GINEPRO (fr. genévrier; sp. enebro; ted. Wachholder; ingl. juniper)
Nome volgare della specie di Juniperus più frequentc in Italia, cioè il J. communis L. della famiglia Pinacee, tribù Cupressinee. È un arbusto cespuglioso, alto 1-2 m., che più raramente può giungere alle dimensioni di albero alto sino a 10 m.; nella pianta ovulifera presenta chioma più espansa, con rami ascendenti, nella staminifera chioma più raccolta, colonnare, con rami eretti. Nella forma arborescente i rametti sono più o meno pendenti.
Le foglie sono rigide e pungenti, verticillate a 3, verdiglauche, scanalate di sopra, dove è una striscia bianca formata da un deposito di cera, in corrispondenza della zona degli stomi. Di sotto sono carenate e presentano un canale resinifero. I fiori diclini e dioici si sviluppano presto in primavera; gli staminiferi amentiformi nell'ascella delle foglie, ovoideo-globosi, gialli, con squame munite di 3-6 borsette polliniche. Quelli ovuliferi sono pochissimo appariscenti, gemmiformi, con parecchie squame inferiori sterili e 3 superiori ovuligere, prolungate in tubetto perforato all'apice, destinato a ricevere il polline. Queste squame dopo la fecondazione diventano carnose e saldandosi tra loro formano le cosiddette bacche (più propriamente galbuli) di ginepro. Esse sono globose un po' depresse, di 5-8 mm. di diametro, e maturando nel secondo anno da verdi diventano nere velate da una pruina cerosa bianca, che le fa apparire azzurrognole. Contengono normalmente tre semi, trigono-convessi, a guscio osseo.
Questa pianta cresce frequentemente nei luoghi boschivi e selvatici, dalla zona del castagno e delle quercie a quella del faggio e delle conifere. Essa può spingersi sino ai pascoli sovrastanti alla zona del faggio, ma quivi presenta i fusti striscianti sul terreno e con foglie più brevi e meno pungenti. Tale forma è detta ginepro nano (Juniperus communis var. montana Ait. = J. nana W.).
Le bacche di ginepro hanno odore resinoso-aromatico gradevole e formano oggetto di commercio, specialmente nell'Italia centrale. Iscritte nella Farmacopea ufficiale (5ª ed.); se ne estrae l'essenza di ginepro usata in medicina; servono per aromatizzare certe vivande e per fabbricare quel liquore detto gin o gineprata; sono stimolanti delle funzioni gastriche e renali; dalla polpa si distilla lo spirito di ginepro. Il legno di ginepro è a grana fine, con odore resinoso-aromatico gradevole: serve per fare piccoli oggetti e specialmente botticine per conservarvi l'aceto, che in esse si aromatizza.