ROBERVAL, Gilles Personne (o Personnier) de
Matematico francese, nato a Roberval, presso Beauvais, l'8 agosto 1602, morto a Parigi il 27 ottobre 1675. Figura di matematico, che occupa un posto notevole nei primordî del moderno calcolo infinitesimale, ma che ancora resta ambigua per il modo di procedere non sempre corretto. Nel 1631 fu professore nel Collège Gervais, quindi coprì la cattedra di matematica nel Collège royal, posto che conservò sino alla morte, vincendo ogni tre anni la pubblica disputa obbligatoria per la rielezione alla cattedra: la necessità di tener nascosti i nuovi risultati conseguiti, per non perdere la cattedra è la ragione che adduce nelle questioni di priorità che sollevò. Appartenne all'Accademia di Francia dalla fondazione (1665) e fu in relazione con i migliori matematici dell'epoca.
Nel 1638 difese, contro il Descartes, il metodo dei massimi e minimi del Fermat. Durante la discussione il R. fece degli appunti alla Géometrie del Descartes e questi non perdonò a chi non accoglieva in pieno i suoi principî, attaccandolo poi con una polemica lunga (1645-1649) e piena di acredine, causata dalla scoperta del R. del centro di oscillazione di un settore circolare. In due lettere (1646 e 1647) il R. tentò di rivendicare a sé, oltre alla scoperta del metodo degli indivisibili di B. Cavalieri, tutti i migliori risultati che E. Torricelli aveva ottenuti e divulgati in Italia e in Francia. Se alcune di queste scoperte (come il metodo delle tangenti, la determinazione di centri di gravità e alcune quadrature) furono conseguite dal R. indipendentemente dal Torricelli, non gli si può peidonare di aver lanciato contro il Torricelli l'accusa di volgare plagiario, specie per i risultati ottenuti sulla cicloide (trocoide).
Le sue opere, postume, si trovano in Mémoires de l'Académie des sciences, VI, Parigi 1730; e alcune sue lettere in E. Torricelli, Opere, III, Faenza 1919.
Bibl.: P. Fermat, Oeuvres, II, Parigi 1894; P. Tannery, Mém. scient., VI, Parigi 1926, p. 299; E. Welker, A Study of the Traité des indivisibles of G. P. de R., New York 1932.