FREYRE, Gilberto de Melo
Sociologo e scrittore brasiliano, nato a Recife (Pernambuco) il 15 marzo 1900; il maggiore studioso di problemi culturali, in senso lato, dell'America latina. Anche se si è occupato quasi esclusivamente del suo paese, ha posto le basi di un metodo d'investigazione degli eventi e dei gruppi sociali che è servito a tutti gli specialisti delle altre nazioni per recuperare il passato locale, gl'intrecci di diverse tradizioni, l'influsso degli usi e costumi sulla psicologia e viceversa. Opera capitale di F. è Casa grande e senzala, 1933 (trad. it. Milano 1962), che ricostruisce con minuziosa esattezza, ma anche con un delizioso garbo letterario, tutta la civiltà coloniale brasiliana del Sette-Ottocento. La formazione della società agricola-patriarcale è analizzata in Sobrados e mucambos (1936; trad. it. Milano 1966), mentre Nordeste (1937; trad. it. Milano 1969) è un modello di analisi regionale. Seguirono molte altre opere, fra cui la breve e succosa Interpretaçao do Brasil (1945; trad. it. Milano 1952), e quel vero e proprio manifesto del "luso-tropicalismo" che è O mundo que o português criou (1940). Infatti F. ritiene assolutamente originale la civiltà creata dai portoghesi nelle diverse colonie e l'interpreta come fenomeno unitario; il che gli ha valso aspre critiche da parte del nazionalismo e delle sinistre. Molte opere di F. sono raccolte di scritti giornalistici o saggistici di sottile eleganza, e una è addirittura un libro di versi: Talvez poesia (1962). Anche coloro che contestano la visione sociologica di F. riconoscono in lui un grande scrittore, un maestro nell'uso della lingua.