BORROMEO, Giberto
Nacque a Milano il 12 sett. 1671 da Renato, conte di Arona, e da Giulia Arese. Avviato agli studi teologici e giuridici, dimostrò ben presto un vivace ingegno, distinguendosi per dottrina nelle pubbliche adunanze che si tenevano nella Biblioteca Ambrosiana. Laureato in utroque iure all'università di Pavia il 7 luglio 1691 e in teologia a Milano il 9 novembre dello stesso anno, fu inviato a Roma per entrare in prelatura. Creato da Innocenzo XII protonotario apostolico partecipante il 27 marzo 1692 e quindi referendario delle due Segnature, gli fu affidata la vicelegazione di Bologna, ove rimase dal 27 sett. 1692 al 10 nov. 1693. Ritornato a Milano, si dedicò in modo particolare agli studi storico-ecclesiastici e geografici, divenendo conservatore perpetuo della Biblioteca Ambrosiana, alla quale lascerà gran parte della sua vasta e preziosa raccolta di libri. In questo periodo strinse più forti legami di amicizia con L. A. Muratori (che già il 15 luglio 1693 gli aveva dedicato la dissertazione De Graecae linguae usu et praestantia), ospitandolo generosamente più volte nella sua villa dell'isola Bella e aiutandolo anche con donativi in denaro: il Muratori gli dedicò ancora il primo volume degli Anecdota..., Mediolani 1697. Ordinato sacerdote il 14 dic. 1710, il B. fu nominato patriarca di Antiochia il 26 genn. 1711 e il 26 giugno assistente al soglio pontificio; quindi il 17 genn. 1714 era consacrato vescovo di Novara.
Il B., volendo seguire le direttive spirituali di s. Carlo Borromeo, amministrò personalmente la diocesi affidatagli, facendo il solenne ingresso in Novara il 17 giugno dopo aver indirizzato al suo gregge una lettera pastorale (G. B. Dei et apostolicae Sedis gratia patriarcha antiochenus,pontificii solii assistens et novariensis episcopus,comes et dilectissimo clero et populo novariensi salutem in Domino, Mediolani 1714).Iniziò subito la visita della diocesi e diede particolare impulso alla Congregazione degli oblati, istituita dal ven. Francesco Quagliotti; assidue cure dedicò anche al seminario diocesano, ove chiamò a insegnare uomini egregi per virtù e dottrine, come Giambattista Bonola, che nel 1718 divenne canonico teologale e quindi vicario capitolare, e il rigorista Girolamo Maria Gulielmi, che nel 1737 fu eletto vicerettore.
Nel concistoro segreto del 15 marzo 1717 il B. fu elevato alla porpora: la sua elezione scontentò in modo particolare la corte spagnola che richiedeva il cappello cardinalizio per Giulio Alberoni e vedeva invece nel B. un suddito ligio all'imperatore e fratello di quel Carlo Borromeo che era stato un acerrimo nemico del governo spagnolo in Lombardia. In effetti in seno al Sacro Collegio il B. svolse sempre un'efficace azione antispagnola, particolarmente nei tre conclavi cui egli partecipò (1721, 1723 e 1730), appoggiando il candidato imperiale. La sua candidatura fu timidamente affacciata nei conclavi del 1721 e 1730, più come diversivo che come concreto obiettivo: pesava su di lui il pericolo di una esclusiva della Spagna.
Il B. morì a Novara il 22 genn. 1740 e fu sepolto nella cappella di s. Carlo nella chiesa dei barnabiti.
Fonti eBibl.: Epist. di L. A. Muratori, a cura di M. Campori, I-XII, Modena 1901-1911; ad Indices; Novelle letterarie, I (1740), coll. 215-218; XXV (1764), col. 381; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, coll. 201 s.; G. V. Buonaccorsi, Antichità ed eccellenza del protonotariato apostolico Partecipante, Faenza 1751, pp. 484 s.; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa, VIII, Roma 1794, pp. 168 s.; S. Muzzi, Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796, VIII, Bologna 1846, pp. 127 s., 130; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XIV, Venezia1858, pp. 522 s.; F. Petruccelli della Gattina, Histoire diplomatique des conclaves, IV, Bruxelles 1866, pp. 58, 92; G. Ravizza, La Novara sacra del vescovo ven. Carlo Bescapè, Novara 1878, p. 437; P. Castagnoli, Il cardinale Giulio Alberoni, I, Il ministro dei Farnese, Piacenza-Roma 1929, pp. 265, 270; II, Il processo, ibid. 1931, pp. 219 s.; L. von Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1962, pp. 107, 270, 416, 488, 492, 648, 655 s.; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-ecclesiastica, VI, p. 63 e ad Indicem; Dict. d'Histoire et de Géographie Ecclésiastiques, IX, coll. 1284 s.; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica, V, Patavii 1952, pp. 89, 293.