GIMNOSPERME (dal gr. γυμνός "nudo" e σπέμμα "seme")
Le Gimnosperme sono le Spermatofite o Fanerogame inferiori più semplici, attualmente viventi, provenute dalle Pteridosperme (Felci con seme o Spermatofite felciformi) che furono le prime Spermatofite originatesi dalle Filicinee già nell'era paleozoica e scomparse fin dal Permico. I reperti fossili di questo primitivo gruppo delle Pteridosperme costituiscono un prezioso anello di congiunzione tra le Felci e le Gimnosperme primitive e hanno importanza capitale per la filogenia delle piante superiori. Le Gimnosperme sono Spermatofite a semi nudi o meglio allo scoperto e direttamente visibili, perché gli ovuli da cui provengono sono inseriti sulla faccia superiore o sui margini di foglie carpellari aperte e distese. Prescindendo dai tipi primitivi, ora scomparsi, delle Cordaitacee e Benettitacee che ebbero grande sviluppo nella flora del Carbonico specialmente, le Gimnosperme attualmente viventi sono divise in ordine progressivo di complicazione morfologica, nei quattro ordini delle: Cicadine, Ginkgoine, Conifere e Gnetine.
Cicadine. - Comprende l'unica famiglia delle Cicadacee o Cicadee, piante legnose dei paesi tropicali e subtropicali, coi principali generi: Cycas, indigeno dell'Asia, Macrozamia dell'Australia, Encephalartos dell'Africa, mentre l'America possiede i generi Dioon, Zamia, Ceratozamia e Microcycas. Il fusto per lo più indiviso, colonnare o tuberoso, presenta accrescimento secondario; termina con una gran rosetta di foglie verdi, pennate, cuoiose, persistenti, alternanti con catafilli squamiformi i quali insieme con le basi dei nomofilli caduti lo rivestono fittamente. I fasci sono collaterali e con la parte vasale costituita da sole tracheidi; esistono canali muciferi in tutta la pianta. Nel genere Cycas, che può servire da tipo della famiglia, le foglie carpellari presentano ancora la forma pennata, ma accorciata, non più verde e coperta di peli fulvi. Presso la base esse portano sui margini 2-8 grossi ovuli al posto dei segmenti. Le foglie staminali sono elicate lungo l'apice del fusto a formare degli strobili e ognuna di esse è una squama massiccia, peltata, che ha la pagina inferiore cosparsa di numerosi sacchi pollinici. Sia nelle Cicadee sia nelle Ginkgoacee, le cellule sessuali maschili conservano la forma e la mobilità di spermi come nelle Archegoniate zoidiogame (v. cicadacee).
Ginkgoine. - L'unico rappresentante dell'unica famiglia delle Ginkgoacee è Ginkgo biloba L. (Salisburia adiantifolia), albero grandioso originario della Cina e del Giappone, coltivato con frequenza in Europa, assai longevo e con rami di due sorta, lunghi e corti, quest'ultimi portanti, disposte a elica, le foglie caduche, lungamente picciolate, fatte a ventaglio, una o più volte bilobe, che ricordano quelle del capelvenere, con fiori dioici (v. ginkgoacee).
Conifere. - Le Conifere dette anche piante aghifoglie, sono alberi prestanti o arbusti con foglie aghiformi o squamiformi intere, resistenti, prismatiche o appiattite, per lo più persistenti, a disposizione elicata o verticillata. La ramificazione, di regola monopodiale tipica, è molto regolare tanto che alcune (Abies, Araucaria) mantengono a lungo forma piramidale perfetta che col tempo può in certune (Pinus pinea) passare a quella d'ombrello. Nel legno mancano veri vasi o trachee; invece si trovano grosse tracheidi con punteggiature areolate che lo rendono molto caratteristico e omogeneo, e poiché la maggior parte delle Conifere è ricca di contenuto resinoso, esse vengono utilizzate per i legni d'opera e per le resine che forniscono all'industria ed alla farmacia. Le Conifere abitano di preferenza le zone temperate, specie a nord, tanto che appartengono a esse le forme arboree che si spingono di più verso i poli. Le poche specie dei Tropici vivono solo a notevoli altitudini sulle montagne. I fiori, sempre diclini, son monoici o dioici e gli sporofilli sono spessissimo riuniti a formare un cono o strobilo ritenuto da alcuni un fiore unico, da altri un'infiorescenza (v. conifere). In base alle differenze fiorali l'ordine si divide in due famiglie: Taxacee e Pinacee.
a) Taxacee. - Unico rappresentante europeo è il Taxus baccata, volg. tasso o albero della morte, albero di non grandi dimensioni con rami tutti del tipo lungo e foglie persistenti un po' appiattite. I fiori sono dioici: gli staminiferi a capolino di circa 10 foglie staminali conformate a scudetto; gli ovuliferi per lo più solitarî, con un unico ovulo dritto durante il cui sviluppo si forma alla base un arillo carnoso che avvolge poi il seme in forma di coppa di colore corallino. Il tasso manca di canali resiniferi; il suo fogliame e i semi sono velenosi ma non l'arillo (v. tasso). Altri rappresentanti extraeuropei di tale famiglia sono per l'emisfero boreale i gen. Torreya e Cephalotaxus e per quello australe le specie di Podocarpus, delle foreste montane dell'Asia.
b) Pinacee. - Comprendono le Conifere più importanti che, giusta la tassia delle foglie e la posizione degli ovuli, vengon divise in due sottofamiglie: le Cupressinee con foglie verticillate e ovuli eretti, e le Abietinee a foglie alterne e ovuli rovesciati.
Cupressinee. - A questa sottofamiglia appartengono i generi: Juniperus, dioico, nonché Cupressus, Thuya e Taxodium, monoici.
Del genere Juniperus sono frequenti in Italia: J. communis L., J. sabina L.; nelle macchie sempre verdi della Regione mediterranea vivono inoltre J. phoenicea L. o cedro licio, J. macrocarpa S. et S., ginepro coccolone, J. oxycedrus L., gin. rosso o appeggi. Il J. Virginiana, cedro rosso della Virginia, fornisce il legno da matite. Il Cupressus sempervirens L., cipresso piramidale o c. maschio e la sua forma horizontalis, detta c. femmina, sono alberi dell'Oriente coltivati in Italia anche nelle regioni del Nord e, dalla Toscana in giù, qua e là anche inselvatichiti. Le Thuja son arbusti o alberi comunemente coltivati sotto il nome di alberi della vita. I Taxodium distichum e Mexicanum coltivati in Italia qua e là, sono alberi delle paludi dell'America Settentrionale che raggiungono dimensioni gigantesche e longevità enorme, fino, si dice, ai 4000 anni. A differenza del Juniperus gli altri tre generi non hanno frutto carnoso ma secco, in forma di piccolo strobilo globoso, a squame peltate, legnose, confluenti, che viene anche chiamato galbulo.
Abietinee. - A questa sottofamiglia, oltre a noti alberi d'altre regioni coltivati in Italia per ornamento quali i Cedrus (C. Atlantica, C. Libani, C. Deodara) e le Araucaria (A. brasiliana, A. excelsa, A. imbricata) e alla Sequoia (Wellingtonia) gigantea, il gigantesco albero del mammut della California, appartengono le Conifere più importanti dei boschi italiani, rappresentate dai gen. Abies, Picea, Pinus e Larix.
L'Abies pectinata (Abies alba), volgarmente abete bianco, così chiamato a causa del color chiaro della scorza e del legno; è grande albero di portamento piramidale molto diffuso nelle Alpi e negli Appennini tra gli 800-1500 m. dove fo ma con altre Conifere, o più raramente da solo, estese magnifiche foreste (così all'Abetone sull'Appennino Tosco-Modenese vicino al celebre passo omonimo). Nei parchi e giardini si coltivano molte altre specie di abete quali A. Nordmanniana del Caucaso, A. pinsapo della Spagna, A. balsamea e concolor dell'America settentrionale e altri anche in varietà a foglie glaucescenti.
La Picea excelsa (= Abies excelsa, Pinus picea) volg. abete rosso o di Moscovia, pino pezzo, piella, a rami un po' pendenti con foglie tetragone di color verde cupo e coni pendenti con squame persistenti; oggi è confinato nelle Alpi dai 1000 m. in su.
Il genere Pinus ha i rami lunghi e brevi: i primi con foglie squamiformi isolate, corte; i secondi con foglie lesiniformi, lunghe anche 20 cent., riunite per lo più a due, talvolta anche a cinque sullo stesso rametto e accompagnate alla base da una corta guaina di stipole scariose brunicce. Esso novera molte specie viventi nei monti e alcune anche nella regione marittima. Tra quest'ultime primeggia il Pinus pinea L., volg. pino da pinocchi, pino parasole o pino d'Italia, spontaneizzatosi in Italia tanto da dare un'impronta caratteristica al paesaggio italiano; forma associazioni, dette pinete, estesissime e magnifiche, tra cui degne di menzione quelle di S. Rossore presso Pisa, di Castel Fusano presso Roma e di Ravenna, celebre fin dall'antichità classica. Anche P. pinaster Soland. volg. pino marittimo e Pinus halepensis Mill. volg. pino d'Aleppo, formano pinete meno estese lungo i litorali tirreno e adriatico (Chiavari, Cecina, Gargano). Delle specie che allignano sui monti è da ricordare Pinus silvestris L. volg. pino comune o pino silvestre, detto anche pino di Scozia; P. montana, volg. pino uncinato, pino mugo, p. nano; P. laricio Poir. volg. p. di Corsica con la sua var.: nigricans (= P. Austriaca), volg. p. d'Austria e P. cembra L. volgare p. cembro o zimbro, questo ultimo con semi eduli come i pinocchi; P. leucodermis, nei monti della Calabria e Basilicata. Molto coltivato nei parchi e giardini il P. strobus, volg. p. di lord Weymouth con pigne pendule lunghe anche 30 centimetri (v. pino).
Il Larix europaea (= Larix decidua), vive nelle Alpi dai 1000 m. in su, dove raramente forma boschi da solo; assai più spesso è in compagnia degli abeti e del pino zimbro (v. larice).
Gnetine. - Comprendono l'unica famiglia delle Gnetacee, coi tre generi Ephedra, Gnetum e Welwitschia, assai diversi ma che collimano nel possedere foglie opposte, veri vasi nel legno secondario, assenza di canali resiniferi e presenza di un involucro fiorale attorno ai fiori dioici. Le Ephedra sono arbusti ramosissimi equisetiformi delle regioni calde asciutte specialmente dell'emisfero nordico: nella flora italiana troviamo la Ephedra vulgaris che si spinge fin sulle Alpi, la Ephedra fragilis e la Ephedra nebrodensis dell'Italia meridionale. I Gnetum sono alberi o liane dei Tropici con foglie opposte, larghe, a nervatura reticolata. La Welwitschia, con l'unica specie Welwitschia mirabilis (= W. Bainesii), è una strana pianta dei deserti dell'Africa sud-occidentale che per tutta la sua vita, anche centenaria, porta, foglie nastriformi, coriacee, lunghe persino 3 metri, sdraiate sul terreno, che continuano a crescere indefinitamente alla base mentre all'estremità si lacerano e si distruggono. (v. gnetacee).