GINECEO (gr. γυναικώς, γυναικωνίτις)
È la parte di abitazione greca riservata alle donne (γυναῖκες) in contrapposto all'ἀνδρών ὀ ανδρωνῖτις aperto agli uomini. I testi antichi ci informano dell'esistenza di queste parti caratteristiche della casa greca e già Omero vi allude chiaramente sia a proposito del palazzo di Priamo a Troia, sia a proposito di quelli di Ulisse ad Itaca o di Menelao a Sparta o di Alcinoo nell'isola dei Feaci. Il gineceo si trova, secondo queste allusioni, nella parte più interna della casa e contiene il talamo nuziale, le camere per le figlie di famiglia e per le schiave; talvolta si estende a un secondo piano.
Anche per l'età storica si sono rintracciati passi di autori che si riferiscono al gineceo come a una speciale disposizione della casa greca del sec. IV-III a. C. e oltre. Così nell'Economico di Senofonte (IX, 5), là dove Iscomaco dà consigli alla moglie intorno a quelli che sono i suoi doveri di madre di famiglia, il gineceo è presentato come separato nettamente dall'appartamento degli uomini; e ben noti sono in proposito alcuni passi di Lisia e specialmente quello dell'orazione per la morte di Eratostene (I, 9) in cui appare che il gineceo si trovava spesso nel piano superiore. Vitruvio (sec. I d. C.) descrivendo nel suo trattato di architettura la casa greca, non dimentica il gineceo, che è per lui un cortile a portici circondato da stanze e separato dal reparto maschile (VI, 7).
Gli scavi archeologici ci hanno più volte a distanza di luoghi e di tempi messo in presenza di case fornite di gineceo: anzitutto i palazzi di Cnosso e di Festo nell'isola di Creta e quindi il palazzo di Tirinto nell'Argolide che risalgono tutti all'età cosiddetta preellenica, dove è possibile accertarci, sui resti superstiti, che il gineceo è chiuso come in una cinta di mura con poche aperture verso l'interno. Più difficile riesce nello scavo distinguere il gineceo in case più modeste e più recenti, come per esempio a Delo o a Priene; in generale si ha la tendenza a credere, quando si trovi una casa con due cortili, che uno dei due fosse riservato alle donne e si tende pure a supporre, quando il cortile sia unico, che il gineceo fosse allogato nel piano superiore. Nelle case più modeste, del resto, il cortile e in genere le stanze erano il regno della donna, poiché l'uomo faceva in parte vita all'aperto. In documenti dell'Egitto greco non si parla mai di un gineceo e le scoperte fatte finora nelle case greche d'Egitto giustificano tale silenzio. Qualche pittura vascolare ci presenta l'aspetto del gineceo con le donne intente ai lavori; forse il ricordo del gineceo di Stratone I, re di Sidone di costumi e di usi greci, morto nel 361 a. C., ci è conservato dal suo sarcofago ora al museo di Costantinopoli; in esso 18 donne ín diverse pose di dolore sarebbero appoggiate alla balaustrata di un intercolunnio che qualcuno suppone sia quello del gineceo.
Bibl.: P. Monceaux, Domus, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiquités gr. et rom., II, p. 337 segg.; R. Cagnat, Gynaeceum, ibid., II, p. 1706 segg.; P. Gardner, The Greek House, in Journ. hell. Studies, XXI (1901), p. 293 segg.; Hermann-Blümner, Griechische Privataltertümer, Friburgo in B. 1882, p. 149 segg.; F. Luckhard, Das Privathaus im ptolem. und röm. Ägypten (Diss.), Lipsia 1914; Wiegand-Schrader, Priene, Berlino 1904; Exploration archéologique de Délos, fasc. VIII, i, Le quartier du théâtre, Parigi 1922.