PRESSACCO, Gilberto
– Sacerdote, musicista, storico della musica, della liturgia e delle tradizioni popolari, nacque a Turrida di Sedegliano il 19 settembre 1945 da Tito e Vilma Pasqualini.
Ordinato sacerdote nel 1970, si laureò in teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense di Roma e in lettere all’Università di Padova, dove discusse con Giulio Cattin e Giacomo Baroffio una tesi su Tropi, prosule e sequenze del Graduale aquileiese (a.a. 1985-86; ed. Udine 1995, con aggiornamenti); studiò pianoforte con Gianfranco Plenizio e composizione con Bruno Coltro. Dal 1980 al 1992 fu maestro di cappella nel duomo di Udine e dal 1981 docente di esercitazioni corali nel Conservatorio di Udine. Ha istruito e diretto varie formazioni vocali e strumentali, tra cui il coro Giovambattista Candotti di Codroipo, il gruppo da camera Floriano Candonio e la Schola Aquileiensis di Udine, ottenendo importanti riconoscimenti in concorsi musicali e registrando vari dischi: meritano menzione tre LP del coro Candotti (1972-1987) che offrono una sintesi dello sviluppo del canto corale popolare e colto in Friuli dall’alto medioevo al secolo XX (vi compaiono alcuni dei prediletti autori rinascimentali: Floriano Candonio, Alessandro Orologio, Girolamo Dalla Casa, Giovanni Battista Mosto).
La ricca produzione musicologica di Pressacco annovera contributi eruditi (relazioni in convegni nazionali e internazionali: Bologna 1987, Bari 1988, Lubiana 1991, Madrid 1992, Budapest 1993, Venezia 1994, Sopron 1995, Ottawa 1996 ecc.; saggi in riviste o in volumi collettivi, monografie) ma anche scritti più leggeri e vivaci, come articoli di giornale e testi per trasmissioni radiofoniche. Nei primi anni di attività Pressacco ha concentrato le ricerche sulla ricostruzione di un quadro organico della storia della musica regionale, impegno culminato nella magistrale sintesi La musica nel Friuli storico (1981) per l’Enciclopedia monografica del Friuli Venezia Giulia (vol. III, 4), basata sia su apporti critici personali sia su un patrimonio di indagini attinte in particolare dai pionieristici lavori di Piero Pezzè La vita musicale religiosa in Friuli (Udine 1960) e La furlana (ivi 1962). In parallelo Pressacco approfondì la conoscenza e il recupero filologico del patrimonio monodico medievale della tradizione aquileiese-patriarchina (smentendo le semplificazioni di padre Pellegrino Ernetti), dei generi polifonici rinascimentali (con particolare attenzione al maestro di cappella della basilica di Aquileia, Giorgio Mainerio, sul quale tornò più e più volte, con ripensamenti e reinterpretazioni) e del repertorio di tradizione popolare, ecclesiastico e profano.
Sul finire degli anni Ottanta la sua ricerca si è vorticosamente allargata in un approccio pluridisciplinare che toccava i più svariati campi di esplorazione e che a un certo punto gli «è come esplosa fra le mani» (così Gian Paolo Gri negli Opera omnia, I, 2, p. VIII), esondando dalla musicologia verso una caparbia indagine sulle origini della chiesa aquileiese. Testimone di questo passaggio è il volume Sermone, cantu, choreis et ... marculis: cenni di storia della danza in Friuli (Udine 1991), che a dispetto di un sottotitolo restrittivo sostiene, con metodo interdisciplinare, l’assunto dell’origine giudeo-cristiana della chiesa di Aquileia, e la filiazione di questa dalla chiesa d’Alessandria d’Egitto, notoriamente ritenuta di fondazione marciana. In particolare, riprendendo gli studi di Guglielmo Biasutti (1904-1985), Pressacco si è opposto alla convinzione tradizionale che l’evangelizzazione del Friuli fosse avvenuta per il tramite di Roma, e sulla base di indizi forniti da una ricerca sul Primo libro de balli a quatro voci del Mainerio (Venezia, Angelo Gardano, 1578) sviluppò l’ipotesi di un collegamento fra tratti specifici del rito aquileiese (noto anche come ‘rito patriarchino’) e il carattere entusiastico della liturgia vigiliare della Pentecoste celebrata dai Terapeuti, asceti giudaici che la posteriore storiografia cristiana (Eusebio di Cesarea) ritenne responsabili della diffusione del Vangelo nell’Alessandria del primo secolo d.C.
Efficace corrispettivo orale di questi contributi furono le numerose conferenze-concerto che Pressacco portò ovunque in Friuli e anche fuori regione; la sua sensibilità per la divulgazione si manifestò anche in progetti multimediali da lui ispirati o alimentati (La leggenda di Marco, produzione RAI, sede di Trieste, 1993; Choreis et marculis, produzione ‘Ai Colonos’, Villacaccia, Udine, 1995; L’arc di san Marc, produzione Mittelfest, Cividale, 1996), nonché nella stesura, affidata a Raffaella Paluzzano, del Viaggio nella notte della Chiesa di Aquileia, apparso postumo (Udine 1998), ove sono presentati in forma piana e scorrevole i principali temi di un’intensa attività di studio e ricerca. Da poco sono disponibili nel terzo e ultimo volume degli Opera omnia di Pressacco (curati dall’Associazione culturale don Gilberto Pressacco) anche 18 contributi inediti e incompleti che, se da una parte confermano quanto gli stesse a cuore investigare la prima diffusione del cristianesimo nelle terre aquileiesi, dall’altra illustrano la varietà dei percorsi d’indagine da lui intrapresi, che spaziano dai rapporti tra Vincenzo Ruffo, il giovane Monteverdi e il cardinal Michele della Torre fino alla genesi dell’Attila di Verdi. Meno rilevante appare la produzione compositiva di Pressacco (una Missa foroiuliensis, sette composizioni liturgiche, e l’elaborazione di un motivo popolare friulano), raccolta in un volume postumo sotto il titolo Polifonia sacra e profana (Milano 1998).
È deceduto improvvisamente a Udine il 17 settembre 1997.
Tra le opere, oltre quelle citate nel testo, si ricordano: G. Pressacco, Mons. Guglielmo Biasutti e le origini del cristianesimo aquileiese, Udine 1992; Id., L’arc di san Marc: opera omnia, 3 voll., a cura di S. Stefanutti (vol. I) e L. De Clara (voll. II-III), Pordenone-Udine 2002-2015.
Fonti e Bibl.: R. Cacitti, Rusticitas. Nuove prospettive storiografiche intorno all’antico tema delle origini del cristianesimo aquileiese, Trieste 2000, pp. 180-191, 205-215; Id.,«Hoi eis eti nyn kai eis hemas kanones». I Terapeuti di Alessandria nella vita spirituale proto cristiana, inOrigene maestro di vita spirituale, a cura di L.F. Pizzolato - M. Rizzi,Milano 2001, pp. 47-89; Id., s.v. Lo storico delle origini cristiane,in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3: L’età contemporanea, a cura di C. Scalon - C. Griggio - G. Bergamini, Udine 2011, pp. 2914-2919.