Dorfles, Gillo
Dorfles, Gillo (propr. Angelo)
Critico d'arte e pittore, nato a Trieste il 12 aprile 1910. Dopo aver conseguito la laurea in medicina a Roma (1935), si specializzò in psichiatria. Dedicatosi da sempre al disegno, ha iniziato a dipingere solo nel 1935; unica base didattica, le lezioni di nudo seguite a Milano presso lo studio del critico d'arte L. Borgese. Contemporaneamente ha coltivato gli studi filosofici e critici; professore di estetica dal 1969, ha insegnato a Trieste, Milano, Firenze, Cagliari.
In una posizione sostanzialmente indipendente rispetto alle contemporanee esperienze artistiche romane e milanesi, D. si è rivolto alla ricerca di nuovi mezzi espressivi, in un percorso liberamente svolto ma sostanzialmente coerente, dalle atmosfere arcane e inquietanti (Entità benefiche e malefiche, 1935), ai fantastici arabeschi e alle forme primordiali o grottesche, liberamente accostate secondo accordi di forma e colore (Composizione con creste e cerchi, 1949; Carnevale, 1950; Personaggio con lingua, 1987). Importante il riferimento a V. Kandinskij, a P. Klee, agli espressionisti tedeschi, conosciuti durante un viaggio in Germania e nell'Europa del Nord (1928-30). Nel 1934 fu a Dornach per una serie di conferenze dei seguaci del filosofo R. Steiner. Nel 1948 fu tra i fondatori del MAC (Movimento per l'Arte Concreta), con A. Soldati, G. Monnet, B. Munari. Alla fine degli anni Cinquanta lasciò la pittura per dedicarsi agli impegni accademici e all'attività di critico, pur continuando a trattare il disegno; riprese a dipingere alla fine degli anni Settanta. La sua produzione, oltre che nelle mostre collettive del MAC, è stata esposta in varie personali (1986, Milano, Studio Marconi, poesie e scritti in prosa, opere pittoriche e grafiche; 1988, Aosta, Torre del Lebbroso, prima antologica dell'artista; 1996, Roma, Museo laboratorio dell'Università "La Sapienza").
Critico militante, studioso di estetica e teoria dell'arte, le sue ricerche non trascurano i settori più svariati dell'attività artistica, attraverso un'attenta riflessione e un'impostazione analitica che si avvale di strumenti psicologici, linguistici, semiotici, espressa con chiara semplicità e leggera ironia.
Dopo Il discorso tecnico delle arti (1952; ed. aggiornata 1989), primo bilancio del suo pensiero estetico, D. ha proceduto nell'analisi dell'opera d'arte basando le sue ricerche sui vari aspetti sociologici, antropologici, psicologici; ha esaminato i problemi del gusto, del mito, della teoria della Gestalt. Il suo pensiero teorico-critico è riassunto in testi come Il divenire delle arti (1959), cui si collegano le raccolte di saggi Il divenire della critica (1976) e Preferenze critiche (1993), che ripercorre i suoi interessi e le sue scelte preferenziali; Ultime tendenze dell'arte d'oggi (1961; ed. aggiornata 1984); Nuovi riti nuovi miti (1965); Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto (1968); Le oscillazioni del gusto. L'arte d'oggi tra tecnocrazia e consumismo (1971); L'intervallo perduto (1980); Elogio della disarmonia (1986); Il feticcio quotidiano (1988). Ampiezza di problematiche e libertà di approccio emergono nelle raccolte di saggi I fatti loro. Dal costume alle arti e viceversa (1983) e Itinerario estetico (1987). L'interesse per l'architettura e il design è testimoniato da L'architettura moderna (1954); Introduzione al disegno industriale (1972); Architetture ambigue. Dal neobarocco al postmoderno (1984); Design. Percorsi e trascorsi (1996). Tra gli ultimi scritti: Conformisti (1997); Fatti e fattoidi. Gli pseudoeventi nell'arte e nella società (1998).
bibliografia
M.A.C. Movimento Arte Concreta, a cura di L. Caramel, 1° vol., 1948-1952, 2° vol., 1953-1958, Milano 1984.
G. Dorfles, Materiali minimi. 1938-1985, introd. e note di E. Tadini, Salerno 1986.
Gillo Dorfles. Metamorfosi. Una esposizione antologica, a cura di L. Caramel, Milano 1988.
Gillo Dorfles. Il M.A.C. e 48 anni dopo il M.A.C., a cura di E. Torelli Landini, Roma 1996.