GANDOLFI, Gino
Nacque a Parma il 24 ott. 1887 da Vincenzo e Alice Zolesi. Dopo essersi diplomato in tromba al conservatorio di Parma nel 1905 si dedicò alla composizione sotto la guida di I. Pizzetti. I suoi primi lavori furono due marce per banda (Sul lungo-Parma e A Vittorio Bottego) e un'operetta dal titolo Artiglieria rusticana. Negli anni successivi si dedicò soprattutto alla direzione di orchestra, collaborando a lungo con C. Campanini. Dopo alcune tournées in Sudamerica (1914 e 1919), nel gennaio 1920 debuttò sul podio del teatro Regio di Parma con Aida di G. Verdi, e in primavera diresse la prima di un'opera biblica di A. Furlotti, La samaritana, su libretto di R. Guazzi e M. Silvani. L'opera ebbe un ottimo esito tanto che il 3 nov. 1920 fu replicata al teatro Coliseo di Buenos Aires sotto la direzione dello stesso Gandolfi. Nell'aprile 1921 diresse LaGioconda di A. Ponchielli e Rigoletto di Verdi al teatro degli Industri di Grosseto, cui fecero seguito spettacoli lirici e sinfonici in numerosi teatri italiani e con orchestre prestigiose, tra cui la grande Orchestra sinfonica padovana, di cui diresse il concerto inaugurale al teatro Verdi di Padova (1927); l'orchestra Fonocastiglia (della casa discografica tedesca Homocord), con la quale incise numerosi brani del repertorio lirico-sinfonico italiano (1931) l'Orchestra sinfonica milanese (1932); l'orchestra della EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche) di Torino (1941), l'orchestra stabile dell'Accademia di S. Cecilia di Roma (1943), l'orchestra dei Pomeriggi musicali di Milano (1956); l'orchestra Scarlatti di Napoli (1963). Nel luglio del 1923 il G. fondò l'orchestra sinfonica delle Terme di Salsomaggiore, che diresse fino alla seconda guerra mondiale. Alla fine degli anni Quaranta, sempre a Salsomaggiore, creò un'orchestra da camera che fu attiva per un decennio e che fece conoscere al pubblico rarità musicali di virginalisti inglesi del XVI secolo, autori italiani e tedeschi dei secoli XVII e XVIII, autori contemporanei, nonché brani poco noti del periodo romantico; fu autore inoltre di numerose trascrizioni di composizioni del periodo barocco. Dopo l'addio al podio nel 1964 per motivi di salute, si dedicò alla stesura delle sue memorie, che furono pubblicate a puntate nella Gazzetta di Parma e in seguito raccolte nel volume Note fuori dal pentagramma, pubblicato postumo a Milano nel 1992.
Tra le sue composizioni, in parte inedite, oltre a quelle già citate, ricordiamo: una Pastorale; una Ave Maria per soprano e orchestra (1910); l'inno Vergine bella, per coro e organo (Milano 1954); un mottetto su testo dell'Ave Maria, per voce e organo (Roma 1963); l'Inno a Maria, per due voci e organo (Bergamo 1964) e numerose composizioni per il periodo del Natale. Per orchestra da camera compose: il valzer Boston (1913); 4 valzer-suites, pubblicati a Milano nel 1935-36 (Quando canta amore, Primavera torna, Fra canti e carole, Godiamo la vita). Compose inoltre, su parole di A. Cavaliere, il Valzer di Salsomaggiore per tenore e orchestra; l'opera teatrale Le feste di Roccabruna (1922); Inno coralea G. Verdi, su parole di O. Boni, per coro, orchestra e sei trombe a squillo (Milano 1913), eseguito per la prima volta a Torino il 1° giugno 1961; la romanza Vaga bruna; sei canzoni per voce e orchestra da camera (1972-73); il valzer per pianoforte Fiore d'autunno. Nel 1917 aveva sposato Graziella Caviglia di Parma, insegnante e autrice del testo poetico di alcune sue composizioni.
Il G. morì a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, l'11 nov. 1977.
Fonti e Bibl.: Notizie inedite fornite dal figlio prof. Giuseppe Gandolfi; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 113.