• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Albornoz, Gil Álvarez de

Enciclopedia on line
  • Condividi

Albornoz 〈albℎornòtℎ〉, Gil (Egidio) Álvarez de. -  Cardinale e uomo politico (Cuenca 1300 circa - Buonriposo, Viterbo, 1367). Arcivescovo di Toledo, cancelliere del re di Castiglia e cardinale dal 1350, fu poi nominato da Innocenzo VI legato in Italia e vicario generale nei domini della Chiesa, che si trovavano in piena dissoluzione, riuscendo a restaurarvi l'autorità papale.

Vita e attività

Di nobile famiglia spagnola, si addottorò in diritto canonico, forse a Tolosa. Membro del Consiglio regio di Alfonso XI di Castiglia, nel 1358 divenne arcivescovo di Toledo, primate di Spagna e cancelliere del re. Ebbe parte attiva, come legato papale, nella crociata contro i musulmani, combattendo nella battaglia di Río Salado (1340) e nell'assedio di Algeciras (1344). Nel 1350 si recò ad Avignone, dove Clemente VI lo creò cardinale. Capo della Penitenzieria Apostolica, nel giugno 1353 Innocenzo VI lo nominò legato in Italia e vicario generale nei domini della Chiesa, con l'incarico di riorganizzare lo Stato pontificio, allora in piena dissoluzione. Raccolto durante il viaggio un piccolo esercito, dette inizio alla riconquista della Tuscia, sottomettendo (giugno 1354) Giovanni di Vico, signore di Viterbo, che vi spadroneggiava; e quindi, nonostante gli ostacoli frappostigli dalla Curia, che non approvava il suo modo di procedere fondato su un'illuminata moderazione e su una politica di concessioni, numerosi altri signorotti e città. Nello stesso periodo consolidò il dominio della S. Sede in Roma, servendosi, sia pure a malincuore, dell'opera di Cola di Rienzo (ag.-ott. 1354). Si rivolse quindi contro il Ducato di Spoleto e i signori della Marca di Ancona (Malatesta, Montefeltro ed altri minori) e della Romagna (da Polenta, Ordelaffi, Manfredi), fattisi ormai del tutto indipendenti: con fortunati scontri militari, ma soprattutto con un'abile politica, riuscì a costringerli tutti, tranne l'Ordelaffi, ad abbandonare i loro domini o alla sottomissione (1355-57). A conclusione di questa prima parte della sua opera promulgava, nel parlamento di Fano (29 apr.-1º maggio 1357), il Liber constitutionum sanctae matris ecclesiae, noto sotto il nome di Constitutiones Aegidianae. Sostituito, in seguito a intrighi di Curia, nella carica di legato e vicario generale con Androino de la Roche, tornò per breve tempo ad Avignone (ott. 1357-sett. 1358). Reintegrato nella carica di legato in Italia in seguito agli insuccessi di Androino e tornato in Italia (ott. 1358), sottomise l'Ordelaffi e occupò, con abile manovra militare, Bologna difendendola poi contro i Visconti. Ma l'elezione di Urbano V (sett. 1362), che scese a patti con i Visconti, affidando di nuovo le trattative ad Androino, significò la sconfessione di tutta la politica dell'Albornoz. Nel periodo della sua permanenza a Bologna vi aveva fondato un collegio universitario per giovani spagnoli che intendessero specializzarsi negli studi giuridici (da lui poi riccamente dotato per testamento), tuttora esistente (Collegio di Spagna).

Vedi anche
Constitutiones Sanctae Matris Ecclesiae Raccolta delle costituzioni promulgate nel Parlamento di Fano del 1357 dal legato pontificio Egidio d’Albornoz per il governo delle terre della Chiesa (detta anche Constitutiones marchiae anconitanae, o Costituzioni Egidiane). La raccolta riordinò l’abbondante materiale legislativo che si era venuto ... Innocènzo VI papa Stefano Aubert (Monts, Beyssac, fine sec. 13º - Avignone 1362), valente giureconsulto, vescovo di Noyon (1338), poi di Clermont (1340), cardinale (1342); fu eletto, ad Avignone, a succedere a Clemente VI (1352). Poco dopo dichiarò nulla una capitolazione sottoscritta in conclave, limitante i poteri papali ... Còla di Rienzo Tribuno e riformatore di Roma (Roma 1313 - ivi 1354). Figlio di un Lorenzo taverniere, benché più tardi lasciasse credere d'essere figlio illegittimo dell'imperatore Arrigo VII, Nicola si diede agli studî e alla professione di notaio, ma insieme si interessava ai monumenti e alla storia dell'antica Roma. ... Stato Pontificio Con riferimento al pontefice romano come sovrano temporale, lo Stato della Chiesa, governato dal papa fino al 1870. L’origine Lo Stato P. nacque da una base costituita dalla sovrapposizione del Patrimonio di S. Pietro (➔) sul ducatus bizantino. Alla metà dell’8° sec. il duca come funzionario bizantino ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Religioni
  • STORIA DELLE RELIGIONI in Religioni
  • BIOGRAFIE in Storia
Tag
  • LIBER CONSTITUTIONUM SANCTAE MATRIS ECCLESIAE
  • PENITENZIERIA APOSTOLICA
  • ALFONSO XI DI CASTIGLIA
  • DUCATO DI SPOLETO
  • STATO PONTIFICIO
Altri risultati per Albornoz, Gil Álvarez de
  • Albornoz, Gil Álvarez de
    Dizionario di Storia (2010)
    Albornoz, Gil (it. Egidio) Alvarez de Albornoz, Gil (it. Egidio) Álvarez de Cardinale e politico spagnolo (Cuenca 1310 ca.-Buonriposo, Viterbo, 1367). Arcivescovo di Toledo (1338) e cancelliere del re, partecipò  alla campagna di Alfonso XI contro i musulmani. Nel 1350 fu creato cardinale, e nel ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali