi successori presero energiche misure. Nel 1621 ottenne la nomina a podestà di Riprafratta e nel 1628 gli venne affidato l'incarico di commissario di Pisa. Il 10 sett. 1625, grazie alla stima che si era guadagnato presso le due reggenti, Maria Maddalena d'Austria e Cristina di Lorena, che governavano il Granducato durante la minore età di Ferdinando II, ottenne la nomina a senatore, testimonianza dell'elevato prestigio sociale raggiunto. Fu insignito altresì del titolo di cavaliere della Croce di S. Stefano, che venne conferito ad altri sette rappresentanti di casa Ginori. Con il nome di Invasato, il 17 maggio del 1603 il G. fu accolto fra gli accademici della Crusca.
Il G. morì a Firenze il 21 ag. 1631.
Dotato di una buona cultura letteraria, il G. fu poeta d'occasione legato ai Medici, dei quali celebrò nascite, matrimoni e morti: gli avvenimenti, insomma, che scandivano la vita pubblica dei principi della città. La sua attività è documentata fin dai primi anni Settanta. Per le esequie di Cosimo I, nel 1574, compose la Canzone in morte del serenissimo Cosimo Medici primo gran duca di Toscana, pubblicata dai Giunti tra i molti componimenti d'occasione apparsi allora. Una canzone, In morte della serenissima regina Giovanna d'Austria (incipit: "Lascia gli ameni colli"), fu pubblicata nel 1578 dalla tipografia di G. Marescotti, ma se ne conservano pure due redazioni manoscritte, una nella Biblioteca Angelica di Roma (ms. 2031, II, cc. 201-203), l'altra nella Biblioteca nazionale di Firenze (Magl. VII.1037). Ancora nel 1578, in occasione delle seconde nozze del granduca Francesco I con la nobildonna veneziana Bianca Capello, furono edite del G. Le feste fatte nelle nozze del serenissimo gran duca e gran duchessa di Toscana (s.n.t.); l'anno dopo apparve la canzone intitolata La Fama a voi bellissime donne ritorna a significarvi ne' presenti versi tutto quello che da Marte sia stato esposto a Giove dopo la sbarra, per un torneo celebrato in onore della coppia granducale. Un sonetto del G. figura nella raccolta di vari autori Rime et versi nella morte del reverendissimo mons. Alessandro Piccolomini uscita a Siena nel 1579. Il G. raccolse le sue rime in volume nel 1614 sotto il titolo di Rime del signor Gino Ginori (Firenze, C. Giunti). La silloge (composta da numerosi sonetti e da una canzone) è dedicata alla granduchessa madre di Toscana Cristina di Lorena. Soltanto nel novembre 1896 videro la luce, grazie alle cure di L. Randi, i sonetti delle Cacciate fiere, corona di sei componimenti, ciascuno dedicato a un vizio umano: superbia, invidia, ira, ingratitudine, adulazione e frode, ipocrisia. Lo Zambrini (p. 106) dà notizia, senza precisare, della stampa di alcuni canti carnascialeschi che aggiungerebbero un nuovo tassello alla altrimenti poco variegata produzione del G., così come con certezza scrisse la "mascherata" Le fiamme d'amore (carnevale 1586), conservataci dal ms. Magl. IX.45, c. 334, della Biblioteca nazionale di Firenze, sotto i nomi del G. e del musicista Luca Bati.
Fonti e Bibl.: G. Cinelli Calvoli, Biblioteca volante, Venezia 1734-47, III, p. 44; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, pp. 237 s.; F.S. Zambrini, Cenni biografici intorno ai letterati illustri italiani, Faenza 1837, p. 106; L. Passerini, Genealogia e storia della famiglia Ginori, Firenze 1876, pp. 135-137; L. Randi, G. G. e Francesco Civelli. Poeti del secolo XVI, Firenze 1896, pp. 9-19; I Giunti tipografi editori di Firenze, 1571-1625, a cura di L.S. Camerini, Firenze 1979, pp. 52, 69, 207; Biblia. Biblioteca del libro italiano antico, La biblioteca volgare, I, Libri di poesia, a cura di I. Pantani, Milano 1996, p. 144; G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, VIII, p. 112; XI, p. 270; LVI, p. 201; I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana di Firenze, a cura di S. Morpurgo, I, Roma 1900, p. 210.